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Max Verstappen esce dal weekend di gara a Montréal con un bottino lauto. La vittoria nel Gran Premio del Canada gli ha consentito di allungare nel mondiale piloti rispetto al rivale Charles Leclerc, ormai staccato di quasi 50 punti. Ma Verstappen era davvero imbattibile? Ecco cosa ne pensano i protagonisti di DopoGP, l'approfondimento di Automoto.it sulla Formula 1.
Rispetto al suo omologo in Red Bull, Sergio Perez, Sainz è meno aggressivo. Perez è molto più pepato nel corpo a corpo, è capace di attaccare e difendersi – Hamilton ne sa qualcosa – in maniera aggressiva, ma pulita. Sainz non ha queste caratteristiche e non le avrà mai. A prescindere da questo, anche la F1-75 ha le sue colpe. Le mancanze a livello di trazione hanno pesato soprattutto in curva 10, la parte del giro in cui Sainz non è mai riuscito a fare la differenza, non potendo così sferrare un attacco.
A questo si aggiunge il fatto che Verstappen non sa nemmeno cosa sia la pressione. È un animale a sangue freddo, imperturbabile. Al netto dell’eccesso di aggressività mostrato in passato, non sbaglia quando viene messo alle strette da qualcun altro. Per battere Verstappen ci vuole un vero fuoriclasse, cosa che – con tutto il rispetto – Sainz non è. Carlos non riesce a prodursi nei guizzi del campione. Forse in Canada serviva un pilota diverso. Ma anche un monoposto con una trazione migliore. Non si può attribuire la colpa esclusivamente a Sainz, perché non è solo sua.
Apprezzo Sainz come pilota, ma credo sia in forte crisi nel confronto con Leclerc. Non si trova bene con la monoposto, ma è anche una questione di indole. Da quando è in Formula 1, gli è sempre mancato quel guizzo, quel colpetto di genio che gli permetterebbe di inventarsi qualcosa per passare davanti. È vero che in Canada si è dovuto confrontare con il mostro con 100 tentacoli, Verstappen, ma va anche detto che un pilota in un top team con un’ottima macchina deve provarci, per quanto sia difficile sorpassare un pilota come Max. Mi rendo conto che sia facile dirlo guardando da casa, ma con Sainz non c’è mai il fattore wow. Sainz è perfettamente in grado di portare a casa punti, ma non è incisivo come Leclerc.
A Sainz manca la cattiveria. Carlos è stato bravo a mettere sotto pressione Verstappen e a mantenere un buon ritmo di gara, ma è mancato l’elemento fondamentale, la grinta. Se ti trovi Verstappen davanti ti devi buttare a ruote bloccate, perché Max può essere passato solo in quel modo. C’è una sorta di sudditanza psicologica di Sainz nei confronti di Verstappen. Leclerc al suo posto si sarebbe inventato di tutto e di più, anche perché Charles ha quei due/tre decimi al giro in più rispetto al compagno di squadra.
Ma è mancato qualcosa anche a livello di monoposto. A inizio anno la F1-75 stupiva per la sua trazione, la sua motricità. In Canada non si è vista. Al netto delle ipotesi riguardo ai motivi di questo cambiamento, la Ferrari ha perso il suo asso nella manica, che le consentiva di sorprendere gli avversari. A Baku Verstappen non riusciva a riprendere Leclerc su un rettilineo da 2 km. Adesso, invece, succede esattamente il contrario. La Rossa non solo non aveva trazione, ma non riusciva nemmeno ad esprimersi al meglio sul dritto. Questo cambio così repentino mi fa supporre che possano aver optato per un approccio conservativo in termini di potenza del motore per non incappare in problemi di affidabilità o che abbiano modificato qualcosa nelle mappature elettriche.