Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La Formula 1 dice addio all'Halo: lo Strategy Group, riunitosi ieri a Parigi, ha bocciato l'introduzione del dispositivo di protezione della testa del pilota nella stagione 2018. Questo sistema, proposto a seguito degli incidenti occorsi a Jules Bianchi e Justin Wilson, sarebbe dovuto essere adottato già nel 2017; si è deciso, però, di posticipare di un anno, per permettere di condurre ulteriori test in merito. I piloti, peraltro, si erano mostrati scettici fin da subito in merito alla visibilità garantita dall'Halo.
L'idea di introdurre un sistema di protezione per il capo degli alfieri in lizza, tuttavia, non è tramontata: durante il briefing dei piloti del venerdì in Cina, è stata proposta un'altra soluzione, lo Shield. Si tratta di un dispositivo simile ad un parabrezza, di dimensioni minori rispetto all'Aeroscreen: si estenderà solo fino alla testa del driver. Così come per l'Halo, anche nel caso dello Shield verranno condotti test in pista nel corso della stagione, in modo tale da valutarne l'efficacia.
L'introduzione di un sistema di questo tipo divide il paddock. Molti ne contestano l'utilità; altri, invece, ne sottolineano l'importanza nell'evitare gravi conseguenze per chi è al volante in caso di incidenti violenti. Tra questi Felipe Massa, che nel 2009 in Ungheria fu ferito proprio al capo da un bullone perso dalla Brawn GP di Barrichello. Il paulista fu costretto a saltare il resto della stagione.
Lo Strategy Group si è espresso anche in merito ad altre questioni: l'uso dei cofani a pinna di squalo e delle T-Wing subirà delle restrizioni a partire dalla stagione 2018. Le forti vibrazioni cui questi componenti sono sottoposti ne causano troppo facilmente la rimozione dalla vettura nel corso dell'attività in pista.
Il nuovo corso americano della Formula 1, iniziato con l'acquisizione della property da parte di Liberty Media, sembra più democratico: allo Strategy Group, infatti, sono ora invitati rappresentanti di tutte le scuderie. Anche i team minori, dunque, avranno voce in capitolo nelle decisioni sul futuro del Circus.