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Non poteva che essere la regina della Formula 1 di oggi, la Red Bull, a chiudere le presentazioni delle monoposto 2024. E a differenza di quanto successo negli anni scorsi, oggi - all'evento, più che nei rendering che potete vedere scorrendo la gallery - si è vista davvero la RB20, una vettura che già di primo acchito, e in una versione embrionale, dimostra che i tecnici guidati da Adrian Newey hanno saputo sfruttare un'ottima base senza aver paura di innovare, con soluzioni che a prima vista sembrano quasi spiazzare. D'altronde, quando si ha una monoposto dotata di una spaventosa efficienza aerodinamica come lo era la RB19, si può cominciare a lavorare di fino, potendosi permettere oltretutto di interrompere lo sviluppo della vettura dell'anno in corso per concentrarsi su quello successivo.
Nasce così la RB20, la monoposto con cui Max Verstappen cercherà di cogliere il quarto titolo consecutivo, andando a eguagliare il risultato colto da Sebastian Vettel un decennio fa con la Red Bull. Corsi e ricorsi storici di cui a Max importa molto poco. A Verstappen interessa solo continuare a vincere, mangiandosi la concorrenza in un sol boccone. I record che infrange nel percorso sono irrilevanti per lui. Dopo lo straripante dominio dello scorso anno, non può essere che lui il grandissimo favorito per il mondiale, forte com'è non solo grazie al suo talento ma anche ad un ambiente che è cucito su di lui, meccanismo fondamentale di un ingranaggio oliato.
Con un Verstappen e una Red Bull così come li abbiamo visti lo scorso anno, poco importa chi affianca l'olandese. Ma per Sergio Perez la stagione 2024 sarà fondamentale, se vuole restare in Formula 1. Il mercato piloti per il 2025 si è acceso ancora prima dell'inizio del campionato precedente con l'annuncio bomba del passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari. È solo la prima tessera a cadere in un effetto domino che interesserà molte altre scuderie, tra cui potenzialmente rientra la stessa Red Bull. Se fino a poco tempo fa sembrava che Perez dovesse solo vedersi dalla potenziale concorrenza di Daniel Ricciardo, la faccenda si fa più complessa.
Molto dipenderà dalle qualità della Red Bull RB20, e nello specifico la guidabilità per chi non si chiama Max Verstappen. Non è un mistero che le vetture puntate all'anteriore e con il posteriore instabile che galvanizzano Verstappen possono mettere in difficoltà chi si trova dall'altro lato dei box. Non è successo solo a Perez, ma dopo una stagione come la scorsa Sergio deve ritrovare la quadra, se vuole continuare a nutrire anche la sola minima speranza di mantenere il posto. A proposito di situazioni precarie, lo è anche la posizione di Christian Horner, al centro di indagini interne alla Red Bull per una presunta condotta inappropriata nei confronti di una dipendente. Una vicenda che ha gettato un'ombra sulla presentazione della RB20, l'osservata speciale dei test al via il prossimo 21 febbraio.
Non potrebbe che essere altrimenti, non solo per lo status da campione del mondo in carica della Red Bull, ma anche per le novità che si notano subito sulla RB20, di cui in studio era presente una versione più vicina al prodotto finito di quella farlocca dei rendering. A cominciare dalle prese d'aria all'ingresso delle pance, che più che una bocca sulla nuova nata della scuderia di Milton Keynes sembrano delle feritoie verticali, posizionate vicino all'abitacolo. Non è un caso che nella diretta non abbiano inquadrato la macchina dal frontale: era per celare questo dettaglio. Che le masse radianti della RB20 siano decisamente cambiate sotto il vestito dell'ormai classica livrea si vede da un altro dettaglio, la presenza dei "bazooka" sul cofano motore. Una soluzione, questa, che era stata adottata dalla Mercedes già lo scorso anno. Insomma, la Red Bull esce dalle convenzioni create proprio da lei per osare ancora di più. Quanto pagherà questa scelta, lo sapremo solo all'atto pratico.