F1. Secondo Max Verstappen, il peggio per la Red Bull è passato. Ma è davvero così?

F1. Secondo Max Verstappen, il peggio per la Red Bull è passato. Ma è davvero così?
Pubblicità
Secondo Max Verstappen, il momento peggiore della crisi che ha colpito la Red Bull nella stagione 2024 di Formula 1 è passato. Ma è davvero così?
8 ottobre 2024

Secondo Max Verstappen, il peggio è passato. In un’intervista concessa a Motorsport.com, il campione del mondo in carica di Formula 1 ha individuato Monza come il nadir della crisi della sua Red Bull, apparsa sempre più fragile nel corso della parte europea del calendario della stagione 2024. Dopo una gara difficilissima disputata sul tempio della velocità brianzolo, l’olandese non aveva esitato a definire la sua RB20 un “mostro inguidabile”.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Le risposte incoerenti della Red Bull RB20 agli spunti di Verstappen altro non erano che la conseguenza diretta di quella che Christian Horner ha definito una “disconnessione” tra l’anteriore e il posteriore della vettura. Una mancanza, quella della RB20, che rende molto difficile trovare il giusto bilanciamento. Dopotutto, con una coperta particolarmente corta, cercare di ovviare a una mancanza da un lato può esacerbare i problemi dall’altro.

Paradossalmente a essere più colpito dalle bizze della RB20 è stato proprio Verstappen, che, in mancanza della giusta dose di fiducia nel comportamento del retrotreno della monoposto, non riesce a impiegare efficacemente il suo stile di guida, che si fonda su un anteriore tagliente, puntato. I correttivi apportati in corsa dalla Red Bull a Baku sembravano apparentemente aver messo una pezza sulle mancanze che hanno avuto origine addirittura lo scorso anno, quando Sergio Perez, novella Cassandra inascoltata, aveva sollevato le prime perplessità. Ma finché Verstappen ha continuato a offrire prestazioni di alto livello, in Red Bull non si sono nemmeno posti il problema.

Ma il peggio, come sostiene Verstappen, è davvero passato? L’incoraggiante secondo posto colto a Singapore non è particolarmente indicativo, visto che la Red Bull ha giustamente potuto concentrarsi sull’estrarre il massimo sul giro secco, con un lavoro di fino che ha consentito a Max di poter sfruttare al meglio il vantaggio di posizione in pista, sempre più rilevante nella F1 di oggi. Ma sul passo gara, dati alla mano, la Ferrari ne aveva di più.

C’è poi una variabile che potrebbe andare a discapito della Red Bull. I prossimi appuntamenti del calendario sono caratterizzati da un ampio ventaglio di tipologie di curve, il che renderà ancora più delicato trovare il corretto bilanciamento. Correggere in corsa l’assetto, inoltre, con questa generazione di vetture diventa ancora più complesso, visto che anche un piccolo cambiamento può avere conseguenze macroscopiche – e spesso indesiderate - sul comportamento della monoposto.

In questa inusuale pausa autunnale della F1, tutti i team stanno lavorando all’ultimo pacchetto di aggiornamenti dell’anno. In casa Red Bull si spera di risalire la china proprio grazie all’upgrade che vedremo in quel di Austin, ma è pur sempre vero che mai come in quest’era tecnica della F1 il corretto funzionamento delle nuove soluzioni è tutt’altro che scontato. Le attuali monoposto sono talmente sensibili a una serie di fattori difficilmente replicabili nelle simulazioni da rendere l’adozione di nuovi aggiornamenti un’operazione delicatissima.

A proposito di legame tra virtuale e reale, in Red Bull si fa affidamento su una galleria del vento ormai obsoleta, che presto sarà sostituita da un nuovo impianto oggi in fase di costruzione. Uno svantaggio, questo, a cui Horner non ha voluto attribuire tutta la colpa delle difficoltà della RB20, ma che indubbiamente ha influito. Oltretutto, come ha spiegato lo stesso team principal della Red Bull, tra galleria del vento, analisi CFD e dati della pista in caso di difficoltà sembra di dover stabilire l’ora esatta con tre orologi diversi. In condizioni come queste, pensare che il peggio sia passato è tutt’altro che scontato, a dispetto di quello che sostiene – forse con una punta di speranza – Verstappen.

Pubblicità