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La F.1 cerca una nuova identità e sta provando nuove strade. La popolarità di questo sport consente poi la cessione dei diritti TV, l'arrivo di sponsor e di pubblico in modo tale da riempire le casse della categoria. Negli ultimi anni c'è stato un calo e solo la bella stagione 2017, con la Ferrari protagonista, ha segnato una inversione di tendenza con più gente davanti alla TV e negli autodromi. Ma serve ancora altro per tornare al passato. Eppure basterebbe applicare "il protocollo Arrivabene", chiamiamolo così, che aveva fatto toccare vette di popolarità ed entusiasmo alla F.1 in passato.
Per chi non lo sapesse, Maurizio Arrivabene prima di diventare il responsabile della GES Ferrari era uno dei dirigenti mondiali della Philip Morris, ovvero il gruppo delle sigarette che era sponsor di Ferrari McLaren e altri team ancora. Fu Arrivabene a introdurre un principio che ha segnato il successo e la popolarità della F.1. Nel 1990 fu una sua geniale intuizione a dare una svolta. Come sponsor riunì nella splendida località di Madonna di Campiglio i piloti, le squadre e i giornalisti con le famiglie per trascorrere qualche giorno all'insegna del divertimento, ma anche del lavoro, visto che tutti i giorni c'erano conferenze stampa, presentazioni di squadre (dalla Ferrari alla Scuderia Italia passando poi per Ducati e altro ancora) in maniera intelligente.
Si stava insieme, si faceva gruppo, c'era un contatto diretto coi protagonisti del mondiale e si creava un clima di amicizia. Fosse stato limitato solo agli addetti ai lavori sarebbe stato forse limitativo, invece la geniale intuizione di Arrivabene fu quella di portare i piloti, le macchine, i protagonisti, al pubblico presente a Campiglio. E fu così che nacque la pista ghiacciata, dove fecero esibire addirittura una Ferrari F.1 con gomme chiodate, gli incontri dei piloti su un palco pronti a rispondere alle domande del pubblico, spesso più intelligenti e segnanti dei giornalisti.
C'erano le storie di notti allegre con Schumacher vestito da principessa Sissi che ballava il valzer con Barrichello che gli toccava il sedere, il povero Nicky Hayden alla consolle scatenato con gli ACDC o Alonso che fa il prestigiatore con Valentino Rossi e Fisichella che anima le serate e Massa che (Stonato) ci canta sopra. Si faceva gruppo, lo si faceva in amicizia e con rispetto e questo era utile a tutti. Il concetto era: se non vieni in autodromo, ti porto io i protagonisti a contatto con la gente normale. E così c'era Schumacher che sciava con la moglie, Barrichello che faceva shopping in centro, Massa che si scatenava in discoteca. Bernie Ecclestone con Jean Todt e Montezemolo che passeggiavano come normali turisti.
Se la F.1 vuole ritrovare il giusto rapporto con la gente, deve tornare alla gente, in maniera semplice, con allegria e divertimento. Se invece la si vede solo come un modo per fare soldi, quattrini da dividere, è finita.
Era una manifestazione che costava, certo, ma il ritorno in comunicazione dal 1990 al 2012 è stato incalcolabile nel mondo. Ecco, questo "protocollo Arrivabene " ha portato molto alla F.1 e ai suoi personaggi, perché Maurizio, che il 7 marzo compirà 61 anni, è rimasto un ragazzo semplice, uno coi piedi per terra, uno capace ancora di arrossire se gli si chiede una foto o un autografo e proprio per questa sua origine, di cui ha mantenuto l'umiltà ("Piedi per terra e testa bassa" il suo motto) era riuscito a capire cosa serviva per rendere popolare la F.1. E fra le prime mosse, appena arrivato al vertice alla Ferrari ci fu proprio la protesta in tribuna a Barcellona, insieme ai ragazzi dei Ferrari club, in cui chiedeva semplicità. Ecco, se la F.1 vuole ritrovare il giusto rapporto con la gente, deve tornare alla gente, in maniera semplice, con allegria e divertimento. Se invece la si vede solo come un modo per fare soldi, quattrini da dividere, è finita.