In Brasile vince la fantasia
Certo che vivere in una favela a ridosso del circuito ha i suoi vantaggi. Almeno una volta all’anno. In Avenida Interlagos 5800 abita il signor Gilmar De Santana, 41 anni, che grazie all’unico balcone con vista circuito a 150 reais a testa (meno di 40 euro) fa entrare i visitatori a godersi la partenza, i box e altro ancora, organizza pure una churrascata (grigliata) con tanto di champagne.
Se si pensa che un posto in tribuna costa 525 reais minimo (140 euro circa), è un affare e infatti deve sfoltire la lista di invitati che dal quarto piano della sua abitazione possono assistere alla gara e alle prove. Nei due giorni di sabato e domenica il signor Gilmar mette insieme quello che poi gli serve per vivere per i tre mesi successivi e forse più.
Ma nello stesso stabile il record forse lo ha fatto il signor Pimenta Filho (nome inventato che tradotto significa il figlio del pepe…) che con una colletta ha costruito una replica in legno della Ferrari di Alonso e Raikkonen, pagandola 6700 reais (1700 euro), trasportandola al sesto piano con una serie di verricelli che ha tirato su i 180 kg della monoposto, la quale messa di fronte al circuito, con vista box, ospita i clienti, pardon i visitatori, che pagano fior di quattrini (anche 100 euro) per farsi la foto in una Ferrari, con autodromo e altro ancora. Insomma, da queste parti la fantasia non manca e viva il Brasile!
“In Avenida Interlagos 5800 abita il signor Gilmar De Santana, 41 anni, che grazie all’unico balcone con vista circuito a 150 reais a testa (meno di 40 euro) fa entrare i visitatori a godersi la partenza, i box e altro ancora”
Marussia e Catheram out, ma in F.1 è la regola per i non inglesi
Oggi si discute della scomparsa della Marussia e della Catheram dalla F.1, anche se quest’ultima sta cercando finanziatori tramite una colletta. Ebbene non deve stupire se queste squadre sono saltate, visto che pure avendo la base in Inghilterra, di fatto erano una squadra russa e malese. E dopo la Hrt, che era spagnola, il quadro è presto fatto.
La storia recente della F.1 dimostra, infatti, che se non sei british non vivi a lungo in F.1. L’elenco delle scomparse è presto fatto: a fronte di Tyrrell, Brabham e mettiamoci anche Stewart (che è poi la Red Bull di oggi prima ancora Jaguar) sparite di recente (la Jordan è la Force India di oggi) se si va ad analizzare le squadre scomparse, emerge evidente come tutte quelle extra Inghilterra hanno avuto vita dura.
In Francia c’era la Renault (che oggi fornisce solo i motori) ma c’erano anche la Ligier, la Larrousse e l’AGS, tutte sparite senza lasciare traccia anche dopo che la Ligier è stata rilevata da Prost. Gli Stati Uniti con Penske e Lola Beatrice ci avevano provato. Ma sparite entrambe pure queste… In Germania c’era la Maurer, praticamente estinta già dalla F2, ma anche la Rial, in Italia l’elenco è lunghissimo: dall’Alfa Romeo, si è passati alla Osella, Fondmetal, Scuderia Italia, Coloni, Lamborghini e Minardi (diventata Toro Rosso) e stiam parlando di squadre con una lunga serie di presenze di un certo livello.
“Ora qualcuno si sarà pentito di non aver dato retta a Giancarlo Minardi quando chiedeva uno junior team della rossa. Sarebbe servito a livello politico e formativo per i piloti”
Se poi consideriamo anche i tentativi di Forti Corse, Life, e qualche comparsata della Andrea Moda,
l’elenco del made in Italy scomparso dalla F.1 è triste e lungo. E pensare che squadre come Fondmetal, Osella e Scuderia Italia, insieme con Minardi, hanno portato idee, lustro e piloti di spicco nel mondiale. Eppure sono sparite. E a breve anche l’unica squadra svizzera, la Sauber, (la Eurobrun già sparita negli anni 90) rischia di fare una brutta fine. E che dire di Honda-Superaguri? Anche i giapponesi fatti fuori dal grande circo.
Oggi sono rimaste le squadre storiche inglesi, Williams, McLaren, tanto per citarne due iridate, e in Italia solo la Ferrari. Forse a Maranello ora qualcuno si sarà pentito di non aver dato retta a Giancarlo Minardi quando chiedeva uno junior team della rossa. Sarebbe servito a livello politico e formativo per i piloti. Invece a Maranello hanno cannibalizzato tutte le risorse tricolori e oggi sono da soli contro lo strapotere, anche politico, degli inglesi. Quindi, nulla da stupirsi se altre due squadre sono sparite nel nulla…