Formula 1, 1000 di questi GP: dagli anni Novanta ad oggi

Formula 1, 1000 di questi GP: dagli anni Novanta ad oggi
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Il nostro Paolo Ciccarone racconta la storia della Formula 1, che in Cina festeggerà i 1000 GP: l'ultima puntata ci porta dagli anni Novanta ad oggi
11 aprile 2019

Anni 90: la tragedia Senna e la rivoluzione

Per parlare di cambiamento epocale in F.1 si deve arrivare al 1994. A quel GP di Imola del week end del primo maggio. Dapprima l'incidente di Barrichello, poi la morte di Ratzenberger al sabato e la morte di Senna la domenica. Una serie di tragedie come non si vedevano da anni. Il pubblico era cambiato, la TV invece sempre più presente e in maniera massiccia. E poi lui, Ayrton Senna, la leggenda, l'idolo di milioni di tifosi che muore in quel modo in mondovisione. Uno choc planetario e da quel momento la F.1 cambiò pelle.

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Si ridusse la potenza dei motori, si modificarono i circuiti, si cercò in tutti i modi di impedire che altre tragedie potessero accadere. Tanto che oltre alle piste e a tutto quello che riguardava le auto, si cambiò anche il sistema di trasmissione della TV. Una regia generale aspettava 7 secondi prima di mandare in onda le immagini, per censurare eventuali scene troppo cruenti e drammatiche. Un sistema ancora oggi in vigore nelle trasmissioni delle gare. Da quel punto di svolta è nata la F.1 attuale, anche se sono passati ormai 25 anni.

In quel periodo, però, la tecnica giunse a livelli incredibili: le sospensioni attive, la telemetria bidirezionale, le auto telecomandate dai box, tanto che circola la storia di una McLaren che da sola girò a Silverstone. La federazione intervenne in maniera decisa. A capo c'era Max Mosley, elegante avvocato inglese che parlava correntemente cinque lingue, compreso l'italiano. Fu il fondatore della March, quindi uno che veniva dal mondo del motorsport. La sua battaglia per la sicurezza prima e la riduzione dei costi dopo, ne fecero un personaggio scomodo.

La morte di Ayrton Senna nel 1994 cambiò il corso della F1
La morte di Ayrton Senna nel 1994 cambiò il corso della F1

Nel frattempo in quel decennio nasceva la stella Schumacher. Il titolo 94 e 95 fu suo, poi l'arrivo alla Ferrari grazie all'abile strategia di Bernie Ecclestone. Infatti a Maranello non vincevano un titolo dal 1979, troppo per le attese dei tifosi. Con Schumacher e lo staff vincente della Benetton, a Maranello Jean Todt cercava di ricostruire una squadra, cosa che fece bene e che permise di dominare il decennio successivo. La fine degli anni 90 vissero infatti sul duello Schumacher contro Hakkinen. Ferrari contro McLaren. Con la Williams che dopo aver dominato nel 92-93 96 e 97 cominciò il lento declino che vediamo oggi, con qualche sprazzo qua e là. Il decennio però portò anche stabilità regolamentare.

I team avevano più o meno tutti lo stesso tipo di motore dopo che a inizio decennio si erano visti propulsori a 8 10 e 12 cilindri, da costruttori di alto livello: Renault, Ferrari, Yamaha, Honda, Ford, Mercedes una vivacità di idee, soluzioni e fantasia che lentamente è stata spenta, fino ad arrivare a motori a 10 cilindri poi ridotti a 8 ma con lo stesso alesaggio e corsa, ovvero in fotocopia con un appiattimento di norme e circuiti. La F.1 non era più la fucina degli eroi, ma sembrava una attività al pari di un lavoro in banca. Il fascino stava scemando, ma la nascita del mito Schumacher su Ferrari tenne alto l'interesse di tutti.

Michael Schumacher e Jean Todt pazzi di gioia sul podio di Suzuka 2000
Michael Schumacher e Jean Todt pazzi di gioia sul podio di Suzuka 2000

Anni 2000: Schumacher e Ferrari nella storia

Dopo aver sfiorato gli ultimi tre anni, dal 97 al 99, il mondiale, la Ferrari si impone nel 2000 col terzo titolo di Michael Schumacher. E' l'inizio di un periodo unico nella storia della rossa e della F.1 perché nonostante i successi siano sempre della Ferrari, l'interesse non cala. Anzi, arrivano le TV a pagamento e la F.1 comincia a cambiare pelle. Dopo un primo timido tentativo sul satellite, negli anni 2000 la pay TV fa il suo ingresso sulla scena mondiale. Cambiano i parametri, cambia la platea, ma al tempo stesso questo portare in alto l'asticella, ovvero tutto quello che può essere venduto va venduto, fa sì che il pubblico giovane cominci a disinteressarsi della F.1.

Mentre nei decenni precedenti la patente, la prima auto e gli eroi delle piste erano in testa alle preferenze, i ragazzi attuali cominciano ad avere altri interessi. Ci sono i voli low cost, i primi cellulari iPhone e il mondo del virtuale prevale sul reale. Una volta vedevi una gara, moriva un pilota e lo choc ti portava a chiederti: ma perché un ragazzo ricco, che ha tutto dalla vita, deve rischiarla così? E cresceva l'interesse verso chi col rischio si giocava l'esistenza. Adesso i piloti sembrano indistruttibili, i primi simulatori hanno preso piede, il fascino del rischio è passato in secondo piano. Si va in pista con la certezza di tornare a casa. Questo è un bene, ma la componente del rischio che rendeva eroi i piloti, viene meno.

Dalle tribune la F.1 sembra solo un enorme videogioco, le gare telecomandate. Eppure le vetture sono belle, anche coi cambi regolamentari, con i motori V8 per tutti, sorpassi e sfide sono sempre presenti. Sul finire del decennio arrivano nuovi eroi, nuovi protagonisti. La Red Bull, una aziende di bibite, dà fiducia a Adrian Newey e il progettista inglese, dopo i mondiali con McLaren e Williams, sforna monoposto spettacolari. Con le quali nasce un talento: Sebastian Vettel, che fino al 2009 vince delle gare, esplodendo poi dal 2010 al 2013, ultimo anno degli aspirati in F.1. Il mondiale sta cambiando, il mondo sta cambiando. Sta arrivando un cambiamento epocale per le corse auto.

L'era dell'ibrido si apre nel 2014 con la vittoria del titolo mondiale da parte di Hamilton
L'era dell'ibrido si apre nel 2014 con la vittoria del titolo mondiale da parte di Hamilton

Anni 20 secondo millennio: arriva l'ibrido

Le necessità ambientali si scontrano con la tradizione. Si deve correre ai ripari e la federazione lo fa con un cambiamento epocale. I motori sono tutti turbo V6 ma è la componente elettrica che rende gli ibridi ultima generazione al passo coi tempo. Il rombo dei V8 è un ricordo, adesso c'è il sibilo del V6 turbo con l'elettrico che fischia. Una delusione per gli amanti delle corse, una necessità per la tecnologia moderna. Una F.1 dell'epoca aspirata con un litro di benzina faceva a mala pena 1,5 km. L'era ibrida, con motori da 900 cavalli, vedono le monoposto fare anche i 3,4 km al litro. Una rivoluzione che si travasa sulle strade di tutti i giorni ed è una rivoluzione che sa di passato.

E' tornata la Stella Mercedes, imbattibile dal 2014 in poi, a segnare questa epoca e lo fa con un pilota destinato a restare negli annali. E' Lewis Hamilton che batte i titoli vinti da Sebastian Vettel. Sono loro i protagonisti del decennio col terzo incomodo. Fernando Alonso. Un campionissimo che con la Ferrari non ha completato il suo percorso. E' un decennio segnato da grandi piloti, da campioni del mondo come Raikkonen, Button che si aggregano al ritorno di Michael Schumacher che scende in pista per sfidare ancora Alonso, Hamilton. Un palmares di campioni di altissimo livello come forse mai in F.1 da decenni. Eppure non tutti sono convinti.

Cambia la gestione del mondiale. Bernie Ecclestone lascia agli americani di Liberty Media. E' un passaggio epocale anche questo, scompaiono figure mitiche, vedi Luca di Montezemolo alla Ferrari, sostituito prima da Marchionne e poi da John Elkann. Arriva Max Verstappen, si fa largo Charles Leclerc. Il vecchio e il nuovo ancora a confronto, nell'eterna sfida della F.1. Giunta alla gara numero 1000 (sarebbero 972 a dire il vero perché sono state conteggiate anche quelle a Indianapolis col regolamento USA e quelle Formula Libera, corse negli anni della grande crisi, quando si mettevano le F.2 in griglia per aumentare il numero dei partenti). Ma poco importa. Una celebrazione andava fatta. E farla a Shanghai, sul mercato cinese, il più grande e ricco al mondo, fa capire che spesso il caso e la realtà a volte aiutano in certi calcoli. Comunque sia, buon compleanno F.1, per quello che hai fatto e per quello che farai ancora. Mille di questi GP.

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