F1 2025: Cinque aspetti chiave dei test in Bahrain, incluso Hamilton su Ferrari SF-25

F1 2025: Cinque aspetti chiave dei test in Bahrain, incluso Hamilton su Ferrari SF-25
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Ecco cosa potremo capire dai test pre-stagionali 2025 della Formula 1 in Bahrain
25 febbraio 2025

Che cosa conta davvero, nei test pre-stagionali 2025 di Formula 1 al via domani in Bahrain? La classifica dei tempi, dopotutto, offre solamente una visione parziale della storia. Ci sono così tante variabili che non possiamo conoscere – dai carichi di benzina alle mappature del motore, passando per i programmi di lavoro – che la prova del cronometro ha una rilevanza relativa. Basti pensare a quante volte in passato team di seconda fascia abbiano cercato un posto alla ribalta girando con poca benzina a bordo per balzare in cima ai tempi. O, viceversa, alla tendenza di alcune scuderie di punta a nascondersi. Quali sono, allora, le cose da tenere d’occhio? Scopriamole insieme.

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La prima impressione di una monoposto può davvero essere veritiera? Alcuni piloti sostengono di rendersi conto se una vettura è competitiva o meno al primo giro, come se fossero vittime di una sorta di colpo di fulmine. Ma la vera prova del nove arriva nei test pre-stagionali, la prima occasione in cui i talenti dello schieramento della F1 possono davvero confrontare le sensazioni avvertite al simulatore – quelle sì più indicative rispetto a uno shakedown – con l’atto pratico della pista. La parola d’ordine per tutte le scuderie è guidabilità.

Avere a disposizione una vettura prevedibile nelle risposte agli input dei piloti è fondamentale affinché si instauri la necessaria fiducia nella monoposto. Senza questo ingrediente cruciale, i piloti faticano a estrarre il massimo dalla vettura, finendo per esitare. Dal comportamento in pista delle monoposto potremo cominciare a farci un’idea di quanto possano sposarsi bene con gli stili di guida dei vari piloti. Tanto per fare un esempio, la Ferrari SF-25 consentirà a Lewis Hamilton di essere aggressivo in inserimento curva, per poi frenare in modo profondo e brusco, garantendogli nel contempo la stabilità del retrotreno che preferisce?

I test pre-stagionali in Bahrain sono anche la prima occasione dei team per saggiare l’affidabilità delle monoposto. Rispetto a qualche anno fa, è difficile che si verifichino situazioni catastrofiche. L’ultimo fiasco vero e proprio, dopotutto, risale al 2019, con la Williams arrivata in ritardo ai test di Barcellona, e in condizioni critiche. Il numero di giri percorsi è comunque un buon indicatore di vitalità per i team, anche in una situazione di “maturità” tecnica come quella dell’attuale regolamento, giunto all’ultima stagione, così come anche le power unit.

Sul fronte dell’affidabilità, sarà molto interessante vedere come ha lavorato la Red Bull. La RB20 vantava una configurazione delle masse radianti audace, che di fatto sacrificava il raffreddamento degli organi vitali delle monoposto sull’altare dell’efficienza aerodinamica. Una strategia, questa, che non ha pagato, visto che la Red Bull in Ungheria lo scorso anno portò un pacchetto di aggiornamenti volto a migliorare l’affidabilità rendendo il packaging meno soffocante. Dalle prime, vaghissime immagini della RB21 diffuse dalla Red Bull sembra che per la monoposto 2025 si sia presa una direzione diversa.

Arrivati all’ultimo anno dell’attuale regolamento tecnico, la convergenza tecnica è inevitabile. Se da un lato le filosofie progettuali risultano più simili rispetto all’inizio di questo ciclo, dall’altro i top team continuano ad alzare l’asticella, osando dal punto di vista progettuale su alcuni dettagli non di poco conto. Vale per la Ferrari, che sulla SF-25 ha deciso di adottare uno schema pull rod per la sospensione anteriore. Ma anche per la McLaren, che mantiene gli stessi schemi all’anteriore e al posteriore, ma ha modificato i dettagli delle sospensioni per migliorare il rendimento aerodinamico.

Quando ci si prende un rischio, non è detto che paghi, soprattutto in una Formula 1 in cui sussistono inevitabilmente discrepanze tra il virtuale e il reale. L’impossibilità di replicare certi fenomeni della pista con gli strumenti a disposizione dei team fa sì che non necessariamente quello che sembra efficace in teoria lo sia anche all’atto pratico. Per esempio, un guadagno di punti di carico con le monoposto dell’attuale ciclo non sempre si traduce in prestazioni migliori, perché la maggiore deportanza potrebbe rendere più difficile da controllare la vettura.

La pista, insomma, costituisce una vera e propria prova del nove della bontà delle vetture, le cui eventuali mancanze vengono esposte in un modo impossibile in ambito virtuale. Basti pensare al bouncing, effetto collaterale delle monoposto a effetto suolo che non è replicabile in galleria del vento, visto che si verifica a velocità maggiori rispetto alla massima raggiungibile in quelle condizioni. Nel 2022 durante i test pre-stagionali questo problema si manifestò con una violenza inaspettata, ma non è da escludere che possa tornare in auge anche ora, sebbene in maniera meno grave.

Ma i test pre-stagionali sono anche e soprattutto la prima occasione per vedere in pista le vere monoposto 2025. L’energia caotica dell’avvicinamento a questa stagione, con la presentazione delle livree a sparigliare le carte, ha portato molti team a mostrare solo un’immagine parziale delle proprie vetture, esacerbando una tendenza che certe scuderie – Red Bull in testa – hanno sempre avuto. D’altronde, in una F1 in cui il diavolo sta nei dettagli, è inevitabile che i team cerchino di nascondere le proprie carte fino all’ultimo momento utile.

Oltre a vedere nel dettaglio le soluzioni dei top team, sarà interessante vedere se qualche scuderia di seconda fascia avrà deciso di mettere una croce sul 2025, per concentrare tutte le forze sul 2026. Quando le risorse sono limitate, è inevitabile dover scendere a compromessi. E di fronte alle potenzialità di miglioramento date da un anno zero dal punto di vista tecnico, potrebbe valere la pena di sacrificare questa stagione. Per ora è ancora tutto possibile. Ma tra poche ore cominceremo ad avere le risposte alle tante domande della pausa invernale.

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