Formula 1 Austria 2014: la situazione della Ferrari

Formula 1 Austria 2014: la situazione della Ferrari
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Dopo 8 gare dall'inizio del mondiale sono evidenti gli equilibri in campo. Cosa può fare la Ferrari che certo non ha fatto apposta a sbagliare il progetto? Raccogliere dati e lavorare per il futuro | <i>P. Ciccarone, Austria</i>
22 giugno 2014

Zeltweg – Ormai è ufficiale: la Ferrari ha ammainato la bandiera. Lo dice il responsabile della GES Mattiacci quando conferma che riprendere la Mercedes è impossibile: «Col regolamento attuale anche se sappiamo come migliorare il gruppo motore, non possiamo farlo per legge, quindi è impossibile recuperare il divario sui rivali, cercheremo di migliorare progressivamente e faremo tesoro del lavoro di quest’anno per la prossima stagione».

Lontani dai miglioramenti

Ovvero, fine dei giochi, la domenica pensate al week end con la fidanzata e scordatevi la F.1, a meno di terremoti, inondazioni o eventi infausti (per la Mercedes, tipo rotture di motore etc). Questo è il quadro complessivo dopo otto gare

di un mondiale sempre più dominato dai tedeschi. Alonso, quinto, riesce a vedere uno spiraglio positivo: «Sono arrivato quinto a 18 secondi dal vincitore e senza safety car, quindi è stata la mia miglior gara dell’anno. Ferrari migliorata? Se guardate il mio compagno di squadra che è decimo, non direi...».

E con questo il secondo messaggio negativo della giornata è servito: uno, la macchina non va e non possiamo migliorarla; due, se prendiamo Raikkonen come riferimento, qua ce la giochiamo contro la Marussia. O giù di lì. E con questo il quadro è definito. Ma cosa deve fare la Ferrari? Niente. Semplicemente non farsi prendere dal panico e lavorare unita. In questo momento tutti i settori stanno tirando allo stremo delle loro possibilità. Gli aerodinamici lavorano spediti in una direzione, i motoristi (per quel che possono) spingono in un altro e via così.

Cosa deve fare la Ferrari? Niente. Semplicemente non farsi prendere dal panico e lavorare unita. In questo momento tutti i settori stanno tirando allo stremo delle loro possibilità

Tante realtà diverse che vanno al massimo

Sono tante realtà diverse che vanno al massimo. Ma vanno nella stessa direzione? Uno come Domenicali, forse, avrebbe capito che l’insieme fa la vittoria e non è detto che andare tutti allo spasimo sia sintomo di unità. Anzi, il rischio è che tira di qua tira di là, qualcosa possa spaccarsi. E non è il caso. Ovviamente si fanno nomi, gente come Pat Fry che non rientra nelle grazie di chi comanda, Marmorini che deve giustificare un gruppo propulsore non eccelso (anche se il turbo benzina non è male, il problema è la parte elettronica), Tombazis che deve giustificare perché dal punto di vista aerodinamico non se ne sia imbroccata una, nemmeno per sbaglio.

E poi la gestione piloti, leggi Raikkonen. Insomma, il lavoro non manca. Occorre restare uniti, compatti e creare un ambiente di lavoro sereno, che non vuol dire rilassato. Quindi è sbagliato creare quel clima di terrore, dove tutti hanno paura di tutti e temono di dire una parola di troppo e di giocarsi posto e stipendio. Chi lavora sbaglia, può capitare. Se lo fa in buona fede non deve essere demonizzato. Alla Ferrari non l’hanno mica fatto apposta a sbagliare il progetto, credevano fosse la strada giusta.

Bisogna rimboccarsi le maniche

E’ andata male, quindi rimboccarsi le maniche e darci dentro. Il resto, la politica e le regole, le discutono i capi, i presidenti, mica i tecnici. Quindi, per ovviare all’idiozia di non poter modificare nulla, occorre che si muova il vertice. Magari con azioni clamorose. Andare in pista sapendo di prenderle non è bello né sportivo. Enzo Ferrari rinunciò a delle gare quando capitò, 1973 tanto per restare in argomento, e prese lo stop a delle corse.

La Ferrari di oggi forse non può farlo per via di regole, contratti e altro ancora. Ma sarebbe il caso di ricordare a tutti chi è e cosa rappresenta. E quindi, come si dice, tirare fuori gli attributi e farsi valere nelle sedi opportune. Il resto, intanto, tocca alla gestione sportiva.

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