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Capita a volte, nella bagarre della prima curva, che una monoposto possa decollare su un'altra e capovolgersi. E' successo ancora a Silverstone con il cinese Zhou toccato da Russell e volato con violenza fino a superare le gomme e atterrare contro le reti di protezione. Un volo pauroso da cui il pilota è uscito indenne ma non deve certo ringraziare la tenuta del roll bar, letteralmente frantumato nel primo impatto contro l'asfalto. E' stato l'halo a proteggere la testa del pilota in maniera egregia (a Silverstone deve ringraziare San Halo anche Nissany che si è visto atterrare sulla testa un avversario...). Che ceda un roll bar è evento raro, anzi dovrebbe essere impossibile e parlando di Sauber è venuto alla mente il volo di Pedro Diniz al Nurburgring nel 1999 quando al via fu toccato e decollò atterrando prima sull'asfalto e poi infossandosi nella terra della via di fuga. A quel tempo l'halo non c'era e Diniz se la cavò senza un graffio.
L'incidente di Zhou è stato più brutto, sia per la dinamica sia per l'atterraggio, ma non si capisce come possa cedere un roll bar che ha proprio la funzione di impedire al casco del pilota di toccare terra. Nelle immagini diffuse in un secondo tempo, con l'Alfa Sauber ribaltata e incastrata fra la rete e il guard rail, è andata bene che non abbia preso fuoco perché il pilota era imprigionato senza possibilità di uscita. Il regolamento tecnico prevede che il roll bar debba resistere a impatti da tre lati, proprio per garantire la massima tenuta, quindi anche laterale, come è stato nel primo impatto di Zhou, oltre a quello dello strisciare sull'asfalto prima di decollare. La FIA di sicuro aprirà una indagine per capire cosa non ha funzionato e verificare che i roll bar in futuro siano più sicuri di quanto non si sia visto a Silverstone. Dal 1999 al 2022 la tecnologia ha fatto passi da gigante e se era già difficile comprendere perché a Diniz si ruppe al Nurburgring, adesso è impossibile accettare un evento simile.