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Vada come vada la carriera di Maya Weug, la giovanissima promessa del motorsport ha già fatto la storia, diventando la prima pilota donna a vestire i colori della Ferrari. Vincendo il programma Girls on Track – Rising Stars, voluto dalla FIA Women in Motorsport Commission e realizzato in collaborazione con la Ferrari Driver Academy, Maya è entrata ufficialmente a far parte del vivaio della Rossa. 16 anni, nata in Spagna da papà olandese e mamma belga, Maya è salita su un kart a sette anni, e non ha mai smesso. Merito della passione ereditata dal padre, come spesso accade quando si tratta di amore per i motori.
Nell'impegnativa sfida finale per un posto nella Ferrari Driver Academy, culminata con una due giorni in pista a Fiorano con una Formula 4, Maya ha espresso al meglio il suo potenziale, battendo le altre tre finaliste, la francese Doriane Pin, 17 anni, e le brasiliane Antonella Bassani e Julia Ayoub, 14 e 15 anni, rispettivamente. Ora la attende una sfida ancora più avvincente, quella in un campionato di Formula 4 supportato dalla FIA. Alle altre tre finaliste è rimasto invece un premio di consolazione, un test con una Ferrari 488 Challenge EVO.
La prova del nove, per Maya e per il programma dedicato alle giovani promesse femminili nel motorsport, arriva ora. Perché tutto non si riduca a una mera operazione di marketing, Maya dovrà dimostrare di saper lottare alla pari con gli uomini, come hanno già fatto diverse donne nella storia, tra cui alcune italiane, come Lella Lombardi, l'unica ad arrivare a punti nella storia della F1. Un obiettivo che non è certo fuori dalla portata di chi, come Maya, si affaccia al mondo delle monoposto.
Ma la vera rivoluzione parte dal basso, da quella passione per i kart che dovrebbe coinvolgere sempre più bimbe senza pregiudizi, senza che qualcuno si opponga perché è una cosa da maschi e non da femminucce. Ed esempi come quello di Maya, e della seconda ragazza che entrerà nel novero della Ferrari Driver Academy con la prossima edizione del programma, possono aiutare a far capire, a chi verrà e a chi proprio non vuole ancora crederci, che per una donna nulla è impossibile.