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Sakhir – C’è poco da dire e da commentare: i numeri del GP del Bahrain dicono tutto. Ovvero che quest’anno conta il motore e meno l’aerodinamica. Per cui se non hai potenza da tutto il gruppo, non vai da nessuna parte. E questo spiega perché davanti ci sia un plotone di Mercedes che nemmeno in una concessionaria trovi tutte in fila così, pure la safety car per rimuovere i rottami della Sauber di Gutierrez era Mercedes.
Supremazia Mercedes
Insomma, i tedeschi hanno lavorato bene e la classifica della gara lo dimostra: doppietta con Hamilton e Rosberg, proprio come sette giorni fa in Malesia, poi la Force India di Perez, motorizzata Mercedes anche questa. A rompere le fila solo la Red Bull di Ricciardo, quarto, e quella di Vettel, sesta. Poi ancora Mercedes sulle Williams di Massa e Bottas. Per trovare la Ferrari bisogna scendere al nono posto di Alonso e il decimo di Raikkonen. Se la Red Bull è l’unica col motore Renault a stare nella zona punti lo deve solo all’aerodinamica di Adrian Newey e al talento dei piloti.
Il resto lo fa la meccanica con un motore che rende meno del tedesco e parlando di crisi generale questa pista ha mostrato quella Ferrari. Lente in rettilineo, lente in curva, ma almeno affidabili. Peccato che a metà gara Raikkonen avesse già 78 secondi di distacco, ovvero si era preso circa 2 secondi al giro in assetto corsa. «I maggiori incrementi arriveranno dai motori – spiega Aldo Costa progettista Mercedes – sul resto i vantaggi sono ridotti per cui se hai potenza fai tutto, altrimenti insegui». Insomma, se hai i cavalli fai tutto.
E lo dimostra la Red Bull che in qualifica rispetto all’anno scorso ha perso 8 km/h sul traguardo mentre i rivali della Mercedes hanno guadagnato qualcosa. Se sul traguardo sei lento vuol dire che hai scaricato le ali per andare più forte in fondo al rettilineo. Se le Mercedes vanno forte anche sul traguardo vuol dire che con la potenza che hanno possono aumentare il carico sugli alettoni e andare forte in curva senza perdere nulla in rettilineo.
“I nostri piloti devono essere liberi di combattere e lo hanno dimostrato in maniera eccellente con una gran corsa”
Alonso: «Tutto è possibile, possiamo recuperare»
Semplice, a parole, ma ora cosa succederà? «Abbiamo un pacchetto di sviluppo aggressivo che proveremo da martedì a mercoledì qui in Bahrain – dice Alonso – Mercedes ha un vantaggio ma su piste come Barcellona o Montecarlo ce la possiamo giocare con le nostre qualità. Non dico cosa proveremo ma è un insieme molto grosso, per la Cina forse non avremo tutto, ma dobbiamo pensare che anche gli altri recupereranno e quindi sarà dura, ma abbiamo tutto per farcela. Non dimentichiamo che nel 2009 la Brawn aveva vinto le prime sei gare e poi sul finire era in affanno, siamo solo alla terza gara su 19 e quindi possiamo farcela senza problemi».
Un altro segreto Mercedes, come dice Costa, è il bilanciamento aerodinamico: «Andiamo forte in rettilineo e in curva, consumiamo meno le gomme e abbiamo velocità buone dappertutto, è il frutto di un lavoro di affinamento molto forte, ma non è finita perché abbiamo ancora altre cose da mettere in campo». Se quindi dal punto di vista tecnico la Mercedes sarà sempre un punto di riferimento, l’unica speranza per gli avversarsi è che l’armonia di squadra fra Hamilton e Rosberg si rompa e che i due diventino nemici veri.
«In pista hanno lottato bene, senza esclusione di colpi – dice il boss Toto Wolff – ma si sono rispettati. Non abbiamo dato ordini di scuderia e nemmeno li daremo in futuro. I nostri piloti devono essere liberi di combattere e lo hanno dimostrato in maniera eccellente con una gran corsa».
Ecclestone e Montezemolo vs Todt
Siamo alla terza gara, il mondiale ha già detto molto. «Questa F.1 è inaccettabile» dice Ecclestone. Ribatte Montezemolo: «La gente non apprezza il prodotto F.1, dobbiamo cambiare per il futuro» con la chiusa di Jean Todt, Presidente della FIA: «La F.1 non è una repubblica delle banane, ci sono delle regole vanno rispettate, solo chi perde vuole cambiarle».
E con questo, mentre nelle stanze dei bottoni si decide il da farsi, in pista qualcuno deve darsi una mossa altrimenti contro le Mercedes non ci sarà nulla da fare.