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Gran bella trovata i gran premi in notturna: si riesce a correre dall'altra parte del mondo ma ad orari umani per i tifosi veri (quelli con sempre meno soldi per andare a vedere la F1 in circuito o per abbonarsi alla pay TV) e le immagini televisive vengono da Dio, trasformando un'immensa coperta di cemento in un magico spettacolo di luci. Chiedere per conferma a chi ha visto anche la GP2, che si corre di giorno, sulla reale attrattività del posto... Ben venga allora la notte che tutto avvolge e tutto nasconde, anche le esagerazioni dello show business.
In questa notte illuminata a giorno e vestita a festa, Hamilton ha fatto tutto quello che doveva e poteva: ha dominato le qualifiche con un giro incredibile (peccato non abbia messo anche la telemetria di questo su Twitter....) e condotto con assoluta autorevolezza la gara. Lui dice che stava andando pure piano, mentre Vettel sudava le proverbiali sette camice per stargli dietro...
McLaren: veloce e concreta
Naturalmente non sapremo mai se è la verità o solo un atto auto-consolatorio di sbruffoneria, o ancora un modo per intimorire gli avversari, perchè il cambio dopo meno di metà gara ha detto basta, però questo Hamilton su questa McLaren fa veramente paura. Anche adesso che è a più di 50 punti da Alonso. Per l'inglese il voto è comunque 10 perchè lui non ha proprio niente di cui rimproverarsi. Azzoppato.
E la maledizione di Singapore colpisce anche Maldonado, autore di una qualifica strepitosa e di una gara intelligente: al via perde due posizioni ma non combina casini, dimostrando di tenere tranquillamente il ritmo di Button. Il podio, con il senno di poi, sarebbe stato suo, e meritatamente, ma la Williams lo tradisce. Per lui comunque voto 10, perchè qualificarsi così con la sua monoposto è roba da campioni. Sfortunato.
Voto 9 invece a Vettel, che ha vinto comunque con merito e si è riavvicinato alla vetta della classifica, però niente ci toglie dalla testa - guardando anche le qualifiche dietro a Maldonado con una buona ma comunque modesta Williams - che ora che la Red Bull non è più quel razzo in mezzo ad aerei di carta anche il tedesco stia mostrando di essere sì bravissimo, ma non così extraterrestre come lo scorso anno. Concreto.
Alonso: sembre bravo a cogliere i risultati
Voto 10 anche ad Alonso, davvero spietato nello sfruttare ogni errore degli avversari: con una Ferrari palesemente in inferiorità tecnica fa quel che può, raccogliendo comunque un terzo posto preziosissimo in chiave campionato. Certo è che a Singapore la scuderia di Maranello ha mostrato più di un limite. Innanzi tutto di strategia, quando nel secondo pit stop ha fatto fermare lo spagnolo allo stesso giro di Maldonado, annullando così ogni possibilità di sorpasso, e con l'aggravante di rispedire Fernando in pista in mezzo al traffico. Ma proprio non si poteva aspettare un altro giro? E soprattutto, la grande rivoluzione tecnica della primavera-estate sembra avere esaurito la propria forza creativa: le modifiche portate in pista non hanno funzionato ed è impensabile vincere il mondiale correndo sempre sulla difensiva.
Aveva un mezzo al top invece Button, ma non ha saputo sfruttarlo: nè in qualifica dove prende mezzo secondo abbondante da Hamilton, nè in gara dove non dà mai l'impressione di riuscire a impensierire davvero Vettel. Così, anche questo bel secondo posto non lo rilancia realmente per il titolo, ma rilancia (forse) le quotazioni di Hamilton in McLaren. Per lui voto 6, deludente.
Un discorso simile, con l'aggravante di un risultato davvero opaco, si può fare anche per Webber, lontano da Vettel e dagli altri top driver in qualifica e assolutamente anonimo in gara, sulla monoposto vincitrice. L'australiano ci sta simpatico, ma ancora una volta conferma tutti i suoi limiti di intensità, limiti che non gli consentono di ambire seriamente al titolo iridato, per lo meno quest'anno. Voto 5, sprecone.
Schumacher: un errore da novellino
La delusione più grande però ce la regala Schumacher, che tampona come un novellino il povero Vergne (voto 8, i punti erano tranquillamente alla sua portata) e senza nemmeno l'onestà di ammettere di avere fatto una cappellata immensa. L'errore gli costa di fatto anche la prossima gara visto che a Suzuka sarà retrocesso di 10 posizioni al via. Peccato perchè in qualifica era stato comunque davanti a Rosberg. Voto 3, sconcertante.
Anonime, nel bene e nel male, le gare dei due alfieri Lotus: questa non era la pista ideale della monoposto inglese e forse l'occasione per la vittoria è ormai definitivamente sfumata, visti i progressi messi in campo dagli altri top team, però Raikkonen e Grosjean riescono comunque a raccogliere punti preziosi. Per entrambi voto 7, considerando l'andamento opposto tra qualifiche (dove il francese ha brillato e il finlandese ha profondamente deluso) e gara, dove ancora una volta il buon Kimi si dimostra un mastino capace di emergere alla distanza.
Tanta concretezza anche per il povero Rosberg, 5° dopo una gara anonima come è ormai abituato a fare: sicuramente dopo il gran premio della Cina si aspettava un mondiale diverso, ma non è certo colpa sua. Per lui voto 7 di incoraggiamento. Voto 9 invece a Di Resta, autore di una qualifica e di una gara davvero rimarchevoli: meriterebbe una monoposto migliore, e non è detto che il prossimo anno non possa averla. Deludono invece gli alfieri della Sauber, anche se le qualifiche piuttosto negative facevano intuire che questa non era la pista più adatta alla monoposto svizzera: certo è che da Kobayashi (voto 4) ci aspettavamo molto di più, ma anche da Perez sulla distanza di gara dove non è esente da qualche contatto (voto 5).
In ripresa, infine, Massa, scarso (inutile girarci intorno: 8 decimi da Alonso in Q2 sono un'eternità...) come sempre in qualifica ma bravo a raggiungere la zona punti dopo un avvio disastroso, anche se la safety car e alcuni ritiri eccellenti gli danno una mano: per lui voto 7 e la sensazione che quando il sedile traballa il brasiliano sappia guidare un po' meglio...