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Su uno dei tracciati più noiosi di sempre è andata in scena una delle gare più belle di un anno già ricchissimo di emozioni. E non si è trattato di un demolition derby: certo gli incidenti ci sono stati, ma i sorpassi più significativi sono avvenuti in pista. Si badi bene, in pista, non ai box. E proprio in pista Alonso (voto... 11) ha costruito quasi completamente la sua incredibile rimonta: rimane fuori dalla Q3 per pochi millesimi, ma in gara parte subito come un leone. Millimetrico nelle traiettorie, spietato negli attacchi ai quali gli avversari poco o niente possono opporre.
Spreme il 100% dell'auto e di se stesso per tutta la gara, senza mai esagerare, senza mai superare la sottile linea oltre
la quale i pneumatici si rovinano prematuramente. Certo, senza il ritiro di Vettel si sarebbe dovuto accontentare del secondo posto, che probabilmente sarebbe stato un terzo posto senza il regalone dei sempre generosissimi (con gli avversari) meccanici McLaren, ma come si dice: la fortuna aiuta gli audaci. Immenso.
Voto 10, di consolazione, a Vettel, che fa tutto in modo impeccabile: in qualifica annichilisce la concorrenza, in gara domina, ma poi l'auto lo abbandona. Il nuovo fondo ideato da Newey pare funzionare magnificamente (almeno con il tedesco...): sicuramente avrà modo di rifarsi. Sfortunato.
Voto 7,5 a Hamilton, che meriterebbe di più per tante ragioni: il giro di qualifica strepitoso con una McLaren mai veramente a posto per tutto il week end, la caparbietà con cui difende il 2° posto in gara, la pazienza ghandiana che gli impedisce di tirare una chiave inglese in testa ai meccanici dopo l'ennesimo pit stop disastroso. Però nel contatto con Maldonado a nostro parere un buon 50% delle colpe le ha l'inglese, che fa la curva come se l'avversario (per la verità oltre il cordolo) non ci fosse. Contatto inevitabile e tanti punti regalati ad Alonso. Sfortunato.
Chi invece, dopo tanta sfortuna, si è visto restituire con gli interessi dalla Dea Bendata quanto dovuto è Schumacher (voto 8). Il podio, ammettiamolo, è arrivato con una discreta botta di quello che in F1 normalmente serve solo per controllare meglio l'auto (Lauda dixit), ma in gara gestisce con intelligenza le gomme, lotta come un leone, surclassa il compagno di squadra e nel finale tiene a bada un Webber con una monoposto sicuramente più performante. La verità è che la velocità assoluta di 10 anni fa non c'è più, e nemmeno la capacità di intimorire gli avversari con la sua sola
presenza, però Schumacher merita ancora pienamente un sedile in F1 e questo, alla sua età, è un altro incredibile risultato. Insossidabile.
Voto 7, invece, a Webber, ma solo perchè se è secondo in campionato qualche merito dovrà pur avercelo. Noi però, onestamente, fatichiamo a trovarlo, con la splendida eccezione della vittoria a Montecarlo. Si qualifica malissimo per un problema al DRS, ma da lui in gara ci aspettavamo una rimonta più incisiva, invece solo il gioco delle strategie e le sfortune altrui lo portano ad un insperato 4° posto, con la stessa monoposto con cui Vettel a inizio gara dava un secondo al giro a tutti quanti. Evanescente.
Da incorniciare è invece la gara di Grosjean, finchè è durata (voto 8), e quella di Raikkonen, che raccoglie un altro meritato 2° posto (voto 7,5). La Lotus è una gran monoposto, ma va detto che la coppia che alla vigilia del campionato pareva la scommessa più azzardata si sta rivelando la più equilibrata e una delle migliori in assoluto.
Avrebbe meritato molto di più di un misero punticino Maldonado (voto 8), che dopo una qualifica strepitosa conduce una gara molto intelligente, sempre nelle prime posizione ma senza mai esagerare. Il podio sarebbe stato il giusto premio per un week end perfetto, ma il venezuelano non ha avuto la pazienza di aspettare due curve in più per passare un Hamilton ormai sulle tele. La colpa dell'incidente non è tutta sua, ma gli è mancata la furbizia indispensabile in certi casi per tenersi lontani da guai. Impaziente.
Voto 4 invece a Button, che continua a essere il gemello lento (anzi lentissimo) del pilota vittorioso in Australia, incapace di trovare un assetto decente sulla sua McLaren, e a Kobayashi, che riesce a rovinare sia la gara di Senna (voto 7, Maldonado era su un altro pianeta, ma lui stava risalendo bene) sia quella di Massa (voto 5, si qualifica a ridosso di Alonso, anche se indietro, in gara parte bene ma poi si perde: la differenza rispetto al compagno di squadra rimane imbarazzante). Il giapponese ci piace, a Valencia era decisamente più in palla di Perez (voto 5, per la batosta presa
in qualifica dal compagno di squadra e per la gara opaca) ma spegnere il cervello a metà di un gran premio è quanto meno pericoloso, per sè e per gli altri.
La F1, però, è anche uno sport di squadre, e tra i team a uscire con le ossa rotte è soprattutto la McLaren (voto 5) trionfatrice in Canada, che non riesce a risolvere l'inspiegabile crisi tecnica di Button e combina l'ennesimo disastro ai pit stop. Conoscendo l'ossessione di Ron Dennis per la perfezione, possiamo immaginare la sua faccia mentre assisteva all'ennesimo siparietto al cambio gomme.
Voto 10, invece, alla Ferrari: la performance è ormai quasi completamente recuperata, anche se Red Bull e McLaren rimangono leggermente più veloci (soprattutto la prima), e continuando con gli sviluppi a Maranello possono realmente puntare al titolo iridato con Alonso. Soprattutto, al di là della resurrezione tecnica, del team italiano stupisce e piace l'atteggiamento vincente con cui imposta le strategie: con Alonso fuori dalla top ten avrebbero potuto partire con le gomme medie, attendere di superare qualcuno nel gioco dei pit stop e puntare ad un piazzamento nei primi cinque,
invece sono partiti ugualmente con le soft, pronti a superare gli avversarsi in pista giocandosela sulla velocità pura. Un azzardo tattico che ha pagato. Vincenti con merito.
Spiace a maggior ragione, quindi, sentire Montezemolo (voto 5), dopo le qualifiche, parlare di "campionato delle gomme", un modo nemmeno molto elegante per dare la colpa a Pirelli delle pessime prove: ora, far funzionare bene le gomme è sempre stato un parametro fondamentale nella F1 moderna, e sabato alla Ferrari qualcosa non ha evidentemente funzionato, ma è stato un errore - o un fattore di inferiorità tecnica - della squadra, non certo una colpa di Pirelli. La Ferrari di oggi non ha bisogno di certe scuse, come ha poi dimostrato in gara.
Proprio a Pirelli, invece, ancora una volta diamo un bel voto 10, perchè le sue gomme, che rispecchiano le specifiche richieste dalla FIA (lo sottolineiamo) ci stanno regalando uno dei Mondiali più belli di sempre, e nessuno si è ancora lamentato di diversità di performance tra un treno di gomme e l'altro dello stesso tipo, cosa che in passato con altri fornitori è capitata, a conferma anche di un invidiabile standard qualitativo della fornitura.