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Budapest - Alla fine ha vinto Daniel Ricciardo con la Red Bull che dopo il Canada ottiene la seconda vittoria della carriera, ma gli eroi sono stati anche Fernando Alonso, secondo, e Lewis Hamilton terzo. Lo spagnolo ha comandato la gara fino a tre giri dalla fine, quando Ricciardo con gomme fresche lo ha infilato, ma Nando è stato grandissimo perché si è tenuto dietro due Mercedes con una macchina inferiore.
Tre eroi moderni, tre campioni sul podio, ma da non dimenticare gli altri eroi dell’Ungheria, un Raikkonen che da 17° in qualifica si ritrova sesto dopo aver duellato con gente di spessore o Bottas penalizzato dalla strategia del team quando poteva finire ancora sul podio.
Alonso: «Mi sono giocato il jolly»
Insomma, non è mancato nulla, a parte la vittoria della Ferrari che sarebbe stata miracolosa: «Sapevo che potevo giocarmi un posto sul podio – dice Alonso – ma dalle simulazioni che avevamo fatto, se mi fossi fermato a montare gomme fresche, al massimo arrivavo quarto, se restavo in pista e provavo a lottare per la vittoria, alla peggio finivo sempre quarto. E allora mi sono giocato il jolly, 30 giri con le gomme morbide, controllandole senza consumarle. Peccato che a tre giri dalla fine Ricciardo sia passato, ma mi sono difeso al meglio, è un risultato che fa bene al morale».
Pat Fry sarà il prossimo a saltare?
E parla di morale anche Marco Mattiacci, responsabile della GES Ferrari: «Intanto non sono venuto qua per gioire per un secondo posto – attacca deciso – a Maranello lunedì la riunione aprirà partendo da quanto accaduto sabato (errore nella strategia in qualifica, ndr) e da lì partiremo per capire come evitarlo (traduzione: Pat Fry potrebbe saltare, ndr). La corsa è stata condizionata dalla pioggia, dalle caratteristiche del tracciato dove è difficile superare e da due grandi piloti come Alonso, il miglior pilota al mondo, e Raikkonen che ha disputato una gran gara. Il piazzamento va bene per il morale, ma abbiamo molto da fare, tanto ancora da lavorare e non possiamo fermarci qua, diciamo che è il primo passo per dove dobbiamo arrivare».
Parole dure, nette e senza fronzoli: il nuovo stile manageriale è fatto di poche cose, ma taglienti e precise. Attendiamoci novità a livello organizzativo e sul muretto. Il piazzamento di domenica, infatti, è spesso il frutto delle prove del sabato. Il passo della Ferrari non era da primato, ma almeno ci si poteva inventare qualcosa. Un conto è avere un solo pilota davanti, un altro averne due.
“Il brodino del secondo posto aiuta a portare avanti il processo di guarigione della Ferrari, ma il dubbio resta sempre uno: sarà competitiva la macchina del prossimo anno?”
Raikkonen è tornato!
E stavolta Raikkonen ci ha dato dentro senza problemi dimostrando che quando la macchina c’è, anche lui può dire la sua. Il brodino del secondo posto aiuta a portare avanti il processo di guarigione della Ferrari, ma il dubbio resta sempre uno: sarà competitiva la macchina del prossimo anno? «Ho visto i progetti, ma a luglio tutte le macchine sembrano buone, poi bisogna vederle in pista» ha detto Alonso. Quindi poco entusiasmo e piedi per terra.
La stessa cosa che sta facendo Mattiacci che avrebbe avuto modo di sorridere di più per questo piazzamento, ma se non lo fa è segno che c’è una concentrazione totale al prossimo anno, al capire cosa succede ora e a come gestire gli uomini della rossa che, per quanto possa sembrare tutto calmo, calmi non sono. Un bel problema da risolvere e tante cose da far girare al posto giusto. Per questo il secondo posto di Alonso dimostra che la squadra (meccanici) è sempre operativa, che chi prende decisioni con Fernando sa quello che fa e che ci sono dei punti positivi su cui partire.