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L'avventura di Charles Leclerc in Ferrari continuerà oltre la stagione 2024 di Formula 1, in virtù di un contratto dalla durata pluriennale, la cui scadenza non è stata specificata dalla scuderia di Maranello. Davanti a Leclerc si presentano delle nuove pagine bianche su cui imprimere il proprio talento. Ma quali sono le gare più memorabili della sua esperienza con la Rossa disputate finora? Ecco le nostre cinque.
Charles Leclerc nella stagione d'esordio con la Ferrari stupì fin dal principio, incantando i tifosi della Rossa con la pole position colta nel Gran Premio del Bahrain. Poi, a Spa, arrivò la sua prima vittoria in carriera. Di quel campionato, però, non può che restare impresso il successo ottenuto in casa, a Monza, davanti a un pubblico in totale delirio. Se dovessimo individuare il momento in cui è iniziata l'adorazione che larga parte degli appassionati della Ferrari nutre per Leclerc, sceglieremmo proprio il Gran Premio d'Italia 2019. Erano passati nove anni dall'ultima vittoria colta da pilota della Rossa a Monza, nel 2010 con Fernando Alonso. E si stava aprendo una nuova era.
Leclerc quella vittoria se la dovette sudare, cercando di resistere in ogni modo al pressing dei due piloti di casa Mercedes. Scattato dalla pole position, si tenne alle spalle Lewis Hamilton con grande aggressività. Il primo corpo a corpo arrivò alla Roggia, con Hamilton costretto a mettere una ruota fuori pista. Poi, il taglio della prima variante che portò Lewis ad avere una chance, non sfruttata, alla Curva Grande. All'errore di Charles fece seguito quello di Hamilton, che perse la posizione nei confronti di Valtteri Bottas. Pur con il vantaggio di gomma, Bottas non fu in grado di impensierirlo davvero. E Charles si involò verso una vittoria dal grande significato. A 21 anni, si ritrovò sul gradino più alto del podio di Monza. Fu un successo simbolico, promessa di una gloria futura che ancora oggi gli sfugge. Non poteva saperlo allora, Charles. In quel momento l'avvenire era un punto lontano, oscurato dall'abbagliante felicità condivisa con una nazione intera.
Le qualità dei veri talenti si vedono anche nei giorni più bui. Quelli in cui serve mantenere anche un certo sangue freddo e la mente ben concentrata. La domenica del Gran Premio d'Austria 2020 rientra in questa categoria. Era il primo atto di un mondiale cominciato nel bel mezzo dell'estate, causa COVID. Una stagione in cui la Ferrari faticò moltissimo, con la SF1000 strozzata nel suo spunto dall'accordo segreto con la FIA siglato nel febbraio di quell'anno, prima che il mondo si fermasse, e di conseguenza anche la F1. Leclerc in qualifica era riuscito a piazzare la mediocre SF1000 in settima posizione, ben più avanti di quanto avrebbe ragionevolmente potuto fare. È il frutto di quel senso per il giro secco che fa di Charles il miglior qualificatore della F1 di oggi, capace com'è di elevare il materiale a sua disposizione giocando sul filo del rischio.
Il vero capolavoro, però, arrivò la domenica. Aiutato indubbiamente dai ritiri di Verstappen e Albon, nonché dalle penalità ad Hamilton, Leclerc si fece però trovare al posto giusto nel momento giusto, senza mai perdere lucidità. Il secondo posto a cui si aggrappò in gara riuscì a strapparlo di forza, con dei bei duelli ingaggiati con Norris e Perez. Non sarebbe andata sempre così bene, in quella stagione tormentata. Come Icaro involato, Leclerc si sarebbe poi portato troppo vicino al sole, incappando in errori dolorosi. Ma quel giorno in Stiria mise a segno una prestazione molto meno scontata rispetto a quelle che avrebbe potuto cogliere con una monoposto performante. E quindi, più preziosa.
Il Gran Premio di Gran Bretagna 2021 di Formula 1 è passato alla storia per la manovra azzardata di Lewis Hamilton alla Copse su Max Verstappen, spedito verso le barriere. Fu polemica, onta, discussione infinita. La miccia di una bomba che sarebbe esplosa negli ultimi GP di una stagione irripetibile. Ma in mezzo al fango brillava un diamante che in pochi, all'epoca, notarono. La prestazione di Leclerc a Silverstone quel giorno fu maiuscola. Con una vettura indubbiamente meno performante rispetto alla Mercedes di Lewis Hamilton, Charles arrivò persino ad accarezzare il sogno della vittoria. Non sarebbe arrivata, ma quella gara, a nostro avviso, rimane la più sofferta e meglio eseguita della sua storia in Ferrari finora.
Mancavano solo due giri e mezzo al termine della corsa quando Hamilton passò Leclerc, strappandogli la testa della corsa in extremis. Charles si era attaccato con le unghie e con i denti alla speranza di vincere, nonostante un problema al motore lo avesse fatto penare non poco. Per la Ferrari del 2021, quel secondo posto era tanto di guadagnato. Ma per Leclerc non poteva che rappresentare una vittoria mancata. Veloce, coriaceo, determinato fino all'orlo della disperazione: quel giorno si vide il miglior Charles Leclerc. Lui lo sapeva: si capisce dal team radio disperato, arrabbiatissimo di cui fu protagonista a fine gara. Sono passati anni, da quel successo sfumato sul finire. Ma la potenza di quella prestazione riverbera ancora oggi, nonostante fosse stata offuscata ai tempi dalla lotta senza esclusione di colpi tra Hamilton e Verstappen.
Di albe vincenti, l'Italia innamorata della Ferrari ne ha vissute tante, a cominciare da quel mattino dell'ottobre del 2000 in cui Michael Schumacher riportò la Rossa sul tetto del mondo. Se quella fu una consacrazione, l'alba rossa del Gran Premio d'Australia 2022 di Formula 1 sembrava un sogno. La diavolessa Ferrari F1-75, come l'avevamo soprannominata ai tempi, sembrava avere il potenziale per fare la differenza. Si stava distinguendo, in quell'inizio della nuova era del turbo, per la sua precisione tagliente, frutto di un'ottima trazione e di un'accelerazione bruciante, con un propulsore che non sembrava aver nulla da invidare all'omologo di Honda, e anzi spiccava per la sua affidabilità. In quelle condizioni, Leclerc era in uno stato di grazia.
Leclerc affrontava tutto con la calma di chi sa di avere un feeling speciale con la proprio monoposto e di non dover esagerare per potersi esprimere al massimo delle proprie potenzialità. Era la disposizione d'animo di un pilota che in cuor suo nutriva la speranza di avere finalmente per le mani una monoposto da mondiale, con cui poter finalmente coronare i suoi sogni, condivisi con i tifosi della Ferrari. Era solo un'illusione. Da lì a qualche mese le speranze di Leclerc si sarebbero infrante contro i limiti di un progetto dalle potenzialità di sviluppo inferiori rispetto a quello della Red Bull. Ma in quel momento, sembrava davvero tutto perfetto.
Concepito appositamente per esaltare le qualità delle attuali monoposto di Formula 1, il tracciato del Gran Premio di Las Vegas nel 2023 ha regalato una gara spettacolare, in cui Leclerc ha indubbiamente brillato. Charles è stato capace ancora una volta di portare la sua Ferrari SF-23 in pole position, approfittando delle difficoltà della RB19 nel portare nella corretta finestra di utilizzo le gomme nel giro secco, soprattutto sui tracciati cittadini e con temperature basse. E si è difeso benissimo in gara, cercando di tenersi alle spalle in ogni modo Max Verstappen, un uomo che non accetta nessun altro risultato che la vittoria.
Il vantaggio di gomma che Leclerc aveva prima dell'ingresso della seconda Safety Car si è trasformato in un punto debole dopo la fine della neutralizzazione. Sono queste le circostanze in cui Charles ha perso la testa della corsa, dopo averla sentita saldamente nelle sue mani. Il sorpasso a fine gara su Sergio Perez, tutto istinto e voglia di riscatto, è la fotografia di una gara in cui avrebbe meritato la vittoria. E un segnale di riscatto importante dopo il periodo molto difficile vissuto tra Zandvoort e Suzuka, prima che il fondo portato in Giappone facesse venire meno la necessità di optare per un assetto sottosterzante, che Leclerc non gradisce. È la prestazione più recente ad averci colpito, in attesa che Leclerc e la Ferrari possano scrivere il prossimo capitolo della loro storia insieme.