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Archiviato il pasticcio di Monaco, Hamilton in Canada ha dato l'ennesima dimostrazione di forza, dominando qualifiche e gara. Se continua così l'inglese rischia davvero di uccidere un Mondiale già in crisi di interesse, ma nessuno può fargliene veramente una colpa: voto 9, stratosferico.
Anche perché contro di lui c'è solo il fantasma del Rosberg velocissimo in prova e battagliero in gara visto lo scorso anno: il Nico 2015 è un pilota più lento in qualifica e soprattutto rinunciatario in gara, dove per la maggior parte dei giri resta a un paio di secondi da Hamilton preservando l'auto (anzi, l'energia, come in un videogames...) per l'assalto finale che però non riesce mai nemmeno a iniziare. Cosa sia successo al tedesco resta un mistero, la certezza è che il suo rendimento è ben al di sotto di quello mostrato lo scorso anno (o per lo meno nella prima parte della stagione scorsa). Considerando che con una Mercedes così è davvero difficile non cogliere comunque il 2° posto, stavolta il giudizio è particolarmente negativo, più per l'assenza di ogni tentativo di reazione che per la sconfitta in sè: voto 4, sbiadito.
Torna a podio invece Bottas, che è agevolato dai guai di Vettel e Massa in qualifica, e in gara se ne sta alle spalle di Raikkonen finché il connazionale non getta alle ortiche un podio sicuro. Lui è pronto a raccoglierlo e a guardar bene il suo merito è proprio questo: nel continuare a insistere, sapendo che a Montreal quasi sempre qualcosa accade. Voto 8, tenace.
Alti e bassi per la Ferrari
Voto 4 invece per Raikkonen, perché un pilota della sua esperienza non può commettere un errore del genere, per di più identico a quello dello scorso anno, per di più in una gara in cui doveva e poteva riscattare le ultime prestazioni opache con Vettel costretto a partire in fondo al gruppo. Anche il ritmo nel finale, poi, lascia perplessi: doveva rimontare su Bottas e invece è stato Vettel a rimontare su di lui... Non ci siamo.
A proposito del tedesco: commette un'ingenuità nelle prove libere e questo, sommato al guaio al motore (anzi, alla "power unit") lo fa partire praticamente dalle tribune. In una pista dove comunque è possibile superare, il tedesco rimonta con grinta, anche se impiega più del dovuto a superare un Alonso alla guida di una McLaren che sembrava l'ennesima chicane della pista canadese. Comunque vince ancora a mani basse il confronto con Raikkonen, pur arrivandogli alle spalle. Voto 7,5.
Buona prova per Maldonado, Hulkenberg e Kvyat. Delusioni Grosjean e Ricciardo
Ancora meglio, da questo punto di vista, fa Massa, che partendo anche lui dagli ultimi posti in griglia - per colpe non sue - arriva fino al 6° posto, impreziosito dalla manovra più spettacolare della gara, quando supera di forza Ericsson. Voto 8, grintoso.
Per la prima volta nell'anno a punti anche Maldonado, che è l'ultimo dei piloti non doppiati e con una Lotus in netta ripresa ha il merito di stare lontano dai guai: voto 7, ci voleva.
Non riesce in questa "impresa" invece Grosjean, che chiude la zona punti ma soprattutto chiude in malo modo Stevens a sorpasso ormai avvenuto: il francese ci rimette una gomma e pure qualche secondo di penalità, oltre che la faccia in mondovisione quando pretende via radio di dare la colpa all'inglese, che naturalmente è innocente. Voto 4, ci risiamo.
In netta ripresa invece, dopo alcune gare opache, Hulkenberg, che in Canada sfrutta al meglio il potenziale del motore Mercedes qualificandosi tra i primi 10 e poi conquistando un 8° posto che è comunque il massimo che si può ottenere con la Force India di quest'anno; sfortunato ma roccioso nella lotta con Vettel: voto 8, rigenerato.
E rigenerato sembra anche Kvyat, autore di una prova convincente dopo l'ottima gara di Monaco: in qualifica e in gara sovrasta nettamente Ricciardo e il suo è l'unico motore Renault ad andare a punti in questa gara. Voto 8, eroico.
Proprio il calo di Ricciardo in gara, invece, è uno dei misteri della gara: l'australiano entra in Q3 ma scivola progressivamente indietro, superato anche dalla Toro Rosso di Sainz. Voto 4, impalpabile.
A proposito dei "torelli", voto 6 a entrambi: su una pista difficile nella quale hanno sbagliato tanti campioni non commettono errori e fanno tutto quel che possono, su un tracciato meno adatto di altri alla loro monoposto. Sainz come detto si toglie la soddisfazione di finire davanti a Ricciardo, Verstappen invece si fa vedere per un bel sorpasso su Nasr ma può poco altro per la somma di penalizzazioni che lo colpiscono.
Inconsistenti Perez (voto 5: con un propulsore Mercedes poteva e doveva fare di più) e i piloti Sauber, che si fanno notare più che altro per i sorpassi che subiscono, dando l'impressione di non essere a loro agio su una pista d'altri tempi. Voto 5 quindi anche a Nasr ed Ericsson.
A proposito, Montreal in genere regala emozioni e anche se l'edizione di quest'anno non passerà alla storia, il tracciato ha fatto vedere alcuni bei sorpassi e tanti controsterzi a pochi centimetri dei muretti: tutt'altra cosa rispetto alle piste di nuova generazione circondate dal nulla. Voto 10 quindi alla pista canadese, uno dei pochi esemplari rimasti di una specie in via di estinzione.
I veri bocciati
Del resto i tracciati sono solo uno dei tanti elementi che stridono tra la F1 di oggi e quello che vorrebbero gli appassionati. Ad esempio, voto 0 all'ideona di penalizzare con secondi aggiuntivi chi non riesce a scontare in griglia tutte le penalità inflittegli: il principio può essere comprensibile, ma di fatto è ridicolo distruggere la gara di un pilota prima ancora del via, stroncando sul nascere anche qualsiasi remota possibilità di rimonta. Lasciamo immaginare la verve che ci metterà un pilota costretto a correre in quelle condizioni... e poi si lamentano che manca lo spettacolo.
E voto 0 anche alle altre ideone in discussione per il futuro, come quella di reintrodurre i rifornimenti (pericolosi e costosi), con l'unico di risultato - già visto in passato - di eliminare del tutto i sorpassi in pista e non capire davvero più niente in tribuna sulla realtà competitività di piloti e auto. Per non parlare del ritorno ai motori congelati, in modo da sapere già a metà febbraio chi vincerà il Mondiale. Poi non stupiamoci se lo spettatore medio cambia canale...