Formula 1 2024: tre giorni di test in Bahrain sono sufficienti? Secondo Fernando Alonso, no

Formula 1 2024: tre giorni di test in Bahrain sono sufficienti? Secondo Fernando Alonso, no
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Secondo Fernando Alonso, i tre giorni di test pre-stagionali a disposizione delle scuderie di Formula 1 in preparazione del campionato 2024 non sono sufficienti
20 febbraio 2024

Tre giorni di test pre-stagionali sono davvero sufficienti a preparare team e piloti di Formula 1 per il campionato che prenderà il via con il Gran Premio del Bahrain 2024 la prossima settimana? Gli anni dei test privati sono ormai molto lontani, essendo stati aboliti nel 2009. Ma con il passare del tempo sono state ridotte al lumicino le occasioni di provare in pista le vetture. L'ultimo passo è stata la riduzione dei test invernali dai sei giorni - spalmati su due settimane, previsti fino a qualche anno fa - a soli tre giorni. Dimezzare i collaudi non ha riscontrato il favore di una parte degli addetti ai lavori, compreso Fernando Alonso. 

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"I test in Bahrain saranno molto limitati, ci ho pensato tutto l'inverno - queste le dichiarazioni di Alonso raccolte da Racingnews365 in occasione dell'incontro con i media organizzato dall'Aston Martin per la presentazione della AMR24 -. È ingiusto che ogni pilota abbia a disposizione solo una giornata e mezza per prepararsi per un campionato del mondo. "Con tutti i soldi che girano nell'ambiente, il marketing e le belle cose che si dicono della Formula 1 e dell'avvicinarsi ai fan, non capisco perché non si facciano test per quattro giorni, due per ciascun pilota".

"Con tre giorni di test, non si può dividere equamente tra i due piloti - osserva Alonso - e non ho idea del perché non si possono utilizzare due macchine". Alonso solleva una questione non di poca rilevanza. Visto che i test pre-stagionali oggi sono organizzati a ridosso della prima gara dell'anno, portare in pista entrambe le vetture non è un compito impossibile. E aiuterebbe i piloti ad avere più tempo a disposizione per allenarsi e prendere dimestichezza con la loro nuova monoposto. Un giorno e mezzo è veramente poco, soprattutto perché non sono da escludere problemi di affidabilità che potrebbero ulteriormente ridurre l'attività in pista.

In Formula 1 con il passare degli anni si è sempre fatto maggiore affidamento sulle simulazioni virtuali. Non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta di uno dei pochi sport in cui i protagonisti non possono allenarsi. Ci sono però delle sfumature che anche la simulazione più accurata non può cogliere. Lo ha dimostrato chiaramente il caso del porpoising nel 2022. Impossibile da riprodurre in galleria del vento, il sobbalzare delle monoposto durante i test ha colto di sorpresa le scuderie, che non si aspettavano che il classico effetto collaterale delle monoposto ad effetto suolo potesse verificarsi con una forza così dirompente.

Staremo a vedere se qualche scuderia proporrà nella F1 Commission modifiche ai programmi dei test per il 2025, l'ultimo anno prima dell'introduzione dell nuovo regolamento tecnico 2026, con monoposto e power unit inedite. Una nuova frontiera che, come successo nel 2022 con le monoposto a effetto suolo, sicuramente porterà a un aumento delle giornate di collaudi invernali in pista. Per ora Fernando Alonso dovrà accontentarsi del poco tempo a disposizione. E se questo è un problema per piloti dalla grande esperienza come Alonso, figuriamoci come possa essere problematico per chi ha meno esperienza.

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