F1, tra Mick Schumacher e Nikita Mazepin volano stracci. Ma la Haas minimizza

F1, tra Mick Schumacher e Nikita Mazepin volano stracci. Ma la Haas minimizza
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Mick Schumacher e Nikita Mazepin sono arrivati vicinissimi al contatto nelle ultime battute del GP dell'Azerbaijan di Formula 1. Ma Günther Steiner, almeno di facciata, ha mantenuto un insolito aplomb
8 giugno 2021

Nell'esplosivo caos della condensatissima gara sprint al termine del Gran Premio dell'Azerbaijan 2021 di Formula 1, in molti si sono persi un episodio succoso. Mentre nelle posizioni nobili della classifica Lewis Hamilton si produceva in uno degli errori di distrazione peggiori della sua carriera, molto più indietro sono volate scintille tra Mick Schumacher e Nikita Mazepin. Mick ha risucchiato in un sol colpo la scia del compagno di squadra in uscita dall'ultima curva. E Nikita ha risposto con stizza, chiudendolo verso il muro a quasi 300 km/h. La dinamica, curiosamente, ricorda quella di un episodio che vide coinvolto il papà di Mick, Michael, nel 2010. Ma in quel caso la parte lesa non faceva Schumacher di cognome. In Ungheria la vittima fu infatti Rubens Barrichello, arrivato vicinissimo a schiantarsi contro le protezioni.

In quell'occasione, il Kaiser si beccò una penalità di dieci posizioni in griglia nel GP successivo. Per il momento, Nikita l'ha invece scampata. Il motivo è molto semplice. Così come gli spettatori si sono persi la lotta intestina in casa Haas, pure la direzione gara, in altre faccende affaccendata, si è lasciata sfuggire questo episodio. In un'intervista concessa a RaceFans, Michael Masi ha fatto sapere che analizzeranno il fattaccio nei prossimi giorni. Va detto che, negli ultimi tempi, si è vista una tendenza da parte dei commissari a non forzare la mano sui contatti tra compagni di squadra. Andò così lo scorso anno in Stiria, per il contatto tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc. Sebbene fosse stata evidenziata la colpa di quest'ultimo, si lasciò correre. 

Dopotutto, la gatta da pelare era ad appannaggio della Ferrari, più che della direzione gara. E lo stesso vale anche per le cortesie tra Mick e Nikita. A caldo, via radio, il giovane Schumacher si è comprensibilmente infuriato. Dopo aver chiesto - con gli improperi del caso, quindi ci tocca parafrasare - cosa caspita stesse facendo Nikita, Mick ha aggiunto: «vuole che ci ammazziamo entrambi?». Mazepin, ex post, ha fatto sapere di essere «un po' arrabbiato» per aver perso la posizione nei confronti del compagno di squadra. Umore che si era chiaramente compreso prima che parlasse, vista la reazione di pancia potenzialmente pericolosa in cui si è prodotto. 

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Ma la dichiarazione più interessante è sicuramente quella del team principal della Haas, Günther Steiner. Solitamente tutt'altro che diplomatico nel giudicare la condotta in gara dei suoi piloti - chiedere a Kevin Magnussen e a Romain Grosjean per credere - Steiner è stato invece mellifluo, minimizzando l'accaduto. «Si è trattato di un malinteso», ha dichiarato Steiner. Tutto risolto, insomma, e «continuiamo a lavorare nella stessa direzione». Ma a cosa è dovuta tutta questa comprensione? La Haas, grazie ai capitali della facoltosa famiglia Mazepin, sta tirando avanti la carretta. La livrea della VF-21, vestita con i colori della Russia di Nikita, la dice lunga sull'ingerenza della dinastia sul team. 

E così, a Mazepin per il momento è stato risparmiato il trattamento riservato a chi è venuto prima di lui. Ma non è una situazione facile da gestire. Perché se ad agevolare Nikita pensano i soldi che suo padre ha generosamente elargito, dietro Mick si cela la lunga ombra della Ferrari, partner tecnico del team americano. Sarebbe meglio riuscire a non scontentare nessuno dei due, insomma. Ma non è compito semplice. Mick e Nikita non potrebbero essere più diversi, a ben guardare. Pacato e abituato a mantenere la testa bassa il primo, luciferino e arrogante il secondo. Questa volta è finita a tarallucci e vino, domani chissà. 

In questa situazione, Steiner si ritrova a vestire i panni del paciere, un ruolo che non gli si addice per nulla. L'uomo abituato a redarguire i suoi piloti discoli a colpi di parolacce ora, almeno di facciata, pare il Mahatma Gandhi. È questo l'aspetto più interessante di tutta questa vicenda. Quanto resisterà l'arrembante Günther in questa veste inedita? Molto dipenderà anche dal comportamento di Nikita, incline al sette in condotta. Stavolta, complice anche il caos generale, che ha fatto passare in secondo piano l'episodio clou di casa Haas, è finita con un buffetto sulla guancia. Ma, se l'andazzo è questo, converrà munirsi di pop corn. 

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