Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Il modello Racing Point non sarà più replicabile. Nella serata di ieri, il Consiglio Mondiale della FIA ha ratificato il divieto, a partire dalla stagione 2021 di Formula 1, del cosiddetto reverse engineering. In soldoni, non si potrà più attingere a piene mani da progetti altrui a partire da foto, o, nel caso specifico della scuderia di Silverstone, dai progetti della Mercedes. Che ci si avviasse verso il bando di questa pratica lo si era intuito nel momento in cui Renault e Ferrari avevano ufficializzato la decisione di ritirare l'appello contro la decisione della FIA sul caso Racing Point.
La sensazione all'epoca fu che i team avessero deciso di ritirarsi dalla battaglia perché sicuri di aver vinto la guerra. Più che per la stagione in corso, infatti, l'appello era un'assicurazione per il futuro. L'importante, insomma, era che nessuna scuderia potesse portare in pista una monoposto così simile ad un'altra come la RP20 della Racing Point, uguale alla Mercedes W10 dello scorso anno. E in effetti, nelle parole scelte dalla Renault per annunciare il ritiro dell'appello si parlava di rassicurazioni circa il futuro.
Promesse che si sono concretizzate con la decisione del Consiglio Mondiale della FIA, che, una volta per tutte, ha messo fine all'annosa guerra dei cloni che ha inasprito la caldissima estate 2020 della F1, più bollente nel paddock che in pista. Con la decisione di ieri, è bandito "l'ampio uso del reverse engineering per sfruttare il design di un concorrente per sviluppare le superfici aerodinamiche di una monoposto". Questo il testo del provvedimento della Federazione.