Formula 1: buon compleanno Williams! 40 anni di storia [Video]

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Nel 2017 la Williams festeggia i suoi primi 40 anni. Ripercorriamo insieme la storia della scuderia di Grove
23 marzo 2017

Per chi segue la storia della Williams vedere la sigla FW40 non è una sorpresa. Non che sia la logica numerazione delle monoposto costruite dal team inglese, ma una celebrazione dei 40 anni ufficialmente trascorsi dalla nascita della Williams Grand Prix ad oggi. Nel 1977, infatti, con una vecchia March 761 dell'anno prima e pilota il belga Patrick Neve, cominciava ufficialmente l'avventura della terza squadra più vincente della F.1. Nove titoli costruttori, sei titoli piloti, davanti solo Ferrari e McLaren, tanto per dire. Insomma, qualcosa di unico che Frank Williams può essere orgoglioso di aver fondato. 

Eppure la storia del team e di quest'uomo sono davvero simboliche di come le difficoltà a volte servano da sprone per sopravvivere e imporsi. Prima della squadra di F.1 esisteva un'altra Williams, una scuderia da corsa che prese forma dopo che negli anni 60 Frank si era cimentato come pilota ma, essendo intelligente, capì subito che era meglio far correre gli altri invece che spendere tempo e quattrini da solo. E così nacque l'esperienza da team manager. Nel 1970 forse pochi sanno che la De Tomaso F1 era gestita da Frank Williams, esperienza che si concluse tragicamente con la morte di Piers Courage e la perdita degli sponsor olandesi che finanziavano l'avventura.

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Poi ci fu la parentesi della gestione della Iso Rivolta, nome famoso nella costruzione di GT sportive, all'epoca faceva concorrenza alle Ferrari e a Lamborghini. In un capannone vicino a Varedo, provincia di Milano, la monoposto era pilotata da Arturo Merzario, il motore il classico Cosworth col cambio Hewland. La pista di prova non era Monza, che distava 12 km appena, ma la superstrada Milano Meda, all'epoca in costruzione (a dire il vero oltre alla Iso di F.1 ogni tanto Merzario svezzava anche le Alfa prototipo...). I ragazzini dell'epoca si assiepavano sul terrapieno, la Iso Rivolta sorgeva proprio sullo svincolo, per cui si sentiva a distanza il motore che rombava e Merzario che passava a 300 all'ora per vedere che tutto stesse insieme.

Erano i tempi in cui Frank Williams doveva vendere il suo rolex d'oro per tornare da Vallelunga in Inghilterra perché non c'erano manco i soldi per il viaggio, dormire in hotel era un lusso impensabile, bastava il furgone

Erano i tempi in cui Frank Williams doveva vendere il suo rolex d'oro per tornare da Vallelunga in Inghilterra perché non c'erano manco i soldi per il viaggio, dormire in hotel era un lusso impensabile, bastava il furgone. E poi gli amici. Uno in particolare, il giornalista Giancarlo Falletti, che gli diede una mano e Frank gli promise l'uno per cento della scuderia per ringraziarlo. Anni dopo quell'uno per cento ha reso ricco Falletti, che ancora oggi ha un ottimo rapporto con sir Frank Williams, titolo conferito dalla regina per i risultati sportivi e commerciali ottenuti dalla squadra.

La storia della F.1 la conoscono tutti, gli inizi col motore Cosworth poi nell'83 il passaggio agli Honda e i primi mondiali, anche se la prima vittoria è firmata Clay Regazzoni a Silverstone nel 1979 subito dopo un bellissimo secondo posto a Montecarlo a un secondo dalla Ferrari di Scheckter. Erano anni d'oro, perché i sacrifici fatti erano svaniti con la nascita della sede di Didcot, i soldi degli arabi della Saudi Airlines (col papà del famigerato Osama Bin Laden come sponsor con la propria impresa di costruzioni!), la tecnologia e la fantasia di Patrick Head al timone tecnico della squadra.

E poi il dramma nella primavera del 1986, l'auto che esce di strada sulle curve del Paul Ricard in Francia, Frank senza cintura allacciata si rompe una vertebra e resta paralizzato, Peter Windsor direttore sportivo (attuale telecronista per una TV americana) illeso ma ammaccato. Sembra finita, invece Frank Williams torna ai box con la sua sedia a rotelle, sempre più duro, sempre più lucido. E poi i mondiali a ripetizione, con la Honda, l'era d'oro con Renault, il dramma Senna nel 94, e poi l'ultimo mondiale nel 97 con Jacques Villeneuve. E ancora, la BMW, Toyota, Mercedes, lo sponsor Martini e ora la nuova fase, con il baby Stroll e papà che immettono capitali.

Ma Williams è anche energia alternativa, lavora col governo inglese e con vari team prototipi (vedi Audi fino all'anno scorso) coi sistemi ibridi, le telecomunicazioni col ministero della salute e il controllo dei mezzi da trasporto. La tecnologia della F.1 applicata ad altri campi, come fa la McLaren con la gestione del terminal 5 di Heatrow (ha fornito la telemetria) e il ministero della salute per monitorare i malati assistiti a casa. Insomma, la F.1 che fa muovere aerei, ospedali e autobus. Da noi non accade ancora, alla Williams ci sono riusciti. E anche questo fa parte di quei 40 anni al vertice in cui sir Frank Williams si è conquistato il rispetto di tutti.

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