Formula 1: con delle qualifiche così, a cosa serve la sprint qualifying?

Formula 1: con delle qualifiche così, a cosa serve la sprint qualifying?
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Con delle qualifiche così combattute come quella del Gran Premio di Spagna a Barcellona, viene da chiedersi quale valore aggiunto possano portare le gare sprint in Formula 1
8 maggio 2021

Dopo le accesissime qualifiche del Gran Premio di Spagna a Barcellona, la domanda sorge spontanea. Con una lotta così serrata, a cosa servono le famigerate qualifiche sprint? I valori in campo sul giro secco sono talmente ravvicinati da rendere il sabato pomeriggio totalmente imprevedibile. Davanti a tutti, a fare la differenza sono Lewis Hamilton e Max Verstappen, non i rispettivi team. Si gioca sul filo dei millesimi, a tutto favore dello spettacolo.

La Q3 di oggi ne è la splendida dimostrazione. Max aveva piazzato un tempone nella Q2, ma Lewis, la pantera del giro secco, non si è fatto certo intimidire. E ha trovato, nelle fasi finali della qualifica, quei 36 millesimi che hanno fatto la differenza. Meno di un battito di ciglia, probabilmente. Ma abbastanza per fargli artigliare la centesima pole in carriera, che illustra perfettamente il suo straripante percorso in Formula 1. Fare paragoni con altri grandi del passato non serve. Ognuno è figlio del suo tempo, della sua F1.

Però è giusto osservare un dato di fatto. Lewis è il pilota che ha segnato questa generazione, questa era della massima categoria del motorsport. È inevitabile che risulti indigesto a chi lo vede vincere a ripetizione tra anni, ma siamo convinti che, tra vent’anni, anche i detrattori più convinti converranno sul fatto di aver vissuto un percorso speciale. Il risultato, la pole, sarà spesso lo stesso, ma il modo in cui Lewis sta ottenendo la partenza al palo quest’anno illustra perfettamente il suo talento straripante.

Ma anche alle spalle dei top team la situazione è frizzante, in divenire costante. Basti vedere la differenza abissale che hanno fatto cinque decimi e spicci per Fernando Alonso, decimo e lontanissimo da uno splendido Esteban Ocon. Oppure, ancora meglio, i 63 millesimi nei quali, nella Q2, erano racchiusi Sainz, Perez, Norris, Leclerc e Ricciardo. Il guizzo del singolo esalta, stupisce, fa la differenza. È questa la F1 che vorremmo sempre vedere, splendida senza artifici.

A nostro avviso, la qualifica, suddivisa in Q1, Q2 e Q3, è già di per sé la parte televisivamente più azzeccata di tutto il weekend di gara. Se alla suspense consueta si aggiunge poi la vicinanza nei tempi di quest’anno, ecco che si crea l’alchimia perfetta per mantenere alte le pulsazioni degli spettatori. Ed è un peccato che nei weekend con la sprint qualifying, le qualifiche vengano ridotte ad un ruolo di contorno. Quello su cui la F1 dovrebbe lavorare, anziché pensare a modifiche del format, è rendere i valori in campo così vicini anche in gara. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente. Ma pur sempre vero.

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