F1. Red Bull, ecco perché Sergio Perez ora riesce a essere il secondo pilota perfetto

F1. Red Bull, ecco perché Sergio Perez ora riesce a essere il secondo pilota perfetto
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Sergio Perez in questo inizio di stagione di Formula 1 sta interpretando il ruolo del gregario alla perfezione in Red Bull. Ma cosa è cambiato? C'entra il modo in cui è stata concepita la RB20
8 aprile 2024

Dopo una stagione 2023 da dimenticare, Sergio Perez ha iniziato il suo mondiale 2024 con il piede giusto. Nel Gran Premio del Giappone di Formula 1 è stato il secondo pilota perfetto, arrivando persino ad avvicinarsi a Max Verstappen nelle qualifiche, concluse con pochi millesimi di distacco dal blasonatissimo compagno di squadra. In gara, pur non raggiungendo i picchi di ritmo e di costanza di Verstappen, si è tenuto alle spalle la concorrenza. Questo è esattamente quello che la Red Bull chiede a Perez.

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Ma cosa è cambiato dallo scorso anno, quando Perez spesso finiva risucchiato nel gruppo delle rivali della Red Bull senza riuscire a sfruttare la spaventosa efficacia aerodinamica della RB19? Sono due le motivazioni di questa trasformazione. La prima è un evidente cambio di prospettiva del messicano, che deve aver compreso che cercare di emulare Verstappen, raggiungendo i suoi livelli, paradossalmente lo rende più lento. Arriva un momento nella carriera di un pilota in cui c’è semplicemente qualcuno più veloce, e bisogna accettarlo.

Ma questo non sarebbe bastato a mettere a suo agio Perez. La Red Bull RB20 non è stata pensata per raggiungere picchi prestazionali ancora più elevati, ma per essere efficace nel maggior numero di circostanze possibili. Questo vale sia per le piste che per le condizioni meteo e dell’asfalto, ma evidentemente anche per gli stili di guida dei piloti. Lo si vede dalla naturalezza con cui il messicano riesce a sfruttare la sua RB20, senza incappare nell’overdrive e portandosi più vicino al suo compagno di squadra.

Questa nuova filosofia nello sviluppo della vettura spiega anche perché i distacchi dagli altri team si sono ridotti rispetto a pochi mesi fa. Suzuka, con la gara 2023 disputata a settembre, lo dimostra. Chi ha lavorato meglio, come la Ferrari, è riuscita a dimezzare il gap non solo per evidenti meriti propri nello sviluppo della vettura 2024, ma anche perché in Red Bull si è lavorato senza cercare di alzare ancora l’asticella in termini di prestazione pura. Dopotutto non serviva, dato il vantaggio sulla concorrenza. È molto più importante la costanza di rendimento, non solo per Verstappen ma anche in misura più contenuta per Sergio Perez, il gregario di cui la Red Bull ha bisogno.

Da Moto.it

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