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La fredda mattinata del 1° febbraio di ormai quasi un mese fa è iniziata con i rumors, confermati qualche ora dopo con una nota ufficiale, che Lewis Hamilton avrebbe lasciato la Mercedes al termine della stagione. Questione di poche altre ore di attesa che alle 20:00 è arrivato il comunicato della Ferrari. Il sette volte campione del mondo vestirà i colori della Scuderia almeno per i prossimi tre anni al fianco del rinnovato Charles Leclerc. Questa notizia, fino a qualche mese prima, avrebbe lasciato sbalordito chiunque, che ma non Toto Wolff che si aspettava una decisione del genere da parte del suo pilota, e amico.
“Lewis in Ferrari? Era nel mio radar” ha ammesso all’interno del libro “Inside Mercedes F1: life in the fast lane” scritto da Matt Whyman. Sicuramente il team principal della squadra di Bracley sarà stato a conoscenza di questo movimento di mercato decisamente insolito prima della stampa, ma il suo sesto senso aveva previsto già da tempo la voglia di novità di Lewis Hamilton, ormai suo pilota e amico di lunga data. Dopo dodici anni, il sette volte campione del mondo, alla soglia dei quarant’anni, ha deciso di affrontare una nuova sfida, questa volta vestito di rosso e con la bandiera italiana a far compagnia alla sua inglese. Ha infatti firmato un contratto pluriennale, che lo legherà al team di Maranello almeno per le prossime tre stagioni, con la Scuderia Ferrari, andando a completare la line up già composta dal confermato Charles Leclerc.
Questa decisione è stata comunque un fulmine a ciel sereno nel paddock della Formula 1 in quanto solamente nell’estate del 2023 aveva firmato un rinnovo biennale, un 1+1, per continuare il suo viaggio al fianco della squadra che l’ha portato a vincere, dopo il primo con la McLaren nel 2008, un totale di sette titoli mondiali, ovvero la Mercedes. A permettergli la rescissione di tale accordo, è stata una clausola di salvaguardia che ha deciso di attivare ancor prima dell’inizio della stagione 2024, che l’ha visto vincere ben due volte, una a Silverstone ed una a Spa dopo la squalifica di George Russell, anche se attualmente attraversando un periodo molto complicato con la W15. Con questa mossa di mercato, la Williams è riuscita ad accaparrarsi Carlos Sainz, mentre a Brackley sarà Andrea Kimi Antonelli a prendere il sedile di Lewis Hamilton.
“Mi piace la situazione – si legge in un’intervista datata 7 febbraio inserita nel libro - Ci aiuta perché evita il momento in cui dobbiamo dire al pilota più iconico dello sport che vogliamo fermarci. C'è un motivo per cui abbiamo firmato solo un contratto di un anno più un anno. Siamo in uno sport in cui l'acutezza cognitiva è estremamente importante e credo che tutti abbiano una scadenza. Quindi, devo guardare alla prossima generazione. È lo stesso nel calcio. Allenatori come Sir Alex Ferguson (del Manchester United) o Pep Guardiola (del Manchester City), che è un mio amico a cui ho chiesto come affrontasse gli addi dei suoi calciatori, lo hanno previsto nelle prestazioni delle loro stelle più forti e hanno portato giocatori junior che hanno guidato la squadra per gli anni successivi” ha proseguito facendo una similitudine con il mondo del calcio. "Avevo assolutamente in mente che Lewis se ne sarebbe andato. Non riuscivo proprio a capire perché avrebbe cambiato squadra prima di sapere se saremmo stati competitivi” ha chiosato Wolff.
Sicuramente quella di Lewis Hamilton è stata una scelta presa non a cuor leggero, ponderata ed anche sofferta dato il suo coinvolgimento personale con la squadra che l’ha visto crescere fino a diventare un sette volte campione del mondo, una leggenda dalla Formula 1. “Il team è molto importante per lui – ha scritto all’interno del suo libro Matt Whyman - Tutti i suoi ingegneri, Bono, tutta la squadra, significano molto per lui. Ogni anno li porta a giocare a paint-ball, un’esperienza di aggregazione prestagionale, e (anche quest’anno) era tutto pronto. Mi ha detto di essere arrivato e di averli visti tutti in attesa di entrare. Ha detto che non è riuscito a scendere dall’auto per venti minuti. Era così colpito dalla domanda: <<Cosa dirò loro dopo tutto questo tempo?>> Lewis è molto umano. Non credo che sia stata una decisione robotica. So che può sembrare molto concentrato e la sua è una decisione mirata, ma è un essere umano. Sa che ha delle ripercussioni, e a livello di amicizia era la cosa a cui teneva di più. Parlando con i suoi colleghi, credo che tutti capiscano. È la Ferrari, e questo è un ragazzo che ha fatto di tutto. È l’unica cosa che non ha realizzato”.