F1. Testa a testa Ferrari e McLaren, Red Bull in difficoltà, Mercedes da scoprire: ecco cosa abbiamo imparato dalle libere del Gran Premio d’Australia 2025

F1. Testa a testa Ferrari e McLaren, Red Bull in difficoltà, Mercedes da scoprire: ecco cosa abbiamo imparato dalle libere del Gran Premio d’Australia 2025
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Il primo giorno di scuola della Formula 1 nel 2025 vede Ferrari e McLaren convincenti, una Red Bull alle prede con l'instabilità e una Williams in grande spolvero. Ecco l'analisi del venerdì di prove libere del Gran Premio d'Australia 2025
14 marzo 2025

La Ferrari è pronta a regalare ai suoi tifosi un’alba Rossa? È quello che si chiedono i tifosi della scuderia di Maranello risvegliandosi con la notizia del miglior tempo di Charles Leclerc nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio d’Australia 2025. Mentre l’Italia era ancora assopita, negli ultimi scampoli di un’estate caldissima dall’altra parte del mondo Leclerc infondeva speranza nel popolo che come lui venera il Cavallino rampante. Al di là dello spunto di Charles sul giro secco, i segnali davvero confortanti per la Ferrari arrivano da un passo gara competitivo e dallo slancio mostrato nelle curve veloci, uno dei punti deboli della SF-24.

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È inevitabile che in questo momento sia Leclerc a portarsi sulle spalle la Ferrari. Lewis Hamilton, dopotutto, deve portare a termine il delicato processo di acclimatamento a una realtà molto diversa rispetto a quella cui era abituato. Come ha sottolineato il team principal della Rossa, Fred Vasseur, a una nostra domanda in merito, prendere le misure con l’intricato dedalo di procedure e terminologie che costituisce la trama del lavoro in pista è un esercizio assai complesso.

Ma i quattro decimi di distacco rimediati da Hamilton rappresentano anche e soprattutto la distanza che lo separa dalla comprensione di un concetto vettura molto differente rispetto a ciò a cui era abituato in Mercedes. La power unit Ferrari, diversa per erogazione della potenza, vibrazioni e gestione della batteria, è solo la punta dell’iceberg delle differenze con cui Hamilton deve fare i conti. La SF-25 si comporta in maniera diversa sia in fase di accelerazione che di frenata, e per Hamilton non è una cattiva notizia, ma solo una parte del suo processo di adattamento.

Un esercizio, questo, che diventa ancora più complesso nell’era dell’effetto suolo, con vetture estremamente sensibili, in alcuni casi fino a diventare capricciose. Non lo sembra la McLaren MCL39, risultata molto efficace con Lando Norris nella sua simulazione di passo gara con le medie. Un long run da cui spicca una caratteristica che ormai è un marchio di fabbrica delle vetture della scuderia di Woking, la capacità di mantenere guizzanti le gomme fino al termine dello stint. Virtù che, per la verità, in Australia si è notata anche in casa Ferrari. La MCL39 è risultata più veloce sul dritto della Rossa, più carica e probabilmente con una mappatura del motore più conservativa.

Tutta da scoprire è la Mercedes, che nella seconda sessione di prove libere è andata in controtendenza rispetto al resto delle rivali, optando per dei long run con le hard e non con le medie. Simulazioni di passo gara, queste, in cui la W16 ha ben figurato. C’è stata qualche sbavatura da parte dei piloti, la più marcata il testacoda di George Russell nelle FP1. La classifica delle FP2, con una Mercedes arretrata, non rappresenta le potenzialità di una vettura che, però, sembrerebbe un passo indietro rispetto a Ferrari e McLaren, almeno in queste condizioni.

Non bisogna poi dimenticarsi di quanto sia complesso il compito di Andrea Kimi Antonelli durante questo weekend di gara. La pista di Melbourne, con i muretti vicini e la ghiaia a rappresentare un confine fisico non valicabile, è decisamente meno clemente rispetto al Bahrain, negli ultimi anni corsa inaugurale della stagione. Che l’Albert Park non perdoni lo ha dimostrato il botto nelle FP1 di Ollie Bearman, che non è riuscito a girare nella seconda sessione di libere nonostante il duro lavoro dei meccanici della Haas.

Il top team apparso più in difficoltà nel primo venerdì di libere dell’anno è indubbiamente la Red Bull. I sospetti avuti durante i test sulla fragilità della RB21 sono stati confermati dalle bizze della monoposto della scuderia di Milton Keynes nelle mani di Max Verstappen. Il posteriore è risultato troppo instabile perfino per Max, che solitamente si esalta nel controllare un retrotreno capriccioso. In Australia la Red Bull si è presentata con un fondo leggermente rivisto, abbinato sulla RB21 di Verstappen a una diversa specifica dell’ala anteriore, con il muso ancorato al secondo elemento.

Liam Lawson nelle FP2 ha fatto da cavia, portando in pista la versione dell’ala anteriore con il muso ancorato all’elemento principale e il fondo vecchio. Sono prove di comparazione, queste, che fanno sospettare che i problemi di correlazione della Red Bull continuino. Con una galleria del vento obsoleta, serve la prova della pista per cercare di avere ragione di una monoposto che in questo momento ha un comportamento troppo erratico per poter consentire a Verstappen di essere della partita in Australia.

Lo sarà eccome a centro classifica la Williams. Carlos Sainz nella mattinata australiana si era preso la ribalta con un miglior tempo frutto sì di un lavoro diversificato rispetto alla concorrenza, ma che comunque rappresentava un segnale della possibilità di giocare la parte della migliore delle altre alle spalle dei top team. Sono queste le sensazioni del primo giorno di scuola della stagione 2025 di Formula 1, nel contesto di un weekend di gara con un meteo isterico. Domani sarà rovente, domenica invece è prevista pioggia. È il pepe di un fine settimana che si pronuncia incandescente, come l’estate australiana che fa da sfondo alla prima danza del 2025.

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