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In questo momento, è ancora tutto possibile. A poco più di due mesi dal Gran Premio d'Australia, l'intreccio della stagione 2025 di Formula 1 è ancora una totale incognita, in attesa che le presentazioni delle vetture e i test in Bahrain ci forniscano i primi strumenti per capire cosa potrebbe accadere. È il momento giusto per ipotizzare qualche previsione azzardata sull'andamento di un campionato con tantissima carne al fuoco: eccone cinque.
Che Franco Colapinto possa subentrare in corsa a Jack Doohan in Alpine, a ben vedere, non è una previsione così azzardata. Per assicurarsi i servigi dell'argentino come pilota di riserva - per ora - la scuderia di Enstone ha sborsato una cifra non di poco conto, erogata alla Williams in modo tale che venisse liberato dall'accordo pluriennale che aveva firmato all'atto del suo debutto in F1 a Monza. Non pare nemmeno casuale che il buon Franco nella sua bio di Instagram si definisca "pilota Alpine in F1", senza menzione di essere una riserva. Ma il vero elemento che ci fa propendere per un avvicendamento in tempi brevi è il fatto che l'operazione sia stata orchestrata da quel vecchio volpone di Flavio Briatore. Che, lo ricordiamo, non ha preso la decisione di promuovere Doohan, frutto invece della gestione precedente.
Briatore è uno squalo, e certamente non ha una visione empatica della situazione del povero Doohan, nel cui contratto, stando a The Race, si nasconde una clausola rescissoria lato Alpine nel caso in cui non raggiunga certi target prestazionali nelle prime gare dell'anno. Jack si trova così ad affrontare circostanze non facili, con un rimpiazzo già pronto che non farà altro che aumentare la pressione percepita quando invece dovrebbe godere della sicurezza del suo status da pilota titolare per poter crescere, anche sbagliando. Gli ingredienti per un disastro, ahilui, ci sono tutti. E noi siamo pronti a scommettere che Doohan sarà appiedato prima che la F1 approdi in Medio Oriente per la doppietta Bahrain-Arabia Saudita.
Che un rookie vinca una gara in Formula 1 non è un'ìpotesi assurda. Lewis Hamilton nel 2007 colse ben quattro successi con la McLaren, la stessa cifra di Jacques Villeneuve nel 1996 con la Williams. Andrea Kimi Antonelli come loro esordirà nella massima serie del motorsport con un top team, e ha le qualità necessarie per poter portare a casa risultati ragguardevoli sin da subito. La capacità di sentire la macchina con il proprio corpo, riuscendo a raggiungere un'intesa con il mezzo tale da esprimere una velocità bruciante è una virtù innata. I piloti la hanno o meno, senza sfumature di grigio tra il bianco e il nero. Il resto si impara con l'esperienza. Antonelli nel tempo ha dimostrato di avere quel "fattore X" necessario a emergere.
Le possibilità di vittoria di Antonelli al suo primo anno in Formula 1 dipendono ovviamente dalla monoposto che avrà a disposizione. La Mercedes non sembra aver trovato la quadra tecnica nella nuova era dell'effetto suolo, almeno per ora. Anche se non deficitarie come la capricciosa W13, la W14 e la W15 si sono dimostrate estremamente sensibili anche ai più contenuti cambiamenti a livello di set-up. Nel 2024 la Mercedes si è dimostrata vincente solo quando condizioni peculiari - come il freddo e l'asfalto liscio - consentivano alla W15 di entrare nella sua minuscola finestra di utilizzo ideale. Se dovesse essere così anche nel 2025, è lecito pensare che la Mercedes possa fare da outsider di lusso in alcuni GP, dando a Kimi la chance di imporsi sulla concorrenza.
Il 2025 potrebbe essere l'anno in cui la McLaren dovrà prendere una decisione gerarchica riguardo ai piloti. E se così fosse, a nostro avviso la spunterebbe Oscar Piastri. Nel 2024 la scuderia di Woking in certi frangenti ha pasticciato nella gestione dei suoi talenti, e la sensazione che abbiamo avuto è che non si volesse puntare su Lando Norris anche per non spazientire il compagno di squadra, che ha un potenziale di tutto rispetto. Piastri, pur con il suo incontestabile talento, ha ancora parecchio da sgrezzare. Lo si è notato soprattutto nell'ultima parte della stagione 2024, in cui Oscar si è rivelato piuttosto pasticcione. Ma Piastri ha dalla sua un'arma importante per poter crescere: la calma dei forti.
Quando Piastri ha vinto la prima gara in carriera in Ungheria e si è presentato davanti alla stampa presente in pista, si è voluto in qualche modo giustificare dell'apparente assenza di emozioni che si leggeva sul suo viso. Oscar ha la flemma di chi è convinto di essere destinato a grandi cose, lo si vede chiaramente da come si comporta. È un punto di forza che lo distingue dal tormentato Norris. Lando sul fronte delle abilità e delle competenze è più preparato rispetto a Oscar, ma nel 2024 si è lasciato fagocitare dalla pressione della lotta con Verstappen. Il 2025 è la sua occasione per dimostrare di aver imparato da questa esperienza dolorosa. Ma se dovessimo scommettere su un pilota McLaren per un exploit quest'anno punteremmo su Piastri.
In pochi all'inizio della stagione 2024 di Formula 1 avrebbero potuto immaginare il declino che avrebbe subito l'allora dominante Red Bull nell'arco del campionato. Per colpa di una filosofia progettuale ormai vicina a plafonare e al tentativo azzardato di osare con soluzioni audaci per poter mantenere il proprio vantaggio competitivo, ignorando gli allarmi lanciati da Sergio Perez l'anno precedente, la Red Bull ha inciampato vistosamente, finendo per essere raggiunta e superata da McLaren e Ferrari. L'obiettivo per il 2025 è arrestare questa spirale discendente, ma non sarà facile portare a termine il compito. Un conto è mettere una pezza ai problemi, come fatto nell'ultima parte della stagione, un altro è estirparli, cercando di trovare la direzione giusta in un contesto in cui, parola di Christian Horner, raccapezzarsi tra galleria del vento, simulatore e dati della pista è come stabilire l'ora esatta servendosi di tre orologi diversi.
Max Verstappen nel 2024, la sua miglior stagione per distacco a nostro avviso, è stato superlativo. Ma ha anche tratto beneficio dallo slancio delle ripetute vittorie a inizio campionato per dare linfa a una lotta mondiale che lo ha visto giocare in palese inferiorità tecnica per un ampio scampolo dell'anno. Nel 2025 non avrà questo lusso. Al suo fianco ci sarà Liam Lawson, su cui non si possono non nutrire perplessità. Non è questione di carattere - Liam ne ha da vendere - né di motivazione, quanto di inesperienza. 11 GP all'attivo non sono niente, soprattutto se ci si deve confrontare con un avversario sostanzialmente ingiocabile per chiunque abbia occupato il secondo sedile in Red Bull negli ultimi sette anni. A questo si aggiungono anche l'emorragia di sponsor dopo l'addio di Perez, l'incertezza su un 2026 in cui a Milton Keynes dovranno anche portare in pista un motore proprio e le correnti avverse interne al team. Non è la ricetta migliore per risalire la china.
Ci sarà una corsa silenziosa in parallelo alla lotta per il mondiale 2025, quella legata allo sviluppo della monoposto 2026, frutto di un regolamento tecnico drasticamente differente rispetto all'uscente. Dal 1° gennaio, i team possono lavorare alle vetture per il prossimo anno, rispettando i limiti legati alle ore spendibili in galleria del vento e per l'analisi CFD. Le scuderie più grandi hanno le risorse - anche e soprattutto umane - necessarie per lavorare su entrambi i fronti, fino al momento in cui lasceranno cadere lo sviluppo delle monoposto di quest'anno per concentrarsi sul prossimo. I team di fascia inferiore, invece, non necessariamente possono concedersi questo lusso.
È per questo motivo che non ci stupiremmo se qualche scuderia minore decidesse di tirare una riga sul 2025, con un semplice carryover della filosofia progettuale dell'anno scorso, per concentrarsi direttamente sul 2026, anno zero in cui potrebbero avere maggiori margini di crescita. Fu così nel 2021 per la Haas, che decise di sacrificare il campionato per puntare tutto sull'anno successivo. Una strategia, questa, che non colse i frutti sperati per via della perdita dello sponsor principale Uralkali - e di Nikita Mazepin, ma su questo fronte ci fu un guadagno con l'arrivo di Kevin Magnussen - ancora prima che la stagione 2022 avesse inizio. A giocare questo ruolo nel 2025 potrebbe essere la Williams, con buona pace del nuovo acquisto Carlos Sainz.