Formula 1 Azerbaigian 2016: le pagelle di Baku

Formula 1 Azerbaigian 2016: le pagelle di Baku
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Ecco le nostre consuete pagelle di F1. A Baku torna a brillare Rosberg, seguito da Vettel. Delude Hamilton, Perez terzo si esalta
20 giugno 2016

Dopo le due batoste rimediate a Montercarlo e in Canada, in tanti avevano dato Rosberg per spacciato in chiave campionato: la rimonta di Hamilton pareva solo questione di (poco) tempo. E invece a Baku il tedesco ha sfoderato la grinta dei giorni migliori, con una prestazione perfetta per tutto il fine settimana, dominando qualifiche e gara mentre il rivale si complicava la vita da solo. Ora il distacco è tornato a essere importante, e soprattutto tutti sono avvisati: il Rosberg edizione 2016 è un pilota capace di qualsiasi impresa, e forse finalmente se ne sta convincendo anche lui. Voto 10, schiacciasassi.
 

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L’Hamilton 2016, in compenso, è un bel mistero: campionissimo e pasticcione a giornate alterne. E a Baku purtroppo ha mostrato questo suo secondo lato, ripetendo in serie errori da novellino e senza mai trovare veramente il ritmo. L’inglese compromette tutto in qualifica con una toccata evitabilissima, ma anche in gara da lui ci si aspettava ben altra rimonta. Certo, poi anche i problemi di elettronica non l’hanno aiutato, ma l’unica cosa andata davvero in tilt questo fine settimana sulla Mercedes n. 44 era dentro il casco… Voto 2, distratto.
 


Ben altra presenza, di pensiero prima ancora che di piede, ha mostrato Vettel, rifiutandosi di rientrare ai box all’ennesimo tentativo di suicidio strategico da parte del box Ferrari (voto 4: sarebbe stato il terzo errore grave quest'anno, dopo Barcellona e Canada!). Il tedesco deve avere ripensato a Montreal e capita l’antifona ha fatto quello che ci si aspetta da un campione: ha seguito il proprio istinto. Il secondo posto non raddrizza la stagione, ma premia un fine settimana partito in salita ma raddrizzato giro dopo giro dal tedesco, veloce e immune da errori. Voto 9, sempre al top.
 


Una bella prestazione, stavolta, è arrivata anche da Raikkonen, che manca il podio per un errore davvero veniale dopo una discreta qualifica e una solida gara, penalizzato dall’aver anticipato il cambio gomme (la stessa strategia che Vettel si era rifiutato di seguire). Voto 7, troppo obbediente?

Insieme a Rosberg, però, il migliore in pista per tutto il fine settimana è stato Perez: avrebbe colto una clamorosa prima fila senza l’errore del venerdì con conseguente sostituzione del cambio e arretramento in griglia, ma poco male perché in gara il messicano è risalito come una furia nei primi giri e poi ha continuato a pestare sul gas con il ritmo e l’intensità dei grandi, fino ad agguantare un 3° posto che gli va perfino stretto. Voto 10 e lode allora, e qualche top team per cortesia gli dia un’altra possibilità: se la merita.
 


Grandi aspettative, alla vigilia, c’erano anche sulle Williams, ma la realtà è andata un po’ diversamente: capita che non era giornata per grandi imprese, Bottas ha tirato fuori comunque il massimo possibile, con un buon 6° posto che fa classifica, ma non strappa applausi. Voto 7 quindi, però la sua stagione - come la sua carriera - rischia già di plafonarsi…

È andata molto peggio, in proporzione, a Ricciardo, splendido in qualifica e partito con grandi ambizioni, che si sono sgretolate dopo pochi giri insieme alle sue gomme. Il resto è stato un girare in tondo fino al traguardo. Voto 6 sulla fiducia, con il pensiero già rivolto alla prossima gara che forse è meglio.

Voto 5,5 a Verstappen, dal quale dopo il Canada ci si aspettava ben altra grinta, ma evidentemente la presenza di muretti ovunque e il conto della carrozzeria dopo i botti di Montecarlo lo hanno indotto a più miti consigli, tanto più che la Red Bull stavolta non c’era proprio. Insolitamente tranquillo.
 


Un altro dal quale era lecito aspettarsi ben altra gara era Hulkenberg, anche perché nel suo caso il compagno di squadra riesce davvero a far vedere tutto un altro repertorio: certo non entra in Q3 per un malinteso con il suo ingegnere, e sì al via rimedia una ruotata da Gutierrez, però se anche quest’anno fosse andato a correre a Le Mans nessuno se ne sarebbe accorto a Baku. Voto 4, disperso.

Chiude la zona punti Massa, ma la sua è davvero una prestazione che sa di brodino riscaldato: per ottenere un sedile per il prossimo anno serve ben altro. Voto 5, urge riscatto.
 


Voto 8, in compenso, alla pista di Baku, anche se qualcuno dopo una gara risultata oggettivamente noiosetta la sta menando da ieri pomeriggio che è tutta colpa di Tilke e di Ecclestone e che si stava meglio quando si stava peggio. La verità è che sì, lo svolgimento del gran premio è stato fin troppo regolare, con le prime due posizioni di fatto mai in discussione, però di questo non si può incolpare la pista. Piuttosto, pur essendo un tracciato quasi interamente costituito da curve a 90°, non sono mancati gli elementi di interesse, dalle punte velocistiche elevatissime alla famigerata strettoia, dove tutti sono stati ben attenti a non combinare disastri. Non sarà Spa o Suzuka, però il circuito presenta una sua identità ben precisa, proprio quello che manca a tante altre piste di nuova generazione. Insomma, date le premesse poteva andare molto peggio e per capirlo basta pensare al (per fortuna) già dimenticato gran premio di Corea...

I voti

Nico Rosberg - 10
Lewis Hamilton - 2
Sebastian Vettel - 9
Kimi Raikkonen - 7
Sergio Perez - 10 e Lode
Valtteri Bottas - 7
Daniel Ricciardo - 6
Max Verstappen - 5.5
Niko Hulkenberg - 4
Felipe Massa - 5

 

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