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Nell’era della F.1 mordi e fuggi, le qualifiche della gara sprint del GP di Cina dicono però molto. Al di là del pasticcio dei tempi prima cancellati e poi ridati, che hanno lasciato Lando Norris in pole davanti a Lewis Hamilton e Fernando Alonso (griglia che coi primi due davanti a tutti avrebbe avuto un significato diverso), sono le condizioni in cui è maturato questo risultato a far pensare. Certo, con la gara programmata sabato mattina alle 5 ora italiana, questa pole resterà negli annali per qualche ora soltanto e poi verrà superata dagli avvenimenti, come dire che quello che accade non vale più niente dopo poco tempo. Il succo e il punto chiave di tutto ciò è che da queste qualifiche emerge quella che dovrebbe essere la vera F.1. Ci spieghiamo meglio: prima parte di qualifica con asfalto asciutto e davanti i soliti nomi, Verstappen, Perez, Sainz e compagnia. Poi arriva la pioggia, gomme intermedie, non sempre idonee in tutti i punti del circuito, e le uscite di pista, i controsterzi e le sbandate non si contano più.
Spettacolo di guida ad altissimo livello con ragazzi come Piastri che si piazzano là davanti o vecchie volpi alla Alonso e Hamilton che suonano i ragazzi terribili del circus. Leclerc va per prati, sbatte, rompe l’ala e torna in pista e fa pure un ottimo tempo. Le condizioni meteo cambiano un po’, chi trova la striscia umida e chi bagnata e alla fine il cronometro dice la sua. Ovvero che la vera F.1 dovrebbe essere questa. Fatta di macchine difficili da guidare, con tanta potenza e poca aderenza. E qui si torna agli anni d’oro, quelli dell’era turbo con oltre mille CV e tenuta delle gomme ridicole, con macchine inguidabili da chi non avesse le stigmate del campione. La F.1 del futuro dovrebbe seguire questo ritorno al passato: ovvero, tanta potenza (e attualmente ci siamo) ma aderenza scarsa, meno carico aerodinamico e meno tenuta delle gomme. Nei regolamenti del 2026 hanno cercato di far passare le gomme da 16 pollici invece dei 18 attuali. Errore, perché se il peso resta questo o poco meno, col 16 pollici più che lo spettacolo fai un disastro. Ergo, si dovrebbe lavorare su ali e fondo: impedire carichi massicci e rendere le auto scivolose oltre un certo limite, ma se non vai in quel limite non sei veloce.
Un compromesso che venti anni fa Max Mosley aveva imposto come presidente della FIA con le famose gomme scanalate. Perché, in fondo, la ricetta a quel tempo era semplice: sul bagnato le gare sono spettacolari per le difficoltà di guida dei piloti “Dovremmo bagnare sempre le piste” fu la provocazione di Ecclestone. Adesso, 20 anni dopo, si vede che quella ricetta funziona ancora e che non servono auto da mille e passa kg quando con 600 va bene lo stesso, quando con una gomma più stretta e meno performante si fa spettacolo lo stesso. Perché se vai a vedere i tempi sul giro, dal minuti e trentasei sull’asciutto ai due minuti sul bagnato, adesso dite chi si è accorto che andavano più piano di 25 secondi al giro ma con tanto spettacolo in più.