F1. Verstappen istintivo, Norris travolto dai suoi pensieri, Ferrari a corto di grip: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Jeddah

F1. Verstappen istintivo, Norris travolto dai suoi pensieri, Ferrari a corto di grip: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Jeddah
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Nelle qualifiche del Gran Premio dell'Arabia Saudita 2025 di Formula 1, Max Verstappen ha saputo andare oltre i limiti della sua macchina. Lando Norris, invece, si è fatto fermare dai suoi pensieri. La Ferrari, infine, raggiunge il suo massimo potenziale con Charles Leclerc, ma non basta
20 aprile 2025

Sulla tortuosa pista che nel 2021 aveva cercato di trasformare in un unico rettilineo prima di incontrarne brutalmente il limite, Max Verstappen oggi ha messo a segno un’impresa. Max la pole position colta nelle qualifiche del Gran Premio dell’Arabia Saudita 2025 di Formula 1 l’ha costruita affinando il primo settore dopo aver già sfiorato la perfezione nel suo primo tentativo lanciato. La gomma non era pronta in curva 1 in quella circostanza, e Verstappen l’ha preparata alla perfezione nel giro successivo, staccando di soli 10 millesimi Oscar Piastri, con una McLaren che partiva con i netti favori del pronostico. 

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Nonostante il drag dovuto alla capacità della MCL39 di generare maggiore deportanza rispetto ai rivali, la monoposto di Piastri e Norris è risultata assai efficace a Jeddah. Ma non abbastanza per strozzare lo spunto di un Verstappen capace ancora una volta di trasformare le limitazioni della sua RB21 in paradossali punti di forza. Nelle FP3 si era lamentato delle sensazioni in fase di decelerazione dovute al freno motore, ma quando è servito ha tirato una zampata eccezionale, frutto della capacità di portarsi perfino al di là del limite della propria vettura, senza incontrare questa volta quello fisico del muretto.

Quanto ci sia di Verstappen nella pole colta nell’umida canicola di Jeddah lo si capisce andando a confrontare il suo tempo con quello di Yuki Tsunoda, staccato addirittura di nove decimi abbondanti. Ancora una volta la forbice prestazionale tra Verstappen e Tsunoda si è aperta in maniera esponenziale nel momento in cui Max è riuscito ad accedere al picco di prestazione della sua macchina. È così che i tre decimi rimediati nella Q3 sono addirittura triplicati, per via della commistione tra una monoposto capricciosa e quello che è indubbiamente il miglior interprete della F1 di oggi. 

Se Verstappen è stato in grado di surclassare la concorrenza, Lando Norris ha lasciato ancora una volta che i pensieri prendessero il sopravvento proprio nel momento in cui serviva la massima lucidità. Il crudele schianto tra curva 4 e curva 5 è risultato costosissimo a un pilota che continua a essere il peggior nemico di sé stesso. “Sono un fottuto idiota”, ha commentato a caldo e ribadito, tra risate amare, quando si è presentato con lo sguardo rannuvolato davanti ai giornalisti. Questa autocritica distruttiva non serve a nulla, se non a minare ulteriormente una sicurezza in sé che sembra sgretolarsi sempre di più. 

Norris scatterà decimo, lontanissimo da Verstappen e Piastri, i due occupanti della prima fila. E vedendolo soffocato dal peso dei suoi pensieri, non abbiamo potuto fare a meno di riflettere sull’effetto che lo schianto di Jeddah potrebbe avere non solo sul GP di domani, ma anche sui prossimi, per quanto Andrea Stella abbia sostenuto che Norris aveva già voltato pagina cinque minuti dopo il fattaccio. Anche in casa Ferrari c’è un pilota che non ha ancora trovato la giusta direzione, Lewis Hamilton. Scatterà settimo, alle spalle di quel Carlos Sainz che ha sostituito in Ferrari e che ha portato la sua Williams in Q3. Dice di averle provate tutte, Lewis, e che nulla sembra funzionare. 

Nel momento in cui cerca di avvicinarsi al limite, Hamilton torna naturalmente a quello stile di guida premiante prima dell’inizio dell’era dell’effetto suolo, ma inefficace oggi. È lo scotto dell’abitudine, di quegli automatismi di cui deve liberarsi se non vuole continuare a essere risucchiato lontano dalle posizioni di testa. Lewis ha più volte parlato dell’ingerenza del freno motore, che inevitabilmente rende inefficaci gli input in frenata che una volta costituivano il marchio di fabbrica del sette volte campione del mondo. Deve trovare nuovi riferimenti, se non vuole continuare ad accusare un distacco maiuscolo dal compagno di squadra, a sua volta per nulla soddisfatto. 

Il problema di Leclerc è molto diverso da quello di Hamilton. Charles è in grado di toccare i tasti giusti della sua SF-25, ma semplicemente la performance lascia ancora a desiderare. Sarebbe stato difficile fare più di così, con una monoposto a volte sottosterzante e a volte sovrasterzante, incapace di generare il grip necessario a tallonare i rivali che la precedono. Avere buone sensazioni alla guida serve a poco, se si paga uno scotto di tre decimi nel solo primo settore. A Jeddah ci si attendeva un piccolo salto di qualità grazie al pacchetto di aggiornamenti portato in Bahrain, ma il distacco è rimasto sostanzialmente lo stesso, se non leggermente aumentato. 

Stella, sempre molto puntuale nei suoi ragionamenti, ha spiegato che queste monoposto sono troppo veloci per poter pensare mentre le si guida. Serve il giusto istinto, sentirle con il corpo più che con la mente. Norris si fa fagocitare dai suoi pensieri, riempiendosi troppo la mente per poter essere efficace. Hamilton si lascia sì trasportare dall’istinto, ma finisce per tornare a mettere in pratica quei vecchi automatismi che ora lo fanno inciampare. Verstappen, invece, riesce perfettamente nell’impresa, con una naturalezza che sembra svicolare le storture della sua RB21. E questa volta, la pista di Jeddah per lui è diventata davvero un unico rettilineo. 

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