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Kimi e Kevin nemici giurati
Montereal - L’ultimo episodio di Montecarlo, quando Raikkonen per superare Magnussen lo ha centrato al tornantino del Fairmont e si è pure beccato una reprimenda dai commissari, non è trascorso senza polemiche nei box. I due, infatti, è dal GP di Malesia che si toccano e se le suonano, poi hanno bissato in Bahrain e nelle gare dopo si sono ostacolati. A Monaco l’ennesima toccata. Insomma, tanto per dirla fuori dai denti: i due si stanno sulle balle.
E non lo mandano a dire. Kimi si lamenta dell’arroganza e dell’ostruzionismo inutile di Kevin, Magnussen risponde che con Kimi non ha mai parlato per chiarirsi: «Con lui non serve, è inutile parlarci, tanto non capirebbe lo stesso». E la storia rischia di andare avanti ancora a lungo.
Perché i due non si sopportino non è chiaro, già in Australia Magnussen non lo ha trattato con rispetto (tipico dei giovani veloci verso gli anziani) e Raikkonen se ne è infischiato fino a quando non è stato toccato rovinando la sua corsa. Ora in Canada il bubbone è scoppiato e il duello rischia di proseguire per tutta la stagione…
Lewis malfidente con Nico
I rapporti alla Mercedes sembrano buoni, in realtà tutto è precipitato dopo il GP di Spagna quando si è scoperto che Hamilton non ha rispettato gli ordini del team e per tenersi dietro Rosberg ha azionato un pulsante che dava più potenza. A Monaco c’è stato il dubbio della furbata di Nico in qualifica cosa che ha mandato in bestia Hamilton.
Ora si scopre nel team che tutte le regolazioni e le scelte di Rosberg vengono analizzate da Lewis, che chiede sempre cosa fa il compagno di squadra mentre Nico se ne infischia e va per la sua strada. Non deve stupire questo comportamento, perché Hamilton, in fondo, è il vero artefice dei problemi in squadra. Lo fece alla McLaren con Alonso e lo sta facendo con Rosberg, non ci è riuscito alla McLaren con Button perché Jenson ha un carattere diverso e psicologicamente è riuscito a metterlo in crisi.
“Non che Rosberg sia un santo, ma è più pulito e limpido rispetto a Lewis”
Quindi Lewis è il frutto di una personalità contorta, di uno che ha dovuto scavare montagne di terra per aprirsi una strada e questo lo porta a rapportarsi con gli altri usando la propria mentalità. Ovvero quella di uno che se è il caso fa la fregatura. E appena c’è qualcosa di poco chiaro, è convinto che anche gli altri facciano lo stesso. Insomma, nei timori verso i rivali Hamilton vede se stesso allo specchio.
Un caso da psicologia avanzata, ma che fa capire perché in un team i rapporti possano deteriorarsi. Non che Rosberg sia un santo, ma è più pulito e limpido rispetto a Lewis. In squadra lo hanno capito e sono corsi ai ripari aumentando la trasparenza interna. Ma il fatto che Mercedes preferisca Rosberg per gli spot e le promozioni del marchio, fa capire meglio di ogni altra cosa come la pensino.