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Lo scorso mese la FIA ha pubblicato un aggiornamento del suo Codice sportivo. La volontà è quella di dare maggiori linee guida per i commissari di gara in merito alle sanzioni da dare ai piloti nel caso di violazione del codice sportivo, in particolare per l’utilizzo di parolacce o linguaggio non consono nelle sedi ufficiali, come team radio, interviste o conferenze stampa. A dare la sua opinione anche Carlos Sainz.
Riavvolgendo il nastro, il tutto è nato in occasione del Gran Premio di Singapore quando Max Verstappen, nella conferenza stampa del giovedì, rispondendo alle domande riguardo al comportamento della sua monoposto nella gara precedente a Baku, ha utilizzato una parolaccia. Poco dopo, il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha commentato tale episodio sottolineando la volontà di voler inasprire le sanzioni per evitare che i piloti utilizzassero dei linguaggi non consoni, come già previsto dal regolamento sportivo. Per quella parolaccia, dopo un breve protesta dell’olandese, la Federazione ha deciso di assegnargli delle ore di lavori socialmente utili in Ruanda. La seconda “vittima” è stato Charles Leclerc che, commentato il quasi schianto al Gran Premio del Messico, si è lasciato scappare una parolaccia.
Il monegasco ha chiesto immediatamente scusa, motivo per cui la FIA ha deciso di fargli pagare una multa di 5mila euro che potrebbe raddoppiare qualora dovesse ripetersi tale episodio nell’arco dell’anno solare. Queste prese di posizione della Federazione hanno inevitabilmente scatenato la polemica, sia dei piloti, che si sono espressi tramite la GPDA, che di altri addetti ai lavori. A sottrarsi alla critica appoggiando l’operato di Ben Sulayem è stato Toto Wolff. E per evitare che in futuro i commissari di gara si debbano trovare difronte ad episodi del genere, dove devono decidere come punire i piloti senza avere delle chiare direttive, la FIA ha deciso di istituire nuove regole. Una sola infrazione equivale ad una multa salata che diventa sempre più salata con la reiterazione del “reato”, a cui si aggiunge anche un mese di sospensione e una decurtazione di punti dalla classifica piloti e di conseguenza costruttori.
Nonostante queste nuove linee guida, Ben Sulayem starebbe pensando ad un’altra restrizione, ovvero di limitare la messa in onda, che già adesso è in differita, dei team radio dei piloti con i propri muretti box. Nella concitazione del momento, spesso i piloti si lasciano prendere dall’adrenalina pronunciando anche delle parolacce. Motivo per cui i team radio, prima di essere trasmessi in televisione, vengono filtrati con il classico bip per il linguaggio scurrile. “Se andremo avanti e spegneremo la diffusione in diretta dei team radio? Forse. Se li ritarderemo nella loro diffusione? Forse. Ci sono molte cose sulle quali lavoreremo con il nostro promoter. La F1 è il promoter della FIA, che è ancora il proprietario del campionato - aveva dichiarato Ben Sulayem, come riportato da Soymotor - I nostri piloti e ambasciatori devono mandare messaggi chiari. Se gli consentiremo di usare parolacce? Dev'esserci rispetto. La FIA si fonda sul rispetto e continuerà a essere un elemento alle nostre fondamenta”.
Il primo a rincorrere nelle nuove sanzioni imposte dalla FIA è stato il pilota del WRC Adrien Fourmaux in occasione del Rally di Svezia dello scorso weekend. Il pilota della Hyundai è stato multato di 10.000 € e colpito da un'ulteriore multa sospesa di 20.000 € per aver utilizzato un “linguaggio inappropriato” durante un’intervista televisiva. Fourmaux non ha usato parolacce nei confronti di nessun altro, ma ha affermato che lui e il suo navigatore “hanno fatto una ca***ta”. In Formula 1 la multa viene addirittura quadruplicata ma, non essendo ancora iniziata la stagione 2025, alcun pilota deve ancora sbordare tale cifra. La GPDA deve ancora dare una risposta alla FIA, ma nel mentre a parlarne è stato Carlos Sainz in occasione dello shakedown della FW47 a Silverstone lo scorso venerdì. Pur concordando sul fatto i piloti non dovrebbero usare un linguaggio inappropriato nelle conferenze stampa ufficiali, il madrileno ha esortato la Federazione a non reprimere troppo duramente i piloti che mostrano passione ed emozione nei team radio.
“I piloti di Formula 1 dovrebbero essere abbastanza controllati durante le conferenze stampa e le apparizioni sui media da non imprecare, e sono favorevole a fare uno sforzo come gruppo - quando tutti i ragazzi ci guardano in conferenza stampa o di fronte ai media - per avere almeno un buon comportamento e un vocabolario decente" sono le parole del nuovo pilota della Williams riportate da Autosport. “Penso che non sia molto difficile. Quindi, abbiamo bisogno di multe o dobbiamo essere controllati per questo? Non lo so, ma sono a favore parlare bene e di essere educati davanti ai microfoni e di fronte ai media. Allo stesso tempo, penso che questo sia troppo per la comunicazione radio e l'adrenalina e la pressione che abbiamo dentro la macchina? Credo che sia troppo ciò che la FIA sta cercando di ottenere con i divieti e tutto il resto, perché per me è una parte fondamentale dello sport, dove potete vedere la vera emozione e la vera pressione e la vera eccitazione nella voce e persino a volte, sfortunatamente, nel vocabolario di un pilota da corsa”.
“E finché non si tratta di parole offensive verso nessuno e sono solo parolacce, dove si vede che sono emotivo, non penso che debba essere troppo controllato, perché allora vi perderete un sacco di cose che viviamo dentro la macchina – ha proseguito Sainz - E fidatevi, non volete mettere un microfono dentro un campo da calcio e vedere cosa dicono [i giocatori], che è una situazione equivalente. È bello avere questo genere di momenti, perché vedi il vero pilota. Siamo già molto limitati su cosa possiamo dirti sui nostri team, sulle nostre situazioni. Abbiamo già un sacco di briefing con i media. Ci dicono già cosa dire. A volte non mi sento a mio agio alla radio, ma quando senti quella passione, quando senti quelle parole, anche se a volte imprechiamo alla radio, per me è una cosa che tengo in F1, e non dovrebbe essere qualcosa di cui dovremmo liberarci”.