Formula 1. Alpine, Pat Fry: “Alonso? Un valore aggiunto per il team”

Formula 1. Alpine, Pat Fry: “Alonso? Un valore aggiunto per il team”
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Pat Fry, il Chief Technical Officer dell'Alpine, racconta la nuova nata del team di Enstone, la A522, e le complessità del nuovo regolamento tecnico
27 febbraio 2022

Nata da un foglio bianco per volere di un regolamento tecnico rivoluzionario, l’Alpine A522 di Fernando Alonso ed Esteban Ocon deve molto del suo DNA al lavoro di coordinazione di Pat Fry, il responsabile tecnico della scuderia di Enstone. Fry, descrivendo la A522, parla di una monoposto “piuttosto affidabile” sin dai primi giri a Barcellona. “Abbiamo notato una correlazione abbastanza buona tra i dati del simulatore e quelli che abbiamo raccolto in pista – osserva Fry - Non abbiamo spinto al massimo per vari motivi, preferiamo essere accorti. La questione è capire quanto siamo veloci se comparati agli altri. So quantificare più o meno la performance potenziale della mia macchina, ma non quella della concorrenza. Sarà interessante capire come andranno le cose tra due settimane”. 

Le nuove vetture, “fantastiche nelle curve veloci, ma difficili da gestire in quelle lente”, sono molto diverse tra loro. E Fry non nasconde che le differenti interpretazioni del regolamento tecnico hanno attirato la sua attenzione. “Si osserva e si impara sempre dagli altri. Ci sono circa 50 aerodinamici per team, quindi un totale di 500 tecnici hanno lavorato al nuovo regolamento. Ed è sorprendente che ci siano così tante soluzioni diverse in pista, è entusiasmante. Ovviamente stiamo tutti guardando le foto delle altre macchine, stiamo già approntando alcuni pezzi velocemente. E sarà così per tutta la prima parte dell’anno”.

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Nel contesto di un nuovo regolamento, comprendere i valori in campo è difficile anche per un tecnico con l’esperienza di Fry. “Ho un’idea di dove potremmo trovarci, ma è molto difficile capirlo. Puoi guardare i dati GPS e capire quanto le altre scuderie stiano spingendo, se usano il DRS o no – sette decimi di differenza – ma come usano il motore, quanta benzina imbarcano, non possiamo saperlo”. La stessa A522 è ancora in divenire: “Abbiamo portato molte soluzioni qui, e stiamo lavorando ad altre, che speriamo di poter utilizzare in Bahrain. Stiamo lavorando a un aggiornamento che arriverà poco dopo l’inizio della stagione, basato su dati della galleria del vento. E ora, dopo aver visto il lavoro degli altri, bisogna valutare rapidamente quanto ci voglia ad adottarle”.

La vera sfida del nuovo regolamento tecnico, secondo Fry, riguarda l’aerodinamica. “Quando sei alla massima velocità, arriva molta più aria al fondo, cambiano le velocità dei flussi aerodinamici che, si passi il termine, "esplodono" improvvisamente facendo perdere moltissima deportanza. Il famoso effetto pompaggio (porpoising, per gli anglofoni ndr). Bisogna quindi interpretare i dati della galleria del vento, e prestare attenzione alla sicurezza. Solo oggi ci possiamo rendere conto quanto sia grave il problema e come possiamo lavorarci. È sempre stato questa la preoccupazione principale: si può generare moltissima deportanza, ma non è stabile”. Interessante, dal punto di vista motoristico, la soluzione biturbo adottata da Alpine, che consente una guidabilità più fluida della monoposto con minor ritardo nella risposta all'acceleratore e un gruppo power unit più compatto e ben bilanciato.

In questo contesto sfidante, nel caso di Alpine, si aggiunge infatti anche una “power unit completamente riprogettata, con un grande lavoro di collaborazione tra i due gruppi: telaisti inglesi, motoristi francesi. Non si tratta solo della performance, ma anche dell’intero pacchetto della macchina”, prosegue Fry. L’ultima giornata dei test a Barcellona per l’Alpine è finita ben prima del previsto, con una vistosa fumata bianca che non lasciava presagire nulla di buono. “Abbiamo avuto una piccola perdita idraulica dalle grandi conseguenze – rivela Fry -. C’è stato un principio di incendio nella zona tra il motore e la trasmissione, che ha causato danni alla parte centrale della vettura. Il nostro è un pacchetto molto compatto, e quando qualcosa va storto ci vuole tantissimo tempo per rimediare. Ricostruire la macchina avrebbe comportato un tempo lavoro di circa sei ore, volendo essere ottimisti. Quindi non aveva senso provarci”. E prove interrotte in anticipo con massima costernazione di Alonso e di Esteban Ocon, che avrebbe dovuto subentrare alla guida nel pomeriggio.

E se i problemi di affidabilità non sono una stranezza nei primi giorni di test, la vera sorpresa è stato l’ormai famigerato porpoising. “Siamo stati colti di sorpresa, durante il filming day, dal livello del fenomeno ad alta velocità. Tutti stanno accusando questo problema. Sembra però che l’inconveniente sia decisamente peggiore con le gomme demo rispetto a quelle usate nei test. È una questione su cui è necessario lavorare, ma non è così grave come pensavamo inizialmente. Per avere un baricentro basso, la macchina deve essere molto rigida, e questo aumenta il livello di rimbalzo, causando problemi all’aerodinamica. Serve trovare una configurazione stabile in curva”.

 

Per l’Alpine, un team che secondo Fry sta ancora lavorando sui tre aspetti che un team deve avere per eccellere – risorse umane valide, ottimi strumenti e metodologie di lavoro – Fernando Alonso rappresenta un valore aggiunto assai importante. “Fernando in questi due anni si è dimostrato rilassato e al top della forma. È una star. Negli ultimi 14 anni ho lavorato con lui per otto stagioni (McLaren, Ferrari e adesso Alpine, ndr). Ho praticamente passato la metà della mia vita con lui”. E dalle parole di Fry emerge anche l’onestà di Alonso al ritorno dopo due anni di assenza. “All’inizio è stato molto schietto, dicendo che non era colpa della macchina, ma sua. E ha calmato il team". Con la sua esperienza (ha guidato vetture ad effetto suolo, affrontato così tanti cambiamenti regolamentari in F1) Alonso è una figura fondamentale per un’Alpine che, con la sua A522, cercherà di farsi strada a centro classifica. Solo il tempo ci dirà se sarà davvero così. 

Da Moto.it

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