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La cura Marchionne, chiamiamola così, ha sortito i primi effetti sulla struttura della Ferrari. In attesa dell’incontro stampa del prossimo 22 dicembre con il presidente e il nuovo responsabile della GES Ferrari, Maurizio Arrivabene, ecco cosa è successo ma soprattutto cosa potrebbe accadere.
Piloti
Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen titolari, Esteban Gutierrez riserva. Questa la formazione della scuderia italiana per il prossimo anno. L’arrivo del messicano va letto come un ringraziamento ai nuovi sponsor telefonici messicani, che fanno capo a Carlos Slim, uno degli uomini più ricchi del mondo, che siede nel consiglio d’amministrazione della Philip Morris al pari di Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene. Il cerchio si chiude, come si dice, e arrivano anche soldi, che di questi tempi non fanno schifo. Rispetto a Raffaele Marciello, Gutierrez vanta due anni di F1, quindi esperienza che potrebbe servire al momento giusto e che avrebbero creato troppe aspettative su Marciello, ancora da svezzare come si deve. Piuttosto, il problema, detto a denti stretti e appena accennato fra le stanze di Maranello, riguarda i due titolari.
L’analisi fredda dice che Vettel e Raikkonen sono stati i due piloti che con le regole nuove hanno patito il confronto. Se la macchina 2015 non è un fulmine di guerra e lo standard regolamentare lo stesso, il rischio di avere due piloti con le stesse caratteristiche ma anche con gli stessi problemi, è molto forte. Infatti, fra i tecnici di Maranello, un po’ a mettere le mani avanti un po’ come analisi concreta, temono che se i due non superano i problemi mostrati quest’anno, non c’è un termine di paragone.
Con Alonso si capiva fin dove arrivava la macchina rispetto a Raikkonen. E adesso? Cosa succederà? Sfrutteranno al massimo quello che avranno oppure i problemi di guida saranno tali da far mancare il salto che serve? In più la Ferrari sta commettendo forse un errore, anche se è una necessità: quella di formare una squadra attorno a Vettel con volti fidati. Ecco perché resta Massimo Rivola con mansioni allargate rispetto al passato, ecco che arriva Adami come ingegnere di pista e altro ancora, addetta stampa compresa di Vettel. Il rischio di formare un clan è molto forte e non è detto che sia positivo.
Addestto stampa
Renato Bisignani va al marketing, settore che conosce bene e dove anche in Renault ha fatto un gran lavoro, al suo posto arriva, da Autosprint Alberto Antonini. Per Alberto forse è l’occasione della vita, qua di sicuro cambia tutto, dal trovare le notizie al…nasconderle, dal fare informazione a gestirla. Un bel salto con una dedizione totale alla causa: si lavora H24, dal mattino alla sera e se ci sono problemi, toglie il sonno. Insomma, una incognita che il giornalista imolese deve aver vagliato a fondo, d’altronde se ti chiama la Ferrari, mica puoi far finta di niente…
Il vantaggio è che parla e scrive benissimo molte lingue, tedesco in testa oltre all’inglese al francese portoghese e spagnolo. Quindi non ha bisogno di filtri coi piloti e con la stampa internazionale. Ha bazzicato i box da 23 anni a questa parte, conosce vita morte e miracoli di tutti e sa come va il mondo. Su questo è persona con i numeri adeguati. Se poi la Ferrari dovesse essere in trend positivo, il lavoro si semplifica. In ogni caso auguri, di cuore, per un lavoro che possono fare in pochi.
“Ma il rischio di epurazione, strano ma vero, riguarda anche James Allison”
Tecnici
Via Pat Fry e via Tombazis, dopo Marmorini il trio tecnico è profondamente cambiato. In un anno sono sparite figure di primo piano. Ma il rischio di epurazione, strano ma vero, riguarda anche James Allison. In una delle ultime riunioni col marketing, per la definizione dei budget di spesa, Marchionne ha ascoltato le proposte dei tecnici, salvo poi dire, gelando la sala: “io questi soldi qua per questi tecnici qua, non li spendo”. Chi lavorava lì da oltre 10 anni non ricordava una uscita che ha gelato tutti, Allison in testa, che ha capito subito una cosa.
Via Tombazis e Fry, gli uomini che aveva scelto per fare squadra, il messaggio è forte e chiaro: se la macchina non va, per aprile al massimo ci sarà un’altra partenza importante dal settore tecnico. Per assurdo, con l’arrivo di Resta e Binotto lo staff diventa più italiano, più maranellese, chiara inversione di tendenza rispetto alle scelte di Mattiacci. Anzi, proprio su quest’ultimo restano i dubbi di una fuoriuscita ancora senza spiegazioni. In F.1 ha ereditato una situazione precedente, non ha fatto in tempo a fare nulla di che, quindi è probabile che la sua uscita abbia a che fare con il mercato Nord Americano che gestiva fino a qualche mese fa.
Presidente
Sergio Marchionne è arrivato quasi all’improvviso al vertice della Ferrari, ma ha dimostrato di non essere a digiuno di niente. Anzi, pare quasi che abbia una voce occulta all’interno della rossa, due occhi che vedono e una bocca che riferisce con precisione, visto che le scelte di Marchionne, finora, sono state mirate, precise e oculate.
E anche per il budget, battuta riferita a parte, si sa che ha messo mano al portafoglio per avere una Ferrari vincente al più presto. La squadra mette le mani avanti, conoscendolo è capace di ribaltare tutto e avere risultati in tempi rapidissimi. Per cui, visto che il prezioso consigliere è interno, radicato fra le mura di Maranello, Marchionne non perderà tempo inutile. E quindi aspettiamoci altre sorprese a breve…