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Ora è ufficiale. Ford rientrerà in Formula 1 a partire dalla stagione 2026 di Formula 1. Le voci su un possibile accordo tra Red Bull e Ford hanno subito una repentina impennata nel pomeriggio di ieri, quando l'Ansa ha diffuso una nota stampa, che avrebbe dovuto restare embargata fino al pomeriggio di oggi, in cui si annunciavano le nozze tra la scuderia di Mllton Keynes e la casa dell'Ovale blu a partire dalla stagione 2026 di Formula 1. Nel corso della presentazione a New York della livrea della Red Bull RB19, la monoposto di Max Verstappen e Sergio Perez per il mondiale 2023, è stata annunciata la collaborazione tra Red Bull Powertrains e Ford per i motori che Red Bull e Alpha Tauri impiegheranno dal 2026 almeno per il 2030. In attesa di scoprire che frutti porterà questa intesa, vale la pena rivedere i capitoli precedenti dell'avventura di Ford in F1.
I più giovani forse non lo sapranno, ma Ford ha firmato quello che a conti fatti è il motore di maggior successo della storia della Formula 1, il Cosworth DFV. V8 derivato dal precedente quattro cilindri, da cui deriva l'acronimo Double Four Valve, questo propulsore fu impiegato dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta da larga parte dello schieramento della F1, fatti salvi i costruttori veri e propri - come Ferrari, Alfa Romeo, Renault e BMW - che sviluppavano e producevano i propri motori. Non solo: varianti di questo propulsore furono impiegate in altre categorie, dalla Formula 3000 ai prototipi. Dalla sua introduzione sulla Lotus 49 nella terza gara del mondiale 1967, il DFV si impose in ben 155 GP, portando alla vittoria di dieci mondiali costruttori e di dieci titoli piloti. Gli iridati con il Cosworth DFV furono Graham Hill, Jackie Stewart, Jochen Rindt, Emerson Fittipaldi, James Hunt, Mario Andretti, Alan Jones, Nelson Piquet e Keke Rosberg. Se le evoluzioni successive - DFY, DFZ e DFR - ottennero invece risultati più modesti, l' HB V8, introdotto nel 1989, regalò a Michael Schumacher il primo titolo mondiale in carriera con la Benetton nel 1994, l'ultimo per la Ford in F1.
Dopo aver fornito motori a scuderie clienti fino alla fine degli anni Novanta, Ford nel giugno del 1999 decise di creare un proprio team ufficiale in F1, scegliendo però di utiizzare il marchio Jaguar, all'epoca di sua proprietà. Una volta rilevata la Stewart, fu deciso di rinominare la scuderia Jaguar, utilizzando però i soliti motori Ford-Cosworth, sulla falsariga di quello che vediamo oggi con l’Alpine-Renault. Questa scelta si rivelò decisamente controproducente, visto che in Ford, dopo qualche stagione senza grandi successi, decisero di interrompere il progetto a fine 2004, proprio perché non portava un ritorno di immagine al marchio principale a fronte di investimenti ingenti. A nulla era valsa, un paio di anni prima, la scelta di coinvolgere Niki Lauda in un ruolo dirigenziale. L'avventura si concluse con soli due podi conquistati. E, ironia della sorte, la Jaguar fu acquistata proprio dalla Red Bull con cui Ford, oggi, è pronta a convolare a nozze.