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“Non capisco perché questo argomento lo faccia arrabbiare così tanto. Non sa gestire le difficoltà. Ha avuto la macchina più dominante della storia recente per due anni e mezzo. Non metto in dubbio le sue abilità, ma nel momento in cui non ha la monoposto più veloce punta il dito contro l’intera scuderia e perde il controllo. Dopo l’Ungheria, il 25% del suo team di ingegneri ha mandato il CV alla Mercedes, alla McLaren o all’Aston Martin. Hanno spiegato che non volevano avere a che fare con un tipo del genere”: George Russell era un fiume in piena nell’incontro con la stampa presente in pista ad Abu Dhabi in cui ha attaccato senza mezzi termini Max Verstappen.
Le parole del campione del mondo in carica, che lo aveva accusato di avere una doppia faccia, devono aver toccato nel profondo Russell. Lo si capiva benissimo dai suoi occhi pieni di collera, così efferati da fargli perdere la sua compostezza tutta British, nonostante non abbia mai alzato la voce nella sua invettiva. “Dopo l’Austria, ha vinto lo stesso numero di gare di altri sei piloti – ha aggiunto piccato -. Max è battibile? Certo che sì. Quando guida una macchina dominante, non si può surclassarlo. Lo stesso è valso per Lewis e me a Silverstone e Las Vegas, quando avevamo la monoposto migliore”.
“Non avevo intenzione di attaccare Max in questo modo, finché non è andato sul personale con me. Non sono arrabbiato con Max, voglio solo chiarire le cose. Ma non starò a guardare mentre mi aggredisce così”. Ma Russell crede davvero che le minacce di Verstappen avessero un fondamento? "Conosco Max da un sacco di tempo, e so di cosa è capace. Mi ha detto che si sarebbe schiantato volontariamente contro di me, e che mi avrebbe sbattuto la testa contro il muro. Mi rendo conto che si tratta di cose che si dicono sul momento, ma guardando i suoi occhi ho capito che lo pensava davvero”.
“È un quattro volte campione del mondo, ma se paragono le sue azioni a quelle di Lewis, è quest’ultimo il tipo di campione che vorrei essere. Nel 2021 si è battuto in modo fiero, ma corretto, senza oltrepassare mai il limite”. “Dobbiamo essere d’esempio per chi ci segue. Ho un nipote di otto anni che ha appena iniziato a correre con i kart, e un campione del mondo che dice che sarebbe disposto a schiantarsi volontariamente contro un avversario non è un esempio”.
Ma Russell ha sparato anche un’altra bordata di un certo peso. “Lewis gli si oppose nel 2021, e perse quel campionato in modo ingiusto. Vi immaginate cosa sarebbe successo se i ruoli fossero stati opposti? Se Max avesse perso il mondiale così, Masi avrebbe dovuto temere per la sua incolumità”. Parole molto forti, da cui emerge tutta la rabbia che George ha represso fino a scoppiare in un fiume di livore. A sentire lui, però, la querelle si esaurisce così.
“Non è che non ci dorma la notte - ci tiene a puntualizzare Russell -. Non avevo intenzione di parlarvi in questo modo, ma si è spinto troppo oltre con un attacco personale, e ho dovuto raccontare la verità. Per me la cosa finisce qui. Lo so com’è Max. Non è la prima volta che lo vedo comportarsi in questo modo. Era già così a 14 anni, quando correvamo con i kart”.
“Non voglio che Max venga penalizzato, non punto ad alcuna ripercussione per lui. Desidero solo difendermi da una persona che ha messo in dubbio la mia integrità, attaccandomi a mezzo stampa. Ognuno ha diritto alla propria opinione, ma per me ha oltrepassato il limite”. Russell furioso è il vero protagonista di un giovedì di fuoco. Capace quasi di mettere sullo sfondo la lotta mondiale tra McLaren e Ferrari. E ora non ci resta che aspettare la risposta di Verstappen.