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Pazza, sconclusionata, avvincente e imprevedibile. Poi alla fine della gara, il vincitore è sempre lo stesso: Max Verstappen, che arriva alla nona vittoria di fila e festeggia sulla pista di casa in modo che nemmeno lui immaginava. Perché la pioggia che è arrivata dopo un giro di gara, con alcuni ai box a cambiare le gomme, altri in pista con quelle da asciutto nonostante il diluvio, ha creato una separazione netta sui valori in campo dal punto di vista umano.
Lo ha dimostrato Perez, quarto dopo essersi preso 5 secondi per eccesso di velocità nei box, che pur in testa alla corsa con gomme da bagnato, per essere stato il primo a cambiarle, dopo 13 giri era già in scia a Verstappen. Stessa macchina, stessa pista, stesse condizioni di bagnato. Forse gli assetti sono diversi, forse il pit stop non è stato “volutamente” il più rapido della carriera (non certo per colpa sua), quello che è certo è un Verstappen sempre solo, un SuperMax come hanno detto i suoi uomini al box indossando la mantellina di Superman.
Ci ha provato fino alla fine Fernando Alonso, scatenato e in odore di vittoria dopo che a 7 giri dalla fine il direttore di gara ha sospeso la corsa per recuperare l'Alfa Romeo di Zhou, finito a muro nel diluvio. Negli ultimi 6 giri di mini GP, Alonso ci ha provato, ha rischiato ma non è riuscito sulla pista di casa di Max a fargli il dispetto finale.
E di dispetto si può parlare anche per il terzo posto, di Gasly con la Alpine, capace di finire davanti alla Ferrari di Sainz che, dal quinto posto, non ha saputo nemmeno approfittare della penalizzazione di Perez che da terzo è scivolato al quarto posto. Una Alpine davanti a una Ferrari, che nel finire se l’è sudata contro la Mercedes di Hamilton, ma anche una Aston Martin, per non parlare di McLaren e Williams davanti in qualifica. Aggiungendo il ritiro di Leclerc, che già alla fine del primo giro aveva toccato l’ala anteriore e in una caotica sosta ai box (non c’erano le gomme da bagnato pronte, emulo di Irvine 1999 in Germania) per la Ferrari è stata forse la gara peggiore dell’anno e proprio alla vigilia della corsa di Monza che di solito celebra i ragazzi di Maranello.
Quindi, spettacolo per la pioggia, risultato finale sempre uguale ma con circostanze diverse e grossi punti interrogativi su cosa stia succedendo alla Ferrari, perché il ritiro di Leclerc è sembrato più un modo per giustificare pure l’infilata del debuttante Lawson sul bagnato e in curva. Se poi aggiungiamo i problemi della vigilia, con l’uscita e la sostituzione del telaio, capire a che punto è la Ferrari e cosa succederà in futuro, è davvero difficile. In ogni caso, la pioggia ha permesso di capire come l’esperienza conti. Alonso ha stupito, Gasly ha lottato da leone in quella Alpine che mostra un cambio di mentalità più che di sostanza.
E adesso si va a Monza, con Verstappen che punta al record di 10 vittorie di fila, una Ferrari che dovrà in qualche modo salvare la stagione e una serie di ripensamenti da parte di chi, in Olanda, ha perso una occasione d’oro, leggi McLaren e Williams, di fare bene.