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Vedere un trattore in pista mentre le monoposto circolano con una visibilità scarsissima è inaccettabile. E desta maggior scalpore se accade a Suzuka, dove, otto anni fa, Jules Bianchi ebbe l'incidente che gli sarebbe costato la vita mesi dopo. L'on-board di Pierre Gasly è impressionante: mentre il francese dell'Alpha Tauri procede in pista, sulla sinistra, nel senso opposto, si vede un mezzo di recupero. Se Gasly avesse perso il controllo della sua monoposto, come accaduto a Carlos Sainz pochi minuti prima, staremmo raccontando una nuova tragedia.
Gasly è giustamente apparso furioso nel suo team radio, definendo "inaccettabile" quanto successo. "Mi sarei potuto ammazzare", ha aggiunto. "Per quanto riguarda l'episodio nel terzo giro - si legge in una nota diffusa dalla FIA - la Safety Car era stata mandata in pista e la gara neutralizzata. La macchina numero 10 (Gasly, ndr), che aveva accusato dei danni e si era fermata ai box in regime di Safety Car, stava procedendo ad alta velocità per riprendere il gruppo. Mentre le condizioni peggioravano, la bandiera rossa è stata esposta prima che la vettura numero 10 passasse nella zona dell'incidente dove era stata danneggiata nel giro precedente".
Gasly è finito sotto investigazione per eccesso di velocità in regime di bandiera rossa, che, da on-board, sembrerebbe essere stata esposta pochi secondi prima che transitasse a lato del trattore. Pierre ha alzato il piede, anche se non a sufficienza. Ma se Gasly avesse effettivamente inchiodato all'improvviso, avrebbe rischiato comunque grosso. Senza contare che i mezzi di recupero dovrebbero entrare in pista solo a gruppo ricompattato, e che in condizioni di visibilità come quelle di Suzuka oggi si tratta di un rischio incredibile. Le immagini sono sconcertanti. E sembra davvero che la F1 non abbia imparato nulla da certe tragedie.