Formula 1 Brasile 2014: cosa significa cucinare a Interlagos per il Circus

Formula 1 Brasile 2014: cosa significa cucinare a Interlagos per il Circus
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Christian Staurenghi, Responsabile Catering per Pirelli Motorsport, ci racconta i retroscena del cucinare a Interlagos per la Formula 1, ma anche per la GP2 e la GP3
6 novembre 2014
San Paolo Brasile. Tutto qui ricorda gioia e allegria anche se dall’esterno migliaia di favelas circondano il circuito con un’estensione devastante se si pensa a come vivono queste persone con case improvvisate, ma che riescono sempre a impressionare per la loro semplicità e per i loro sorrisi.

Un lungo tragitto

Arriviamo via Austin con un volo charter diretto a San Paolo. Rigorosamente in classe economica. Il volo dura circa 10 ore. Sveglia all’ alba, pazza partenza alle 5.00 am dall’hotel perché per uscire dagli Stati Uniti, oltre che per entrarci, si necessita di tempi protratti e di controlli con file lunghissime, ma per fortuna con la partenza anticipata ce la siamo cavata bene.
 
Arriviamo alle 23.30 locali con un ritardo del volo e raggiungiamo l’hotel nel cuore della notte. Sono le 2.45 am e vogliamo solo andare nel letto. La sveglia all’indomani ci ricorda che la partenza sarà alle 9.00 am. La banda è al completo, con i suoi sei musicisti di turno, io, Fabiano, Riccardo, Erik, Loredana e Trini. Questa volta non devo guidare, abbiamo un autista locale. A differenza di altri posti qui la guida è complementare ad avere una sorta di scorta o persona fidata che sa districarsi tra il traffico e le trappole di San Paolo.

Cornici contrastanti

Bene, mezz’ora di sonno in più per arrivare in circuito la mattina. In hotel siamo in una zona molto tranquilla a Mourumbi, dove ci sono un hotel e un grandissimo e un centro commerciale che fanno da cornice ad un’area apparentemente ricca e molto ben curata, un’aerea sorvegliata e piena di negozi di macchine e moto oltre che di alberghi lussuosi.
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Tanti i locali per cui passare vicino a Interlagos. Noi consigliamo il Fogo de Chao
 
Se non ricordo male qua vicino giace uno dei miei idoli d’infanzia. Come non ricordare Ayrton Senna da Silva, meglio noto come Magic. Pelle d’oca e lacrimuccia tra le orbite mentre sulla tastiera del mio Mac batto questo nome. Ayrton è stato oltre che un grandissimo pilota (a parere mio il più grande) anche un uomo che ha lasciato il segno nella gente.
 
San Paolo è piena di situazioni che lo ricordano e anche per me che sono passati 20 anni sembra ieri. Mi sforzo di fare la mia parte prendendolo come esempio, ma nella mia vita quotidiana e con le mie mansioni, qualche situazione ci accomuna. Grande Ayrton non mollava mai.

Un terreno difficile

Il circuito rimane fuori da San Paolo, a circa 30/40 minuti ma molto dipende dal traffico che credetemi è pazzesco. In circuito - uno tra i più vecchi che io abbia mai visitato - le cose non sono molto migliorate nel tempo. Diciamo che una volta si cucinava all’interno del garage e ora abbiamo dei localini dove lo spazio tra cucina e sala è un bancone di marmo. Se dovessi trovargli un nomignolo carino e convincente direi cucina a vista, ma la verità è che siamo molto sacrificati da spazi e infrastrutture ormai non più adeguate ad ospitarci.
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Meglio affidarsi a guide esperte se si decide di percorrere le strade intorno a Interlagos
 
Ricordo che qui avevamo un lavandino per tutto il paddock 20 anni fa e si faceva a turno per lavare tegami, padelle e posate. Si usava la plastica, come nei campeggi , ora usiamo la ceramica ma il lavandino è uno per team con acqua fredda…. Ma anche questo è il Brasile.
 
I Supermercati sono in forte espansione. Io personalmente vado al centro commerciale a Interlagos come la maggior parte dei team di F1, nel cuore delle favelas. Si raggiunge in 15 minuti dal circuito e come anticipato è scioccante passare in mezzo alle favelas e rimanere indifferenti. Il supermercato nello specifico è migliorato moltissimo. Carne, pesce verdure, trovi ormai tutto e di buona qualità qui, solo fa specie uscire con 5 carrelli e avere la gente che ti guarda come un marziano viste le condizioni delle persone intorno al centro.
 
Un ristorante tipico e dove amo passare almeno una serata è la il Fogo de Chao, churrascaria tipica Brasiliana. Si serve la picanha e tanti tagli di carne infilzate a delle spade, e i camerieri passano a i tavoli tagliando porzioni direttamente al cliente. Direi molto scenografico e di sicuro effetto, il tutto condito con buffet misto e capirinha a nastro. Buon appetito! Le persone in generale sono cordiali, rispettose e molto solari, quando chiedi una cosa ti aiutano con molta semplicità e attenzione, sono molto disponibili e come si dice la felicità e un sorriso non costano nulla ma hanno un grande valore. Alla prossima nota di viaggio, Abu Dhabi tappa di fine stagione.
 
Christian Staurenghi, Responsabile Motor Home Hospitality per Pirelli F1, GP2 e GP3, a quota 306 GP di F1
 
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