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Il ritorno di Daniel Ricciardo in Formula 1 in sostituzione di Nyck De Vries all’Alpha Tauri ha catalizzato l’attenzione nell’ultima settimana. E Ricciardo, vincitore di otto GP in carriera, sarà l’uomo più desiderato nel paddock dell’Hungaroring, dove questo fine settimana si correrà il Gran Premio di Ungheria 2023. Si tratta di un interesse mediatico incredibile per un pilota che, di fatto, si accasa nella scuderia attualmente all’ultimo posto nel mondiale costruttori.
Con il suo carisma e la sua trascinante simpatia, Ricciardo negli anni è diventato naturalmente una delle personalità più conosciute in Formula 1. E un pilota con la sua disposizione scherzosa ed estroversa non poteva che diventare una delle star di Drive to Survive. I nuovi fan della F1 lo adorano, e Ricciardo è diventato talmente popolare negli USA da essere fermato dall’attrice Anne Hathaway sul red carpet del Met Gala.
Daniel, insomma, a livello mediatico è una star. Ma al netto di tutta questa popolarità, cosa può realisticamente ottenere in Alpha Tauri? Per capirlo, bisogna prima di tutto guardare alla monoposto che guiderà per la prima volta nelle libere domani, la AT04. La vettura della scuderia di Faenza ha due ordini di problemi: non solo non è performante, ma è pure difficile da guidare, soprattutto in certe circostanze.
Nelle curve lente, la AT04 pecca di instabilità in ingresso, per poi sfociare in un fastidioso sottosterzo nel bel mezzo del cambio di direzione. Si tratta di un comportamento che va inevitabilmente a minare la fiducia nella monoposto da parte del pilota. Nel caso specifico di Ricciardo, la sicurezza nella vettura serve soprattutto all’ingresso della curva, dove Daniel ama essere particolarmente aggressivo.
Anche se la AT04 ha un tipo di limite diverso da quelli delle McLaren che hanno fatto tanto dannare Ricciardo, per un pilota tutto istinto come lui è fondamentale poter fare la differenza in ingresso curva. Se possa farlo o meno con la sua nuova Alpha Tauri potremo capirlo solamente a partire dalle FP1 di domani. Il suo ottimo test con la RB19, in fondo, conta poco, perché la AT04 si trova al polo opposto dello spettro della competitività delle monoposto 2023.
C’è poi un altro elemento da non sottovalutare, il suo nuovo compagno di squadra. Chi pensa che Yuki Tsunoda non stia dimostrando granché in Alpha Tauri quest’anno si sbaglia. Yuki è cresciuto molto da quando si è trasferito a Faenza, sia dal punto di vista personale che da quello professionale. E questo progresso si sta traducendo in una stagione solida, in cui è diventato il vero punto fermo del suo team. Qualcuno potrebbe pensare che per Ricciardo battere Tsunoda sia un compito semplice, ma non lo è affatto. Soprattutto nei suoi due primi weekend di gara, il primo con il format delle qualifiche con mescola obbligatoria e il secondo con la Sprint.
Daniel è abituato ad avere i riflettori puntati addosso, e nella giornata dedicata alla stampa oggi brillerà. Ma la vera prova del nove arriverà in pista. E nelle 12 gare che disputerà con l’Alpha Tauri Ricciardo si gioca la reputazione. Perché dopo le difficoltà in McLaren, deve dimostrare che quelle stagioni lontane in cui sembrava pronto a vincere un mondiale – e lo avrebbe probabilmente fatto, con la macchina giusta – non sono state solo una parentesi favorita dalle circostanze. Dopo quell’addio consumato suo malgrado, il futuro è di nuovo nelle sue mani. E chiudendo il cerchio in Alpha Tauri potrebbe aprirne un altro, in Red Bull.