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Sembra passato un secolo da quando a tenere banco in Formula 1 non erano i continui rinvii di GP per via della pandemia di Coronavirus, ma l'accordo privato raggiunto tra la FIA e la Ferrari sulla power unit della casa di Maranello per il 2019. Era la fine di febbraio e le monoposto 2020 di F1 erano impegnate a Barcellona quando fu diramato un comunicato che annunciava l'intesa. Di lì a poco, sette team - in sintesi, tutti, fatta eccezione per Haas e Alfa Romeo Racing, clienti della Rossa - avrebbero diffuso una nota alla stampa in cui chiedevano a gran voce i dettagli della vicenda. La FIA avrebbe poi risposto, senza rivelare molto, e la Mercedes si sarebbe dissociata dal fronte dei "ribelli".
Qualche indicazione in più trapela ora, grazie ad un'intervista concessa dal presidente della FIA, Jean Todt, al quotidiano sportivo francese, L'Équipe. «La Ferrari è stata sanzionata - rivela Todt - ma non posso fornire i dettagli delle misure che abbiamo preso. Mi piacerebbe che la Ferrari acconsentisse alla divulgazione dei termini dell'accordo, ma ha esercitato questa clausola, come da suo diritto. In ogni caso, siamo intervenuti in modo tale che non ci fosse alcun dubbio sull'interpretazione del regolamento per la stagione 2020».
Quanto alla gestione della crisi legata alla pandemia di COVID-19 in corso nel mondo, Todt spiega: «Sarà necessario agire con determinazione, perché qualcuno è contrario alle misure necessarie per garantire la sopravvivenza di questo sport». «Servirà essere realisti e prendere delle decisioni. Ci saranno vittime anche nello sport, sarà necessario rivedere del tutto com'è strutturato un team. Se una scuderia vanta 1.500 dipendenti, qualcuno sarà colpito dal punto di vista economico, questo è certo». Se fosse necessario, poi, Todt è pronto ad imporsi «in maniera autoritaria, qualora ce ne fosse bisogno», per prendere decisioni vitali per la categoria, di concerto con il CEO di F1, Chase Carey.