Formula 1. A Spa-Francorchamps quindici anni fa l'ultimo italiano a podio: le speranze sono tutte su Antonelli e Minì

Formula 1. A Spa-Francorchamps quindici anni fa l'ultimo italiano a podio: le speranze sono tutte su Antonelli e Minì
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Quindici anni fa, a Spa-Francorchamps, è salito l'ultimo pilota italiano su un podio di Formula 1, Giancarlo Fisichella. Le speranze future sono tutte su Andrea Kimi Antonelli e Gabriele Minì
28 luglio 2024

Gran Premio del Belgio 2009. Vince la Ferrari con Kimi Raikkonen che sul finire di gara riesce a beffare Giancarlo Fisichella, autore della pole position. Per il romano una delusione cocente, ma ancora la prova di essere valido e competitivo dopo gli anni alla Renault. Fu l’ultimo podio di un pilota italiano in F.1. Sono passati 15 anni da quel momento, dopo di che il buio assoluto per i piloti tricolori. In una recente inchiesta di Fom sui piloti e le nazioni medagliste in stile Olimpiade, l’Italia occupa il 7 posto con 43 successi in totale.

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Pochi rispetto agli oltre 320 della Gran Bretagna, che con Hamilton a quota 104 ha dato un enorme contributo a questa statistica. Se poi andiamo a cercare l’ultima vittoria di un pilota italiano, dobbiamo sempre cercare Giancarlo Fisichella in quel 19 marzo 2006 in Malesia. Dopo di che il silenzio. Fisichella ha smesso con la F.1 a fine 2009, quando decise di accettare l’offerta Ferrari che, però, invece di confermarlo per il 2010 aveva già Alonso e Massa in squadra. Fu il momento peggiore per andare alla Ferrari, dove con Alonso avrebbe riformato una coppia veloce e affiatata come ai tempi Renault in cui portarono a casa due mondiali piloti e costruttori. Invece la sirena di Maranello è stata l’ultima chance per Fisichella. Dopo di che è toccato a Jarno Trulli fino al 2011 con Tonio Liuzzi portare il tricolore in attesa del 2017 con le prime partecipazioni di Antonio Giovinazzi, in pianta stabile in Alfa Romeo dal 2019 al 2021 prima di smettere anche lui con la F.1. Da quel momento in poi niente piloti italiani in F.1, nessun podio e il ricordo di una vittoria che ormai ha oltre 18 anni di anzianità.

Le speranze adesso sono sui giovani Antonelli e in futuro a ruota di Minì, ma al solito manca qualcosa nella filiera tricolore. Perché i due ragazzi, speranze nazionali, se lo sono lo devono alla gestione Mercedes da un lato e a Nicholas Todt dall’altra. Poi, come al solito, se saranno in F.1 il merito verrà diviso fra le varie associazioni, federazioni e al portiere che apriva i cancelli ai tempi del kart. Mentre Inghilterra, Francia e altre nazioni si sono organizzate nel gestire la carriera dei piloti locali, per gli italiani tutto gravita attorno al caso. Fisichella e Trulli grazie a Flavio Briatore, Giovinazzi grazie a un investitore indonesiano e alla visione di un Sergio Marchionne che voleva un italiano in Alfa Romeo prima e Ferrari dopo. Il made in Italy da corsa non va di moda, eppure di ragazzi che meritano in giro ce ne sono da qualche parte, ma non esiste più un Minardi capace di dare loro fiducia e spingerli al vertice. E così, 15 anni dopo l’ultimo podio e 18 anni dopo l’ultima vittoria, per sentire l’inno di Mameli bisogna aspettare le vittorie Ferrari con uno spagnolo e un monegasco, oppure dedicarsi al WEC dove l’inno accompagna sia la squadra sia i piloti italiani, Fuoco, Giovinazzi e Pierguidi, unici alfieri mondiali di questo sport a quel livello.

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