F1, scandalo Haas: accusata di fornire macchinari bellici alla Russia, la società smentisce

F1, scandalo Haas: accusata di fornire macchinari bellici alla Russia, la società smentisce
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L’azienda di proprietà di Gene Haas è al centro di uno scandalo che la vedrebbe coinvolta in invio alla Russia di materiali fondamentali per il conflitto bellico. Haas, tuttavia, smentisce le accuse
15 marzo 2023

Altro che guerra fredda: fra Haas Automation, la società americana proprietaria del team di F1, e la Russia sarebbe in atto un rapporto di affari che consisterebbe nello scambio di macchinari e utensili di precisione da usare nella guerra con l’Ucraina.

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F1 contro la Russia: Haas al centro di uno scandalo

La F1, come gran parte del mondo, si è schierata contro la Russia per aver invaso l’Ucraina e averle fatto guerra sin dal primo giorno, cancellando a tempo indeterminato il Gran Premio di Russia a Sochi dal proprio calendario.

Anche Haas aveva seguito queste linee guida, anche a costo di incorrere in difficoltà tecniche per la stagione in corso, il 2022. Ricorderete che all’inizio della stagione 2022 il team di Oxnard ha estromesso Nikita Mazepin e ha rinunciato alla sponsorizzazione di Uralkali, colosso minerario che si occupa dell’estrazione e della lavorazione di potassio, perché appartenente al padre di Nikita, l’oligarca Dmitry, vicino a Vladimir Putin. Lo stesso pilota russo è stato impossibilitato a prendere parte alle gare in Europa sino a quando il Tribunale dell’Unione Europea non gli ha permesso di prendere parte alle competizioni finché estraneo alla sponsorizzazione del padre.

Ebbene, tutte queste misure sembrerebbero state violate dalla Haas. La società di proprietà di Gene Haas – fra l’altro noto come filantropo per aver fondato l’associazione no-profit Gene Haas Foundation nel 1999 per le cause umanitarie – ha negato il coinvolgimento in questo scambio di affari con la Russia, che consisterebbe nella progettazione e produzione di macchine utensili di precisione che sarebbero fondamentali per il conflitto bellico. Il vicepresidente di Haas, Peter Zierhut, ha negato tali accuse, affermando che l’azienda californiana avrebbe tagliato i contatti con la Russia il 3 marzo 2022. Tuttavia, il reporter Simon Ostrovsky, vincitore di un Premio Pulitzer, ha diffuso nel notiziario statunitense PBS NewsHour che la fabbrica russa RATEP, azienda produttrice di armi sanzionata dagli Stati Uniti dal 2014, sarebbe solo una delle tante aziende russe rifornite da Haas Automation. I registri della società americana, infatti, hanno dimostrato che ci sarebbero stati invii dalla sede della società, a Oxnard, in California, verso la Russia: un minimo di 18 spedizioni sono state tracciate dal 4 marzo 2022 ad oggi, per un valore pari a 2,8 milioni di dollari.

Haas ha immediatamente risposto con un comunicato stampa che nega con forza l'accaduto. "Haas Automotive costruisce macchinari da più di 30 anni, ce ne sono 200.000 in giro per il mondo ancora in uso," ha affermato il team di F1 in difesa di Haas Automation. La società, sottolinea l'azienda americana, il 3 marzo 2022, in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, "ha terminato volontariamente, di sua iniziativa, la collaborazione con il suo unico distributore indipendente per Russia e Bielorussia Abamet Management, nonostante non esistessero sanzioni U.S. che lo chiedessero. Lo ha fatto perchè voleva supportare appieno l'Ucraina e la sua gente."

E le 18 spedizioni? Haas Automative ha spiegato che non ci sono stati invii alla Russia dopo il 3 marzo 2022 e che le spedizioni incriminate sarebbero avvenute precedentemente. "Questo fatto cruciale è stato reso chiaro al reporter della PBS prima che questa storia venisse mandata in onda." Non ci sarebbero state violazioni da parte dell'azienda americana, quindi, la quale anzi dichiara non solo di aver rispettato le direzioni degli Stati Uniti ma di avere anche incrementato le attenzioni in questo senso eliminando contatti anche quando non richiesto e di avere irrigidito la propria politica riguardo all'evitare affari con Russia e Bielorussia.

 

Haas Automation in affari con la Russia ma non sarebbe la sola

Sebbene lo scandalo coinvolga Haas Automation in relazione al suo coinvolgimento in F1, la società non sarebbe l’unica a portare avanti rapporti commerciali con la Russia. Il capo del Dipartimento Sanzioni dell’agenzia nazionale ucraina Agiya Zahrebelska ha infatti dichiarato che nonostante le sanzioni previste, ci sono ancora molte società in affari con la Russia. Siemens è una di queste, lo stesso vale per l’azienda giapponese DMG Mori, la quale fornisce un’importazione della misura del 70-80% dell’attività di macchine utensili a controllo numerico computerizzato.

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