F1. Triple Crown, Verstappen non ha le ambizioni di Alonso. Ma Le Mans…

F1. Triple Crown, Verstappen non ha le ambizioni di Alonso. Ma Le Mans…
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Max Verstappen si dice non interessato alla Triple Crown. Non disdegnerebbe, invece, la 24 Ore di Le Mans. E potrebbe trattarsi di un affare di famiglia
7 giugno 2022

C’è vita oltre alla F1, come dimostra la recente vittoria di Marcus Ericsson nella 500 Miglia di Indianapolis. E le grandi classiche, come l’iconico appuntamento statunitense e la 24 Ore di Le Mans, possono fare gola anche a chi in Formula 1 corre ancora. Basti pensare a Fernando Alonso, che nel 2017, prima di vivere due anni sabbatici lontano dal Circus, aveva saltato il GP di Monaco per tentare un exploit a Indianapolis, poi sfumato per un problema tecnico al motore Honda, all’epoca una consuetudine per l’asturiano pure in F1. 

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Alonso voleva prodursi in un assalto alla Triple Crown, elusiva quanto esclusiva corona non ufficiale di cui può fregiarsi chi vince a Montecarlo, la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. In molti si sono avvicinati, ma uno solo ci è riuscito, il due volte campione del mondo di F1 Graham Hill. Non tutti, però, coltivano il sogno di emularlo. A questa fazione appartiene Max Verstappen, che in conferenza stampa dopo il terzo posto colto nel Principato, ha detto di non essere interessato.

Verstappen, sorprendentemente, attribuisce questa indifferenza verso la Triple Crown al proprio istinto di conservazione. “Non correrei in IndyCar – osserva il campione del mondo in carica -. Non voglio rischiare la vita, e farmi del male”. Verstappen, invece, non chiude la porta alla classica del Circuit de la Sarthe. “Le Mans? Mi piacerebbe disputare una gara di durata, in futuro”. E potrebbe trattarsi di un progetto in famiglia, visti i trascorsi di papà Jos.

 

Nel palmares di Verstappen Senior figura la vittoria nella classe LMP2 nell’edizione 2008 della 24 Ore di Le Mans al volante di una Porsche RS Spyder Evo con un equipaggio tutto olandese. Max, invece, per ora la corsa di durata per eccellenza l’ha saggiata solo in formato virtuale, da buon amante del sim racing. Evidentemente, il battesimo simulato deve avergli solleticato l’appetito.

E in attesa che la FIA possa regalare a Max un buco in agenda per ritagliarsi un ruolo da protagonista alla classica del Circuit de la Sarthe – quest’anno, come già successo in passato, avrà luogo nello stesso weekend del GP di Baku – suo padre si tiene allenato con occasionali partecipazioni a corse Endurance, come la 24 Ore di Dubai. Anche il buon Jos the boss, dopotutto, è la dimostrazione che dopo la F1 c’è vita. Anche se il chiodo fisso del successo nel Circus è solo passato alla generazione successiva. 

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