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La pandemia che si è diffusa a partire dalla Cina sta creando non pochi problemi agli organizzatori locali, tanto che prossimamente, come avete già letto in altra parte, lo Strategy Group deciderà se cancellare o meno la gara di Shangai mentre per Hanoi si attendono altre informazioni. I cinesi avrebbero voluto aspettare almeno fino alla fine di febbraio, ma visto che i materiali per i box e il personale addetto alle strutture parte in anticipo, la F.1 sta vagliando le varie possibilità.
Nel frattempo sul paddock si è abbattuto l'effetto Greta Thunberg perché la Liberty Media ha varato una norma, nell'ambito del contenimento dell'impatto ambientale, che vieta tutte le bottiglie, le posate e altro ancora in plastica. Quindi divieto assoluto di portare nei motorhome e nelle salette VIP del paddock Club materiali simili. L'impatto è notevole dal punto di vista ambientale, ma crea (e sta creando) problemi ai team che da Natale hanno già inviato in Australia i materiali per i box. Infatti, al posto delle bottiglie d'acqua di plastica ci saranno quelle in cartone o tetrapack o contenitori in vetro, lo stesso dicasi per i piatti (quelli dei team e del paddock club sono in porcellana, ma spesso si usavano quelli in plastica per semplificare le cose nei servizi catering).
Quindi una F.1 più ecosostenibile, alle prese con la pandemia da un lato e dal rispetto ambientale dall'altro. Il rumore dei propulsori era già sparito da tempo, i consumi sono diminuiti e se ci saranno due gare in meno (potrebbe subentrare il GP di Germania nel caso, ma i tedeschi non hanno soldi in più da spendere). Per Liberty Media, nel caso dovessero saltare le due gare orientali, ci potrebbe essere una perdita valutabile fra i 70 e gli 80 milioni di dollari. Troppi per far sì che la cosa venga presa alla leggera. Per cui aspettiamo le decisioni future.