F1. Veramente la FIA vuole vietare i team radio? Ben Sulayem spiega la sua posizione a riguardo

F1. Veramente la FIA vuole vietare i team radio? Ben Sulayem spiega la sua posizione a riguardo
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La FIA, tramite il suo presidente Ben Sulayem, ha reso nota la volontà di vietare la trasmissione dei team radio dei piloti
10 febbraio 2025

La stagione di Formula 1 deve ancora iniziare e le polemiche sono già all’ordine del giorno. Dopo il debutto di Lewis Hamilton in Ferrari e la data della presentazione congiunta delle livree che si avvicina sempre di più, a tornare al centro della bufera è la FIA. Qualche settimana fa la Federazione aveva dato delucidazioni in merito al linguaggio scurrile dei piloti e delle sanzioni che verranno applicate già nel 2025, ma Ben Sulayem ha ulteriormente rilanciato proponendo un nuovo restringimento.

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Dal Gran Premio di Singapore dello scorso anno una polemica infinita ha messo in una posizione scomoda la Federazione. Mohammed Ben Sulayem, il Presidente, aveva infatti annunciato un atteggiamento più punitivo nei confronti dei piloti che avrebbero utilizzato un linguaggio scurrile nelle sedi ufficiali, come le conferenze stampa. La prima vittima è stata Max Verstappen che ha dovuto scontare delle ore di lavori socialmente utili in Ruanda dopo aver pronunciato una parolaccia nella conferenza stampa di Baku per descrivere le prestazioni della sua monoposto. In seguito alla decisione della FIA, il quattro volte campione del mondo ha attuato una sorta di sciopero rispondendo a monosillabe ai giornalisti presenti al post gara di Singapore organizzato dalla Federazione, aprendosi alle loro curiosità solamente in separata sede, lontano dai microfoni della FIA.

La seconda vittima è stato Charles Leclerc che, parlando del momento in cui stava per impattare nelle barriere durante il Gran Premio del Messico, ha pronunciato una parolaccia. Subito dopo essersi accorto dell’errore, il monegasco ha chiesto immediatamente scusa, motivo per cui la FIA ha deciso di fargli pagare una multa di 5mila euro che potrebbe raddoppiare qualora dovesse ripetersi tale episodio nell’arco dell’anno solare. Queste prese di posizione della Federazione hanno inevitabilmente scatenato la polemica, sia dei piloti, che si sono espressi tramite la GPDA, che di altri esperti. A sottrarsi alla critica appoggiando l’operato di Ben Sulayem è stato Toto Wolff. E per evitare che in futuro i commissari di gara si debbano trovare difronte ad episodi del genere, dove devono decidere come punire i piloti senza avere delle chiare direttive, la FIA ha deciso di istituire nuove regole. Una sola infrazione equivale ad una multa salata che diventa sempre più salata con la reiterazione del “reato”, a cui si aggiunge anche un mese di sospensione e una decurtazione di punti dalla classifica piloti e di conseguenza costruttori.

Nonostante queste nuove linee guida, Ben Sulayem starebbe pensando ad un’altra restrizione. Intervenendo a Madrid, successivamente al vertice dei funzionari FIA, il presidente della Federazione ha infatti dichiarato che vorrebbe restringere ulteriormente la trasmissione dei team radio. I piloti, quando sono in pista, sono costantemente in contatto con il loro ingegnere di pista con cui, oltre a comunicare dati tecnici, strategie ed informazioni essenziali per il corretto svolgimento della sessione (come la presenza di doppiati o l’esposizione di bandiere gialle), scambiano alcuni messaggi riguardo ad alcune situazioni o comportamento della monoposto (celebre, ad esempio, il “GP2 engine” di Fernando Alonso contro i motori della Honda). Nella concitazione del momento, spesso si lasciano prendere dall’adrenalina pronunciando anche delle parolacce. Motivo per cui i team radio, prima di essere trasmessi in televisione, vengono filtrati con il classico bip per il linguaggio scurrile. Già adesso arrivano in leggero ritardo per permettere questa operazione, ma Ben Sulayem vorrebbe proprio evitarli.

Se andremo avanti e spegneremo la diffusione in diretta dei team radio? Forse. Se li ritarderemo nella loro diffusione? Forse. Ci sono molte cose sulle quali lavoreremo con il nostro promoter. La F1 è il promoter della FIA, che è ancora il proprietario del campionato” ha dichiarato il Ben Sulayem, come riportato da Soymotor. “I nostri piloti e ambasciatori devono mandare messaggi chiari. Se gli consentiremo di usare parolacce? Dev'esserci rispetto. La FIA si fonda sul rispetto e continuerà a essere un elemento alle nostre fondamenta – ha proseguito – i piloti hanno anche il mio numero, quindi direi di essere il presidente più accessibile che ci sia mai stato. Onestamente il tratto con passione, con amore, con comprensione perché ci sono passato anch’io [ndr, Ben Sulayem è un ex pilota di rally e rally raid]. Voglio che abbiano successo, ma anche la disciplina è molto importante. Non siamo qui per punire nessuno. Siamo qui solo per fare buon sport. È molto importante che si dia l'esempio. Se i piloti dicono parolacce, allora i tuoi figli non vorranno andare alle corse e i genitori diranno di non seguire questo sport. Se uno vuole dire quelle parole, le dica dove preferisce, non sono affari nostri, ma non devono usare la piattaforma della FIA per questi episodi inutili. Bisogna usare il buon senso e sapere cosa è sbagliato e cosa è giusto”.

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