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Sochi - «Oggi abbiamo fatto la storia» ha detto sul gradino più alto del podio Lewis Hamilton mentre Vladimir Putin, Presidente russo, gli consegnava il trofeo del vincitore. In effetti quella di Sochi è stata una gara storica: la prima volta della FIA in Russia, il primo GP col presidente in tribuna e poi sul palco d’onore. Un momento così è logico che passi alla storia, come lo è stato il GP in Cina, quello in India, in Corea e via cantando negli ultimi tempi.
Un circuito costoso e... balordo!
Le strutture a Sochi erano fresche di olimpiadi invernali, anzi qui ha funzionato meglio che a febbraio visto che hanno avuto il tempo di finire questo enorme parco giochi sul mare. Il giocattolo è costato caro e proprio per la cifra spesa, pretendere che la pista fosse all’altezza, con un disegno intelligente, forse era un po’ troppo. Sette giorni fa si sono lamentati delle via di fuga a Suzuka, poche e pericolose, qua nuovo di pacca, non ce ne erano abbastanza. Un muro qua, uno là, come in Corea, e guai al primo che si lamenta, visto che erano tutti ospiti del presidente Putin che ha voluto fortemente questo appuntamento.
I latini dicevano pecunia non olet, i soldi non puzzano, e qua di soldi ne hanno tanti e quindi tutti allegri in fila indiana in un GP noioso, con un tracciato balordo che un bambino delle elementari non pensa nemmeno nella sua immaginazione e un risultato scontato: quello di una doppietta Mercedes che con tre gare di anticipo conquista il titolo mondiale costruttori. Se per la vittoria non c’è stato nulla da fare, contro Hamilton poteva solo la noia, Rosberg ci ha messo del suo per rovinare la corsa: «Ho fatto uno sbaglio stupido, non serviva in quel momento». Infatti ha tirato lungo alla seconda curva, ha piallato le gomme ed è tornato ai box per la sostituzione.
Ha percorso 52 giri con lo stesso treno di gomme, in confronto alle volte in cui la Pirelli portava gomme che andavano cambiate dopo un giro, è un bell’esempio di cosa si può fare con la F.1. Ebbene, Nico ha rimontato da ultimo a secondo, a circa 15 secondi da Hamilton. Come dire che con questa macchina potevano farli partire dal centro città che sarebbero arrivati lo stesso primo e secondo. E allora, archiviando il risultato storico, che consegna a Hamilton 17 punti di vantaggio su Rosberg con tre gare da disputare, si passa al resto.
“Vedere le due McLaren davanti alla rossa fa un po’ strano e fa suonare l’allarme per il prossimo anno”
La McLaren dà segni di vita. Perché la Ferrari no?
A una Williams che con Bottas è terza, alle due McLaren di Button e Magnussen che precedono Alonso, rallentato da un pit stop non proprio perfetto e poi le due Red Bull. Vedere le due McLaren davanti alla rossa fa un po’ strano e fa suonare l’allarme per il prossimo anno. Eh sì, perché mentre la Ferrari è sempre la stessa, la McLaren continua a migliorare, dà segni di vita. Perché a Maranello non danno gli stessi segnali? Hanno buttato tutto al lastrico e pensano al futuro, ma perché la McLaren non ci pensa lo stesso?
Qualcosa non torna come non torna che Alonso non si lamenti mai, stia zitto e continua a dire parole d’amore per la bella abbandonata «Ho deciso da due o tre mesi, quando sarà il momento lo farò sapere ricordando il rispetto per la Ferrari che merita il meglio in quanto una grande squadra». Oibò, ma se è lui che se ne vuole andare, dovrebbe sbattere i piatti in terra e se lo cacciano dovrebbe essere lui a fare il sedotto e abbandonato. Invece calma piatta, dichiarazioni serene come mai. E conoscendo le parti in causa, qualcosa ancora non torna.
Ferrari: mandano via il pilota buono e tengono Raikkonen...
Forse sarà il caso che cominci, da lunedì 13 ottobre, la presidenza Marchionne per avere i primi tasselli al posto giusto, dopo di che i segnali criptici di Alonso troveranno finalmente una spiegazione più chiara. Anche se poi la domanda finale è sempre la stessa: ma la Ferrari pensa davvero di vincere a breve e con uno come Raikkonen che ha deluso sotto tutti i punti di vista in questa stagione? E dovendo mandarne via uno, mandano via quello buono? Ah, già, dimenticavo: se si critica il finlandese si passa per faziosi, denigratori e offensivi.
E allora, forza Kimi, è quello che tutti i tifosi e la Ferrari si aspettavano da te. Intanto davanti, dopo il 1955, la Mercedes festeggia il titolo mondiale costruttori. Con le 9 vittorie di Hamilton e la doppietta con Rosberg. Già, con quella macchina magari vinceva anche Raikkonen, chi lo sa…