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“Se dovesse essere introdotto il balance of performance in F1, si rovinerebbe lo sport. C’è meritocrazia, vincono la miglior macchina e il miglior pilota. E questo spendendo la stessa cifra, a meno che non si infrangano le regole. Solo allora bisognerebbe penalizzare, ma non si può farlo nei confronti di chi ha svolto un buon lavoro”: così Toto Wolff ha riflettuto sul dominio della Red Bull in Formula 1 nel debriefing del weekend con i giornalisti presenti in pista a Montecarlo.
La performance di Max Verstappen nel principato ha evidenziato le sue grandi qualità, come ha sottolineato lo stesso Wolff: “è al meglio della sua forma, ha rischiato di andare contro le barriere ma non l’ha fatto. E non era scontato, visto che ha spinto al massimo”. E quando a un talento del genere si aggiunge “una macchina veloce in ogni condizione”, la sfida per i rivali, a cominciare dalla Mercedes, è proibitiva.
“Dobbiamo semplicemente fare un lavoro migliore – puntualizza il team principal della Mercedes - cercare di raggiungerli, trovare delle soluzioni migliori e riuscire a lottare. È uno sport, a prescindere dal fatto che sia buono per lo spettacolo o meno. Se c’è una lotta tra dieci piloti, o anche solo due, è meglio. Ma non è quello che sta succedendo, e bisogna accettarlo”. Anche se non deve essere semplice, per chi ha dominato questo sport per quasi un decennio.
Estremamente affascinato da Monaco – che definisce “uno spettacolo in sé, la pista più glam ed entusiasmante al mondo" – Wolff ha analizzato nel dettaglio la strategia per cui ha optato la Mercedes in gara. “Con George in ottava posizione, potevamo rischiare un azzardo – ha osservato sulla decisione di montare le hard nel primo stint -. Ci siamo stupiti che in molti abbiano fatto la stessa scelta. Credo che la tempistica delle soste sia stata quasi perfetta. Forse un giro prima sarebbe stato ancora meglio, ma rispetto ad altri abbiamo azzeccato”.
“Col senno del poi – ha aggiunto, riferendosi in particolare ad Aston Martin - è facile capire cosa si potesse fare meglio. La strategia è sempre sotto la lente di ingrandimento. Lato nostro abbiamo discusso molto tra di noi. George era convinto che avremmo potuto mettere le intermedie un giro prima, e Lewis era dello stesso avviso. Ma dove eravamo seduti era ancora asciutto. Credo in ogni caso che abbiamo preso la giusta decisione”.
Questo nel contesto di un weekend di gara in cui “siamo andati meglio nelle FP1 che nel resto del weekend. Più la pista si gomma, meno performance troviamo. È un processo di approfondimento, quello che stiamo affrontando, perché è tutto nuovo. Dobbiamo raccogliere dati e orientarci diversamente in termini di set-up. Negli ultimi due anni e mezzo, comunque, abbiamo avuto una buona macchina la domenica, ma abbiamo faticato al sabato”.
Tornando alla Red Bull, a Monaco si è visto per la prima volta il fondo della RB19, grazie a degli scatti dei fotografi durante il recupero della monoposto incidentata di Sergio Perez. “Credo che la Red Bull avesse molto più da perdere nel mostrare il proprio fondo - ha puntualizzato Wolff -. Gli altri possono copiare tranquillamente il nostro. A parte gli scherzi, succede. Le monoposto vengono portate via dalla pista e vediamo certi particolari, ma in questo caso sembrava di assistere a uno spettacolo al Cirque de Soleil, con le vetture sollevate di metri da terra. Pareva un’installazione di un museo”. D’altronde, lo chiamano Circus…