Formula 1 2014: debiti a pioggia, ma la cambiale diventa high-tech

Formula 1 2014: debiti a pioggia, ma la cambiale diventa high-tech
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Una volta c'era la cambiale, oggi in F1 invece circolano i "pagherò". Tante belle promesse ma i soldi non arrivano quasi mai e intanto torna in auge il baratto... | <i>P. Ciccarone</i>
19 aprile 2014

C’era una volta la cambiale, quel pezzo di carta con cui, specie negli anni '60, generazioni intere si sono permesse l’acquisto di auto, cucine, televisioni e altro ancora. Oggi, novella generazione di cambiali, in F.1 circolano i pagherò, contratti a lungo e medio termine che, al contrario delle cambiali di una volta, non vengono rispettati. Mentre per gli italiani anni '60 rispettare le scadenze era un obbligo morale, nella F.1 di oggi non pagare o saltare le scadenze diventa quasi obbligatorio, ma da un altro punto di vista.

Gli sponsor arrivano, i soldi forse

Gli esempi non mancano: la Sauber doveva prendere i soldi dei russi di Sirotkin e dopo la presentazione in pompa magna, si sono perse le tracce del pilota e dei quattrini. Lo stesso dicasi per gli sponsor che Perez doveva portare alla McLaren l’anno scorso. Anche qui non si è visto quello promesso, col risultato che il pilota ha cambiato squadra, garantendo dei finanziamenti che non si sa fino a che punto siano arrivati, e alla McLaren Withmarsh ha salutato la compagnia lasciando il team scoperto con gli sponsor, tanto che ora, gara per gara, compare un finanziatore a parte, Sap in Cina, Mobil in Bahrain e via di questo passo. Prezzo di favore, dai 5 ai 10 milioni di euro a gara. Ammesso che li prendano.

eric boullier mclaren
L'anno scorso Eric Boullier era in Lotus, ma vista la gestione a dir poco bizzarra del Lotus F1 Team, quest'anno è approdato in McLaren

 

E che dire dei piloti ancora senza stipendi? Il caso più eclatante è quello di Raikkonen, partito dalla Lotus senza il becco di un quattrino, ma anche Hulkenberg e soci da metà schieramento in poi sono in attesa delle spettanze dovute. Alla Lotus, poi, c’è il caso limite che a non prendere quattrini sono stati anche i meccanici, cuochi, camerieri e direttore generale, quell’Eric Boullier che è passato alla McLaren. Eppure la Lotus vanta sponsor di rilievo sulla vettura, poi vai a vedere nel dettaglio e scopri il bluff.

La squadra non paga gli stipendi, la società proprietaria fa utili. Qualcosa non quadra

Un esempio? La Elmaar che compare sull’abitacolo. Si tratta di una società immobiliare di Dubai con un utile netto stratosferico: l’anno scorso hanno intascato 3,8 miliardi di dollari e con Gerald Lopez, il manager della Genii Capital proprietaria della Lotus, ha un accordo fatto di cambio merce e sponsorizzazione. Sulla macchina, e quindi sul team, la Elmaar versa appena 800 mila euro, mentre il restante (4,2 milioni) li dà a Lopez come cambio merce per la sua società di capitali. Quindi, più che i quattrini, in F.1 gira il baratto.

Siamo al paradosso che la squadra è povera, non paga gli stipendi, mentre la società che la gestisce è in attivo e guadagna grazie alla F.1

 

Se società come la Genii usano la F.1 come vetrina, è anche vero che di soldi non ce ne mettono. Siamo al paradosso che la squadra è povera, non paga gli stipendi, mentre la società che la gestisce è in attivo e guadagna grazie alla F.1. E’ un meccanismo perverso che sta coinvolgendo altri team e che sta provocando la reazione delle piccole squadre, come Marussia (il cui capo ha lasciato la gestione del team e ha mantenuto la proprietà solo tramite il fondo di capitali) o la Catheram il cui business è quello dei voli low cost e che dalla F.1 vorrebbe solo immagine da travasare nelle proprie attività commerciali.

formula 1 bahrain 2014 (31)
Il concetto di stipendio per il pilota non è ancora chiaro a molti dei team presenti in F1

Pilota e stipendio? Due concetti non sempre così vicini

Su 22 piloti al via, quelli che prendono uno stipendio sono pochi: i due della Ferrari, i due della Mercedes, i due della McLaren, Vettel e un piccolo ingaggio per Ricciardo, Massa riceve lo stipendio dagli sponsor brasiliani e Bottas dai finlandesi. Il resto è tutto un marasma in cui alcuni, come Maldonado, han dovuto trovare 36 milioni di euro per finanziare la Lotus e poi sentirsi messo da parte (e questo spiega la reazione sopra le righe di Pastor che cerca di dare una scossa all’ambiente con esito contrario).

 

Se i piccoli team hanno problemi (senza i soldi di Ecclestone dei diritti TV non avrebbero nemmeno i soldi per le trasferte, che tra l’altro vanno pagate a parte proprio alla società che si occupa dei viaggi…), anche i grandi in qualche modo vanno di baratto. Che può essere la fornitura di acqua minerale per il team e gli ospiti, con tanto di pallet che dall’Europa arrivano in Australia via mare… o con forniture varie per il merchandising, caffè e altro ancora. Insomma, di questi tempi meglio firmare una cambiale in Italia che sottoscrivere un contratto in F.1…

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