Ferrari: quale destino in Formula 1?

Ferrari: quale destino in Formula 1?
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Scomparso il Presidente del Banco Santander, che appoggiava Alonso, viene da chiedersi quale destino attende la Ferrari in Formula 1. Cosa potrebbe cambiare a Maranello? | <i>P. Ciccarone, Singapore</i>
17 settembre 2014

E adesso cosa succederà al reparto corse? La domanda è lecita anche perché la scomparsa di Emilio Botin, Presidente del Banco Santander, principale supporter della Ferrari e di Alonso in particolare, apre nuovi scenari. Il primo riguarda Fernando Alonso e la sua permanenza a Maranello.

Lo spagnolo ha ricevuto offerte consistenti dalla Honda per correre la prossima stagione al volante della McLaren, ma Alonso ha un contratto in essere con la Ferrari valido fino al 2016 che, per essere sciolto, aveva bisogno dell’avallo proprio di Botin e del Banco Santander, perché c’erano delle penali da pagare.

Lo spagnolo ha sfiorato il titolo mondiale nel 2010 e nel 2012, mancandolo per un soffio all’ultima gara e questa stagione, partita col piede sbagliato, ha fatto perdere la pazienza a Sergio Marchionne che non ci ha pensato due volte a dirlo: «Non vinciamo niente dal 2008, è inconcepibile avendo i migliori piloti del mondo, i migliori tecnici, i migliori meccanici far queste figure».

In cosa si tradurrebbe una Ferrari vincente

Con la prossima quotazione in borsa del Gruppo FCA, avere una Ferrari da quotare e magari vincente, vuol dire incrementare il valore delle azioni. E in quanto ai finanziamenti della scuderia, il Banco Santander si è fatto carico negli ultimi anni dello stipendio di Alonso, 22 milioni di euro a stagione, rispettando anche l’accordo con la McLaren, firmato nel 2007, quando portò Alonso nella squadra inglese dopo l’esperienza Renault e sempre Santander fu artefice del passaggio di Fernando alla Ferrari pagando contemporaneamente McLaren, per l’accordo originario, e aggiungendo poi quello Ferrari.

Gli investimenti nel frattempo sono passati da 60 a 25 milioni di euro all’anno, rispetto ai quasi 3 miliardi di capitale e ai 200 mila impiegati nel mondo, è poca cosa. Botin era un grande appassionato, amava la F.1 e la sua sfida, anche se in Spagna la famiglia al momento conferma gli impegni presi, è il futuro che pone interrogativi e potrebbe far sparire un finanziatore importante per la scuderia di Maranello. E la mancanza di Montezemolo, potrebbe far decidere Alonso a cambiare aria prima del previsto se Marchionne non sarà in grado di dare quelle garanzie in cui, fino ad oggi, Fernando ha fatto quello che ha voluto, prendendo le redini della squadra.

La mancanza di Montezemolo, potrebbe far decidere Alonso a cambiare aria prima del previsto se Marchionne non sarà in grado di dare quelle garanzie in cui, fino ad oggi, Fernando ha fatto quello che ha voluto, prendendo le redini della squadra

La condizione speciale della Ferrari

Ma per gli appassionati c’è un grosso rischio all’orizzonte: la Ferrari è l’unica Casa al mondo ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale F.1, tanto che percepisce come bonus un premio supplementare rispetto alle altre squadre. L’anno scorso gli introiti di diritti TV e premi sono stati di circa 120 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 60 milioni di fatturato solo per il merchandising di magliette e cappellini, anche se in Italia i Ferrari Store sono in difficoltà e qualcuno è stato chiuso di recente.

E’ questa la nuova sfida della Casa di Maranello: convincere Alonso a rimanere anche se non ha più i suoi referenti, sponsor e presidente; giocarsela sul piano sportivo, discutendo di regolamenti e futuro pur non avendo più nessuno in grado di giocare questa partita al tavolo dei vari Ecclestone e compagnia; mantenere immutato l’impegno in F.1 che prosegue da 60 anni a questa parte. Oltre a fare una macchina competitiva che possa far vincere il mondiale.

Con tutte queste incognite in casa, Fernando Alonso preferirà restare o il salto alla McLaren Honda è quello meno rischioso fra tutti? E se tutto resta come dovrebbe, perché si continua a parlare dello scambio con Vettel (che noi avevamo riportato fin dallo scorso GP di Malesia a marzo…)? Segnali di nervosismo, di una squadra tutta da ricostruire con tanti dubbi e poche certezze, quelle che invece vorrebbe Alonso.

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