Formula 1: cosa ci aspetta nella stagione 2023

Formula 1: cosa ci aspetta nella stagione 2023
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Il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, ci racconta cosa ha in serbo la stagione 2023
9 gennaio 2023

Dall'illusione alla delusione, è questo il percorso della Ferrari nel campionato di F.1 nel 2022. Dopo un inizio arrembante, con vittorie e pole position, che facevano presagire il ritorno del titolo mondiale a Maranello dopo 15 anni di assenza (Kimi Raikkonen, anno 2007), lo svolgimento della stagione ha mostrato una Red Bull in crescita dopo i cedimenti iniziali e un Max Verstappen cannibale che va a vincere il secondo titolo iridato con alcune gare di anticipo. Cosa che non si vedeva da un po' di tempo.

Una Red Bull che ha portato alla vittoria anche il secondo pilota, Sergio Perez, facendolo diventare il pilota messicano più vincente di tutti i tempi e già questa la dice lunga sul valore della macchina disegnata da Adrian Newey, che ha saputo cogliere nel dettaglio il nuovo regolamento tecnico, cosa che non ha fatto la Mercedes, con una W13 sbagliata e che ha messo in crisi Lewis Hamilton e George Russell, capace però a fine stagione, in Brasile, di cogliere la prima vittoria e la pole position con una macchina sbagliata. Esattamente il contrario di quanto accaduto alla Ferrari, ovvero partita bene e finita male, i tedeschi sono riusciti a ricavare qualcosa da un progetto sbagliato e questo pone gli interrogativi per il prossimo anno.

Perché una Ferrari vincente che poi si è persa per strada durante l'anno per problemi di affidabilità (motori rotti in Spagna e Baku) o uscite di pista di Leclerc (in Francia l'apoteosi quando era in testa) i rapporti difficili fra i due piloti ed errori di strategia clamorosi (vedi Montecarlo dove da primo Leclerc è finito quarto...) hanno portato alla clamorosa fuoriuscita del responsabile della GES, Mattia Binotto, sostituito in maniera poco chiara (indiscrezioni, smentite, poi conferme) da Fred Vasseur, francese a capo della Sauber Alfa Romeo e da tutti indicato come poco adatto a ricoprire quel ruolo alla Ferrari.

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Una rossa che deve ricostruirsi nelle gerarchie ma che non deve perdere quanto di buono visto per strada. Ovvero una macchina indovinata, un motore potente che è stato spompato perché troppo fragile (e per il prossimo anno si parla di un recupero di 30 CV, chi lo sa da dove spunta questo dato...). Ma sopratutto ricreare un clima e una mentalità vincente, cosa che al momento sembra mancare e che Vasseur non sembra avere nelle proprie corde, anche perché ci vuole tempo e non c'è molto da sperare a inizio anno che tutto giri al meglio. Anche se la Ferrari la capacità tecnica e umana per farlo ce l'ha. Una Red Bull, per contro, che si aspetta di non essere così competitiva come nel 2022 perché Mercedes e Ferrari recupereranno e quindi non dovrebbe esserci quel dominio visto in passato.

Se per Ferrari le speranze sono tante, coi rischi che ne seguono per tutti coloro che hanno imposto il cambiamento ( per Vasseur arrivare secondo vorrebbe dire fare come Binotto e quindi a cosa è servito il cambio?) ma anche per Leclerc, che sembra essere il fautore di questo cambio di marcia. Se il monegasco non raccoglie quanto si aspettano tutti, magari per colpe proprie, potrebbe trovarsi nella scomoda posizione di essere lui il problema della squadra. E poi Sainz, che non accetterà di fare da spalla se ci sono le condizioni per vincere, perché certe cose capitano una volta sola nella vita e non si capisce perché dovrebbe rinunciarci.

Quindi se una Ferrari ha tanti dubbi da un lato e qualche certezza tecnica, la Mercedes si gioca la faccia dopo il flop della W13, che pure ha vinto e segnato pole position. Il ritorno al vertice con Hamilton e Russell deve essere totale e completo, altrimenti anche per le frecce d'argento il rischio di un'altra stagione sbagliata dopo quella del 2022 potrebbe minare certe sicurezze. Insomma, sarà tutto da vedere. Il resto della compagnia, invece, sarà da seguire con curiosità: Alonso alla Aston Martin in rodaggio per il dopo carriera da pilota. Sensazione netta di chi ha già in mente una certa idea manageriale e ha visto degli spazi per inserirsi. Una Alpine che col duo francese Gasly Ocon promette fuochi d'artificio, visto come i due si stanno sulle scatole.

Un'Alfa Romeo all'ultimo anno di sponsorizzazione con Sauber, che ha preso il manager Andreas Seidl in vista del passaggio totale ad Audi, una McLaren che si affida alle mani di Andrea Stella per la gestione della squadra, tecnico italiano (umbro per la precisione) che dopo la Ferrari e il ruolo di ingegnere di pista di Alonso è cresciuto al punto da prendere il timone di una squadra blasonata come McLaren. E poi i dubbi su Haas e Williams, nel mirino di Andretti una e Porsche l'altra. E una certezza: non ci saranno piloti italiani in griglia. Antonio Giovinazzi ha perso l'ennesimo treno e punta a Le Mans con la Ferrari prototipo. Programma di prestigio, ma in tanti avrebbero voluto vederlo ancora in F.1, non solo come terzo pilota Ferrari.

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